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Al Festival di Vinicio Capossela Young Signorino e Morgan: scoppia la polemica

Young Signorino si esibirà il 23 agosto, il suo nome fa discutere soprattutto per dichiarazioni controverse come quella in cui afferma che Satana è il suo vero padre

Lo Sponz Fest firmato Vinicio Capossela si preannuncia ricco di colpi di scena artistici, musicali e non solo. Il cantautore ha stilato un programmo qualitativo di ottimo profilo, ma non mancano le polemiche per alcune scelte fatte sulla serata del 23 agosto 2019. "Sponz Fest non è esattamente un festival, è un tentativo di avvicinare il mondo a quello che vorremmo fosse, in una terra dai grandi cieli mobili, che rinnova a ogni alba la Creazione - chiosa Vinicio sulla pagina web dello Sponz Fest".

Ma il nome di Young Signorino e di Morgan stanno già facendo discutere. Il primo in particolare è un controverso trapper i cui video sono diventati virali per i suoi temi borderline. Nei brani così come nei post su Instagram parla di psicofarmaci, di droga, donne e della filosofia del Signorino, cioè un ragazzo che veste elegante e porta i mocassini ma che in cuor suo conserva una mentalità “di strada”. Il trapper al secolo Paolo Caputo ha dichiarato che Satana è il suo vero padre. Una delle sue influenze maggiori è quella di Ludovico Einaudi, a cui si è ispirato per il pezzo Dolce Droga. Nonostante la giovane età ha già un figlio ed è già stato ricoverato più volte in clinica psichiatrica. Ha rischiato la morte per overdose di psicofarmaci e, quando si è risvegliato dal coma, la sua personalità è cambiata, come sostiene lui stesso. Per quanto riguarda Morgan invece, l'ex giudice di X Factor è stato al centro delle polemiche dopo lo sfogo fatto a mezzo social prima dell'esibizione sul palco avellinese di Irpinia Mood, sfogo che non è piaciuto al pubblico cittadino.

Vinicio Capossela presenta così la kermesse della Trap Pest:

Nel Vallone della Cupa dal 22 al 24 agosto "Tre serate tra speranze e pestilenze contemporanee". Le presenta così il musicista di Calitri, l'obiettivo è evocare il luogo delle radici, del riparo, della fertilità sotterranea, “underground”. Della conservazione, della memoria, del sottosuolo.

La peste arriva e si muove tra noi in maschera, come nel celebre racconto di Edgar Allan Poe. Corrompe l’umanità e la dissolve , come ne La peste scarlatta di Jack London. Muove monatti e untori, nascosti da cappucci e genera false credenze. Sempre mette a nudo l’uomo dalla maschera delle convenzioni sociali, in quella specie di carnevale al rovescio che è la Morte. La peste viaggia sul web che è  anche il luogo delle maschere, degli infingimenti, della proiezione e moltiplicazione delle personalità.

La maschera può modificare il volto oppure la voce come fanno l’autotune o l’emulazione vocale. Il suono dell’epoca è il suono dall’autotune, l’intonatore artificiale di voci, icona sonora del genere trap. Un suono che dà vita ad un nuovo codice estetico, rivendica un’appartenenza. La trap è pestilenza almeno quanto è forza vitale venuta da sotto, underground, ed entrata a castello. Un rigurgito di nichilismo post punk, nell’epoca della mercificazione di tutto. La santificazione della merce, del marchio, del danaro come totem.

Ma in questo gioco del rovescio è la pestilenza ad essere la maschera, che la serata e i suoi ospiti serviranno a disvelare, a partire da Young Signorino, una delle voci più originali e controverse della scena, per molti versi la proposta più estrema arrivata dall’universo trap.

E poi Ntò, fondatore del gruppo rap campano CoSang e in seguito apprezzato solista. Rap, hip hop, pulp, grottesco, poliziesco, il suo, capace di insinuarsi tra le maglie di “Gomorra – la serie” e di dare vita a video e film dai continui rimandi cinematografici. Il Premio Anna Magnani ricevuto per il film “All night long” in compagnia di Giancarlo Giannini e Valeria Golino conferma l’efficacia e l’originalità del suo linguaggio.

Cantautore, artista, anima fragile, performer istrionico, divulgatore instancabile, un vero corsaro in grado di veleggiare tra le pestilenze contemporanee, ecco poi capitan Morgan, poeta dadaista che maschera sé stesso con la sincerità della sua vita cresciuta in pubblico.

Un gruppo miracoloso, una voce che si è fusa nel battito del dub, nella trance, nel pop e nella tradizione musicale ebraica e non si è mai fermata, quella di Raiz, qui di nuovo conAlmamegretta, la band che sacerdoti del suono come i Massive Attack ci invidiano. Ascoltare brani come Figli di Annibale o Fattallà, che 20 anni fa erano denuncia, ha oggi il tono della profezia compiuta.

Il cortocircuito corre sul filo. Una voce mascherata capace di portare i testi più crudamente trappisti ai registri del più grande bardo nazionale, The Andrè. La sensazione straniante di essere nel mezzo di un contagio provocatorio e pensante.

Un dissacratore di ogni genere, in grado di mimetizzarsi con la voce, dal neomelodico all’indie, alla trap, il meraviglioso Enzo Savastano fresco di Premio Musicultura, con Le mogli dei cantanti famosi.

I loro interventi musicali saranno intermezzati dal più grande emulatore e modificatore di voci umane, dai tempi di Alighiero Noschese: Neri Marcorè.

Non mancherà un elemento scenografico di inclusione per il pubblico: maschera per bocca monouso traspirante anti-peste.

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