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Gerardo Nardiello e l'Apologia del calcio: "Per le persone comuni è solo un gioco, per lo Stato elemento imprescindibile"

La presentazione del libro all'Ex Carcere Borbonico: "Non vi è la giusta percezione di quanto questo sport sia un movimento utile non solo ai tifosi, ma a un'intera comunità nazionale. L'Irpinia è uno di quei pochi territori in cui le amministrazioni locali si mostrano particolarmente sensibili rispetto a questo tema"

Presso la Sala Blu dell'Ex Carcere Borbonico, è stato presentato il libro di Gerardo Nardiello, dal titolo "Apologia del calcio. Discorso in difesa di un pallone". 

Presentazione "Apologia del calcio. Discorso in difesa di un pallone" di Gerardo Nardiello

"Non vi è la giusta percezione di quanto questo sport sia un movimento utile non solo ai tifosi, ma a un'intera comunità nazionale"

"Viviamo in un territorio in cui il calcio non è soltanto uno sport, ma una religione" afferma l'autore, classe 1992, dottore in Giurisprudenza con la specializzazione in diritto societario e amministrativo. "L'Avellino è la seconda squadra della Campania per anni di militanza in Serie A. All'interno del mio libro, vi è un focus particolareggiato sul calcio locale, da cui emerge che l'Irpinia è uno di quei pochi territori in cui le amministrazioni locali si mostrano particolarmente sensibili rispetto a questo tema. Ne è un esempio la costruzione del nuovo Stadio: vediamo, sui giornali, quanti problemi vi siano a Roma, Firenze o Milano. Invece, ad Avellino, benché sia un progetto ancora lontano dall'essere realizzato, vi è un sindaco molto sensibile alle tematiche sportive ed è un dato da non sottovalutare, in quanto può recare molti benefici all'intero movimento locale".

Il libro di Nardiello parte da una domanda: perché il calcio sta vivendo un momento di crisi sportiva e finanziaria così profonda e apparentemente irreversibile? "Da tale quesito, emerge un mondo che riguarda profili non solo sportivi, ma anche economici, finanziari e giuridici. A mio giudizio, il principale problema nel calcio di oggi è che non vi è la giusta sensibilizzazione: ossia, non vi è la giusta percezione di quanto questo sport sia un movimento utile non solo ai tifosi, ma a un'intera comunità nazionale. Il calcio è un'industria che porta circa un miliardo e mezzo di euro nelle casse statali in termini fiscali e previdenziali, ai livelli di grandi settori quali il tessile o l'agroalimentare. Tuttavia, se andiamo a chiedere alle persone comuni, per loro il calcio è semplicemente un gioco dove 22 giocatori corrono dietro a una palla che rotola. E invece no: bisogna fortemente stressare l'idea secondo cui il calcio sia un elemento imprescindibile per lo Stato italiano".

Tantissimi i temi attuali trattati, tra cui quello relativo alle plusvalenze che ha finito per travolgere la Juventus: "Oggi, ci troviamo a giudicare un sistema di concorrenza competitiva. Le società hanno interesse non soltanto a primegggiare, ma anche a far sì che le concorrenti stiano bene, cosicché tutto il prodotto sia apprezzabile all'estero. Per questo motivo, questo sistema tende a favorire alcune società piuttosto che altre, con una valutazione non proprio conforme agli standard. Si rischia, però, di commettere un errore e cioè: confondere la cattiva gestione finanziaria e il cattivo investimento con la frode contabile. Allo stesso tempo, questioni come quelle della Superlega e del Fair Play Finanziario sono destinate a cambiare radicalmente il mondo del calcio".

Pavarese: "Mai come in questo periodo, si sente parlare di plusvalenze e FPF, sia dal salumiere che dal barbiere"

Tra gli ospiti di eccezione, anche Luigi Pavarese, ex dirigente di Napoli e Torino, oltre che dell'Avellino, la squadra della sua città natale: "Il libro, frutto dell'ottimo lavoro svolto da Nardiello, si lascia leggere con una certa rapidità. In particolare, ne ho ammirato la semplicità con la quale ha cercato di far comprendere le problematiche del calcio attuale. Mai come in questo periodo, si sente parlare di plusvalenze e FPF, sia dal salumiere che dal barbiere: sono temi sulla bocca di tutti". 

"Sulla situazione a livello locale, sono la persona meno indicata per dare un giudizio. Ho scritto pagine importanti in questa città e sono fortissimamente legato a Massimo Rastelli ed Enzo De Vito" conclude Pavarese. "A livello nazionale, il problema è che i numeri, soprattutto quelli che vengono controllati ragioneristicamente con maggior frequenza, stiano prendendo il sopravvento sulla tecnica individuale. Ritengo che, comunque, al tifoso interessi la partita, il risultato. Ed è chiaro che non bisogna tornare a quell'epoca in cui si è sperperato tanto. Con una gestione oculata, è possibile far collimare aspetto tecnico e quello gestionale".

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