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Cultura Monteforte Irpino

San Martino, la tradizione del torroncino da regalare alla propria amata

Gli uomini devono portare alle loro donne queste squisitezze: un impasto di nocciole tritate, a forma di piccoli parallelepipedi, ricoperti di zucchero a granella. Il regalo del torroncino vuole essere l’augurio di amore eterno fra i due innamorati

“San Martino, ogni mosto è vino!”. Oggi si festeggia San Martino Vescovo di tour, patrono dei sommelier, dei bottai, di cavalli e cavalieri, nonché degli uomini ammogliati e fidanzati. Proprio su quest'ultimi c'è un rito che non va mai dimenticato...altrimenti si è cornuti. 

Gli uomini devono portare alle loro donne queste squisitezze: un impasto di nocciole tritate, a forma di piccoli parallelepipedi, ricoperti di zucchero a granella. Con il regalo del torroncino, gli uomini ricordano alle loro donne di essere prudenti, della continuazione della vita, dell’eternità, per cui il torroncino, vuole essere l’augurio di amore eterno fra i due innamorati.

La venerazione per San Martino è molto sentita a Monteforte Irpino, e non vi è giorno dell’anno che non si ha motivo di invocare il grande Santo.

San Martino è il protettore degli uomini ammogliati, dei fidanzati, degli uomini, comunque, in posizione di capifamiglia, degli uomini traditi dalle proprie donne. Spesso ci si domanda perché San Martino abbia conquistato un simile patronato.

A questa domanda non si sa rispondere. Si è cercato di trovare nella vita del Santo qualcosa che possa addentellarsi alla tradizionale credenza, ma nulla è emerso che possa suffragarla.

Ed ecco venirci in aiuto la credenza popolare. Il racconto dice che San Martino avesse una sorella molto bella, ma incapace di filare dritto, cosa che provocava grande dolore al fratello. Questi, per salvarla dal peccato, pensò di tenerla lontano dalle tentazioni e, per essere sicuro, se la caricava a “coscia cavallo”, cioè, seduta sulle spalle, e così la portava in giro. Purtroppo, anche la sorella di San Martino, di tanto in tanto aveva bisogno di starsene al riparo per cose personali. Per tale ragione chiese al fratello di farla scendere e di farla appartare dietro una siepe. Il Santo aderì alla richiesta, ma prima di far occultare la sorella, si volle sincerare che dietro la siepe non ci fosse qualcuno. Infatti, lanciò alcune pietre tra i cespugli e qualche uccello volò via spaventato. Questo fatto dette al Santo la certezza che la sorella potesse mettersi al riparo. Fu un vero e proprio inganno, una trappola ben congegnata. Dietro la siepe, un bel giovane che aspettava la ragazza, aveva liberato alcuni uccelli, carpendo la buona fede del Santo. Quando la sorella ritornò sulle spalle del fratello, questi disse:” Sora mia! Come pesano e peccate!”. 

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