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Ictus cerebrale: fattori di rischio e nuove procedure gestionali e diagnostiche

Il convegno sabato 29 aprile, alle ore 9, organizzato dall'U.O. di Neurologia

 L’ictus cerebrale costituisce la seconda causa di morte e la terza causa di disabilità a livello mondiale. Poiché è appurata una diretta relazione tra l’età e l’incidenza di ictus, il rapido invecchiamento della popolazione nei paesi industrializzati porterà a un aumento sempre più elevato di pazienti che, nei prossimi anni, richiederanno ricoveri presso strutture appositamente dedicate e con elevata specializzazione. E se in Italia si stima una incidenza di circa 190mila nuovi ictus per anno, i dati relativi alla provincia di Avellino sono in linea con quelli nazionali. Partendo da questi presupposti, l’Unità Operativa di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino ha organizzato un incontro tra esperti della materia per discutere di “Ictus ischemico: nuove procedure gestionali e diagnostiche”. L’incontro, che si terrà dopodomani, sabato 29 aprile, a partire delle ore 9, presso l’Hotel de la Ville di via Palatucci, si aprirà con i saluti del Direttore Generale dell’Azienda “Moscati”, Angelo Percopo, del Direttore Sanitario, Maria Concetta Conte, e del Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Avellino, Giuseppe Rosato. 
«Presso l’Unità Operativa di Neurologia dell’Azienda “Moscati” – afferma Daniele Spitaleri, Direttore f.f.  del reparto - si ricoverano circa 400 pazienti per ictus ogni  anno, di cui 320 ischemici e 80 emorragici. La notevole incidenza di questa patologia richiede, pertanto, una nuova organizzazione gestionale e terapeutica, nell’attesa che si definisca nei dettagli la rete ictus regionale. Sarà interessante, a tal proposito, recepire i suggerimenti che in tal senso ci darà, nel corso del convegno, il direttore dell’Unità Operativa di Neurologia dell’ospedale Niguarda di Milano, Elio Clemente Agostinoni». 
All’incontro ampio spazio sarà dato anche a una serie di aspetti specifici legati al trattamento dell’ictus in fase acuta e alla sua prevenzione primaria e secondaria. «La fibrillazione atriale, ad esempio – spiega Florindo d’Onofrio, dirigente medico dell’Unità Operativa di Neurologia dell’Azienda “Moscati” – è associata a un rischio di ictus ischemico cinque volte maggiore rispetto alla popolazione generale, ma può ridursi con l’utilizzo di  anticoagulanti orali di ultima generazione. Al convegno, inoltre, si parlerà anche di come tutti possono abbassare notevolmente il livello di rischio di ictus cerebrale senza terapia farmacologica, ma con semplici modifiche agli stili di vita».
 

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