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Montoro, inaugurazione della mostra di Sergio Gioielli

Sarà inaugurata venerdì 12 maggio 2017 alle 19,00, presso il Convento di S. Maria degli Angeli a Torchiati di Montoro, la personale di pittura di Sergio Gioielli

Sarà inaugurata venerdì 12 maggio 2017 alle 19,00, presso il Convento di S. Maria degli Angeli a Torchiati di Montoro, la personale di pittura di Sergio Gioielli. La mostra continua il terzo ciclo di MONTORO CONTEMPORANEA, una rassegna di mostre personali di pittura, scultura e fotografia. L’iniziativa – ideata e diretta da Gerardo Fiore, e patrocinata dal Comune e dall’Assessorato alla Cultura della Città di Montoro – è rivolta ad artisti di comprovato talento e riconosciuta carriera, che si sono distinti in tutto il panorama nazionale, che intendono donare il proprio contributo alla crescita della collettività verso i linguaggi dell’Arte Contemporanea. Alla serata, moderata da Carmine Tolino, interverranno oltre all’artista: il Sindaco Mario Bianchino, l’Assessore alla Cultura Raffaele Guariniello; Franco Cipriano, artista; il Direttore della rassegna Gerardo Fiore. Catalogo della mostra a cura di EDIZIONI ATB CONSULTING, con un testo di Franco Cipriano. La mostra è visitabile fino al 31 maggio, dal martedì al sabato dalle 19,00 alle 21,00, e su appuntamento. Contatti: 389 1629853

Scrive Franco Cipriano: “Nelle icone terrestri di Sergio Gioielli la memoria del sacro della natura originaria si converte in presenza critica e ricerca espressiva, resistenza etica e utopia ecologica. Le tavole iconiche e oggettuali di Gioielli sono la fissione di enigmi del tempo, una mnemoteca che evoca nelle tracce della terra e delle creature animali una legenda di scenari lontani, non nel tempo e neanche nello spazio, psichicamente lontani. Nelle custodie immaginarie dell’arte l’artista ‘salva’ la historia naturalis iscrivendone e archiviandone i frammenti “di specie”, materiati e figurali, negli spazi ‘d’ordine’ dei suoi ca-sellari o facendoli emergere insieme a tracce, orme del gesto segnico, nell’ultimo ciclo di opere, nell’infinità del bianco.  Il passaggio è significativo. Dallo spectrum cromatico delle superfici precedenti al materiato bianco delle recenti opere ha inizio una conversione dell’opera al ‘silenzio’ dello spazio dell’indeterminato: il fondo acromatico ne è il riflesso memoriale. Il cambiamento è alla radice del senso dell’imago”.

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