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Cultura Mercogliano

Festa della Madonna di Montevergine, storia e leggenda di 'CoLei che tutto può e tutto perdona'

La Madonna di Montevergine è l’appellativo con cui si venera, nell’omonimo Santuario il quadro raffigurante la Vergine Maria

Oggi 1 settembre la chiesa celebra la Beata Vergine Maria di Montevergine, detta la Madonna Bruna, o Mamma Schiavona colei che tutto può e tutto perdona. 

La festa liturgica dedicata a S. Maria di Montevergine viene celebrata, fin dai primi secoli dalla fondazione del Santuario, l’8 settembre, ricorrenza della Natività della Madre di Dio. I monaci Verginiani, tuttavia, nell’avvertire l’esigenza di destinare una festa propria in onore della Madonna sotto il titolo di Montevergine, ottennero dalla Sacra Congregazione dei Riti di anticipare tale solennità al 1 settembre.

L'icona della Madonna 

La Madonna di Montevergine è l’appellativo con cui si venera, nell’omonimo santuario a Mercogliano (Avellino), il quadro raffigurante la vergine Maria seduta su un trono con un braccio il bambino Gesù, risalente al XIII – XIV secolo. 

L'icona di Montevergine circondata da leggenda e devozione; si diceva dipinta addirittura da San Luca, che aveva conosciuta la Madonna e aveva osato ritrarla, ma egli sarebbe soltanto l’autore del capo, perché si addormentó e non finì il viso. Al suo risveglio, il mattino trovo il dipinto completato dal misterioso intervento celeste.

 Il quadro sarebbe stato prima esposto a Gerusalemme, poi trasferito ad Antiochia, poi a Costantinopoli, infine a Napoli, qui finì nelle mani di Caterina II sposa di Filippo di Taranto, la quale lo fece completare, si dice, da Montano d’Arezzo e lo donò al Santuario di Montevergine.

Studi espletati nei secoli successivi, hanno escluso che la pittura sia di San Luca, o di Montano d’Arezzo, attribuendo l’esecuzione dell’opera a Pietro Cavallino dei Cerroni, pittore di corte di Carlo II d’Angiò, che l’avrebbe dipinta fra il 1270 e il 1325, egli era portato per le opere di grandi dimensioni, infatti il quadro del santuario misura metri 4,60 x 2,10 e pesa otto quintali, con linee bizantineggianti e con intonazione personale proprio dello stile del Cavallino.

Ma al popolo non è mai interessato chi l’avesse dipinta, essa piacque subito e nella semplicità della fede che gli venne tributata, la chiamarono la “Madonna Bruna” o anche “Mamma Schiavona”, etimologia incerta ma di sicura presa.

La leggenda sulla storia della Madonna di Montevergine 

Ma perché la Madonna nera sia riconosciuta come coLei che tutto può e tutto perdona è spiegato in una storia che si fa risalire al 1256, quando due giovani omosessuali furono scoperti a baciarsi e ad amarsi. Uno scandalo per l’intera comunità dell'epoca che reagì denudando e cacciando dal paese i due innamorati che furono legati ad un albero sul Monte Partenio, in modo che morissero di fame o fossero sbranati dai lupi. La Vergine, commossa dalla loro vicenda e dal loro amore, li liberò dalle catene e permise alla giovane coppia di vivere apertamente il loro sentimento di fronte ad un’intera comunità che, attestato il Miracolo, non poté far altro che che accettare l’accaduto. 

Da allora la Madonna "nera", stupenda, è celebrata per il suo manto protettivo sugli ultimi, sui deboli, sui poveri, sugli emarginati. Come spiegano i più affezionati a questo rito arcaico e antichissimo, Mamma Schiavona è la madre dal cuore grandissimo che perdona tutto ai suoi devoti che scalano la montagna fino a raggiungere il suo santuario. Anche se per verità di cronaca l'Abbazia di Montevergine deve la sua origine non già ad un’apparizione della Madonna, o a qualcosa di simile, ma a quello spirito ascetico mariano di San Guglielmo e dei suoi discepoli, che, non senza ispirazione divina, vollero costruire a Montevergine un faro di devozione alla Madonna, consacrandole su quel monte una chiesa e dedicandole il primitivo cenobio.

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