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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Rocca San Felice capitale del gusto: il maitre di Marennà lancia il cheese-bar Carmasciando

Da un'idea di Angelo Nudo e Feudi di San Gregorio nasce l'evoluzione casearia dei wine-bar

C'è un lembo di terra conosciuto con il nome di Carmasciano in cui la tradizione casearia è unica al mondo.

La località è una frazione di Rocca San Felice, si trova a poca distanza dalla Mefite, il lago di acqua sulfurea che emana delle pungenti esalazioni di zolfo che condizionano la flora e la fauna del posto. Proprio nel cuore di questa contrada, di generazione in generazione si tramandano i segreti del Carmasciano, un pecorino a edizione limitata prodotto con il latte di pecora laticauda, cioè "dalla coda larga", una specie a rischio di estinzione presente soltanto sull'Appennino campano. La sua produzione è fatta da piccole aziende agricole a conduzione familiare situate in località Carmasciano e nei comuni di Guardia Lombardi, Rocca San Felice e Frigento.

In questo contesto da qualche mese si è inserita una nuova realtà: Carmasciando. Da un'idea di Angelo Nudo, maitre del Marennà, un gruppo di giovani 30enni ha deciso di intraprendere la strada dell'arte casearia investendo in un territorio a cui sono fortemente legati. Angelo infatti è di Frigento è un esperto sommelier e grande competente di formaggi e salumi e da sempre coltivava il desiderio di dedicarsi all'allevamento e alla produzioni casearia. Sulla sua strada ha avuto la fortuna di incontrare ragazzi intraprendenti e appassionati come lui che hanno sposato il suo progetto e condiviso la sua filosofia: amore incondizionato per la natura. Giovani e natura un binomio che negli ultimi anni si sta facendo sempre più forte in Italia portando nel settore dell'agricoltura innovazione e competenza.

La loro avventura ci racconta Michela Marano, responsabile dell'area commerciale, parte completamente da zero acquistando i greggi, i terreni e una cascina. "Angelo ha avuto l'idea, poi è arrivata la squadra organizzata dall'attuale amministratore Roberto Mazzei - spiega Michela - Abbiamo due allevamenti che contano 450 capi di bestiame utilizzati solo per il Carmasciano. Non essendo del settore prima di iniziare abbiamo appreso direttamente i segreti della produzione dalle signore della contrada. Poi abbiamo individuato i profili giusti per gestire il gregge e produrre i formaggi".

Alla caseificazione infatti ci pensano un casaro e l'aiuto casaro, anche loro under 30. Ai due il difficile compito di fare tesoro della tradizione orale. Perchè il segreto del Carmasciano sta non solo nell'ambiente e nell'alimentazione, ma anche nel latte. Il latte di queste splendide pecore, tenute al pascolo nell'area delle antiche "Mefite della Valle d'Ansanto" viene riscaldato a circa 37-40 gradi e coagulato con caglio di agnello, o capretto prodotto artigianalmente e non con preparati chimici. I formaggi Carmasciando sono quindi realizzati secondo i metodi tradizionali, seguendo rigide regole anche se nonostante la fama e i riconoscimenti ottenuti questo particolarissimo pecorino non ha ancora ottenuto il marchio DOP.

"La nostra filosofia è mantenere alto il livello dei nostri prodotti. La parola d'ordine è quindi qualità attraverso operazioni mirate e precise fatte solo da mani esperte - sottolinea Michela".

D'altronde Carmasciando non può fare altrimenti dal momento che dietro il nome dell'azienda si nasconde anche la mano di Feudi di San Gregorio, cantina leader nel Mezzogiorno per la produzione di vini. Antonio Capaldo da sempre attento al grande patrimonio naturale che detiene l'Irpinia ha creduto da subito nel progetto di Angelo, scommettendo nel suo sogno di investire nel territorio.

Nasce così la partnership tra le due aziende, partnership che si evince nelle varie degustazioni itineranti che fino ad oggi ha organizzato Carmasciando. L'idea del maitre di Marennà, infatti ha l'ambizione di andare oltre la produzione e di diventare un punto di riferimento per la valorizzazione gastronomica in tutto il capoluogo.

Come? Attraverso un cheese-bar, uno spazio gourmet che mescola cultura, profumi, sensazioni e storie creando un filo diretto tra il produttore e il consumatore. Fino ad ora la squadra Carmasciando ha portato i suoi prodotti in giro per l'Irpinia in occasioni di eventi e manifestazioni, ma da settembre l'arte casearia diventa protagonista indiscussa di Rocca San Felice con uno spazio dedicato esclusivamente al formaggio. "Il cheese-bar oltre a vendere si contraddistingue come luogo all'insegna dei sapori e della sperimentazione, una catena del gusto che parte dalla latteria per arrivare al bancone - chiosa Marano - Vogliamo unire un momento ludico ad un momento didattico creando cultura intorno alla tradizione del casearia".

Si tratta quindi dell'evoluzione casearia dei wine bar, questa volta però il focus è tutto sul formaggio anche se in abbinamento non mancheranno i migliori vini della cantina Feudi di San Gregorio.

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