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Sabato, 20 Aprile 2024

Addór’ ’e rose e ’e gisummìni: "Il dialetto è un patrimonio che appartiene ad ogni singola comunità"

Appuntamento a Villa Amendola con la poesia, dove i presenti hanno potuto conoscere i componimenti della scrittrice Agostina Spagnuolo

Continua la rassegna "Avellino letteraria", una iniziativa patrocinata dal Comune di Avellino e promossa da "Festa hotels e Itinerando l’Irpinia" (agenzia turistica alberghiera e Tour operator). Un modo per coinvolgere scrittori, intellettuali e pubblico, in 10 appuntamenti e nel segno del libro e della valorizzazione del territorio.

Appuntamento a Villa Amendola con la poesia, dove i presenti hanno potuto conoscere i componimenti della scrittrice Agostina Spagnuolo con "Addor’ e rose e’e Gisummini", Delta3 edizioni.  

Addór’ ’e rose e ’e gisummìni

All’evento presente anche Annamaria Picillo, presidente di “Itinerando l’Irpinia”, che, entusiasta dell’iniziativa finalizzata alla promozione della la poesia, spesso troppo sottovalutata, ha dichiarato: "La poesia richiede un coinvolgimento maggiore. E’ entusiasmante l’idea di raccontare il territorio attraverso il dialetto. Oggi con l’ avvento di internet, si legge di meno ma è bene riprendere questa attività perché ci consente di immetterci nel canale della cultura e ci rende cittadini migliori e consapevoli".

Il dialetto è un patrimonio che appartiene ad ogni singola comunità

Il dialetto è un patrimonio che appartiene ad ogni singola comunità e ne definisce l’identità storico culturale. In esso affondano le nostre origini, le nostre tradizioni, la nostra storia. La parlata dialettale è parte di noi e rimane uno strumento che tiene vivo il legame affettivo con le proprie radici.

 "Questo è un libro di poesie in dialetto del mio paese, Capriglia Irpina - ha dichiarato la scrittrice Agostina Spagnuolo - Si tratta di un insieme di poesie che ho scritto in vari anni, raccolte insieme affinché non si perdessero. La poesia è per me espressione del sentimento. L’opera si presenta come uno studio del dialetto, varietà di lingua che parliamo già in tenera età, di cui non conosciamo le regole - ha continuato l'autrice - Difatti, esso si conforma in base alla nostra storia personale e collettiva perché identifica i popoli che ci hanno attraversato. Questo studio è stato per me interessante e piacevole, occasione per arricchire il mio bagaglio culturale. L’opera risulta essere anche un ottimo pretesto per rievocare i piaceri della tradizione, le famose “story-telling” tramandate di generazione in generazione. Oggi comunichiamo poco tra di noi. Un tempo i nonni raccontavano storie accanto al focolare e noi bambini eravamo così affascinati da quei racconti. La scrittura, in questi nostri tempi è uno strumento per parlare e dialogare. Ogni generazione è un ponte di passaggio tra la precedente e quella che segue; abbiamo dunque così il piacere di tramandare. La poesia è qualcosa di immediato e utile per trascrivere i propri sentimenti in versi". Conclude. 

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