Il rocker Pino Scotto demolisce l'Avellino Summer Festival: "Il solito letame spacciato per musica!"
"Le persone partecipano perché è gratuito, ma secondo me dovremmo investire di più nella cultura musicale, non solo nei prodotti dei programmi televisivi come 'Amici' o 'X-Factor'"
Il celebre rocker Pino Scotto, noto in passato come il carismatico frontman dei Vanadium e oggi acclamato per la sua solida carriera solista - fatta da 13 album compreso l'ultimo "Live n' bad" uscito nell'aprile 2023 - nonché con band di spicco quali i Fire Trails e i Pulsar, ha recentemente condiviso le sue opinioni sull'Avellino Summer Festival durante un'intervista rilasciata ad Avellino Today. Con una sincera franchezza, Scotto ha espresso le sue profonde preoccupazioni in merito al panorama musicale contemporaneo e all'evento estivo che anima la nostra città: "Sinceramente, sto perdendo la speranza nel Paese, e ciò che mi preoccupa di più sono le nuove generazioni. Proprio durante questi concerti ho notato che la partecipazione inizia molto presto, addirittura alle cinque del mattino, e il backstage è molto affollato. Poi, se si guarda attentamente, si nota la gente attendere l’esibizione di 'Tananai'. Questo mi preoccupa molto: la mancanza di una vera cultura musicale nelle nuove generazioni. Chiaramente, il Comune ha fatto questa scelta per attirare il maggior numero possibile di giovani. Il problema è che oggi è facile definire qualsiasi cosa 'musica'. Organizzare eventi di massa non è sufficiente per attirare il pubblico. Le persone partecipano perché è gratuito, ma secondo me dovremmo investire di più nella cultura musicale, non solo nei prodotti dei programmi televisivi come 'Amici' o 'X-Factor'."
"Il sindaco deve fare il suo gioco, senza dubbio, e deve soddisfare il suo giovane pubblico. Anche perché questi ragazzi, essendo molto giovani, spesso sono al di sotto dell'età per votare, ma questa situazione non durerà ancora a lungo. Ovviamente questo non significa che gli adulti siano migliori, anzi. Avellino è una città che ha ospitato concerti di artisti del calibro di Pino Daniele, Lou Reed o Lucio Dalla; quelli di quest'anno non possono nemmeno essere chiamati 'concerti'.
L'organizzazione dell'Avellino Summer Festival ha comunicato ufficialmente che non si doveva utilizzare questo termine perché contrattualmente è uno 'showcase': "Questa cosa non mi sorprende perché in pratica vendono pacchetti. Gli artisti principali come Achille Lauro, Tananai e Gaia eseguono solo una manciata di canzoni ciascuno. Le loro performance durano non più di mezz'ora. Mancano le emozioni dei veri concerti e la vicinanza con il pubblico. È tutto artificiale, tutto costruito. Se persino la possibilità di chiamarlo 'concerto' viene tolta, diventa solo un insieme di scopi commerciali. Hanno cambiato persino il nome in 'showcase' solo per giustificare la brevità delle esibizioni degli artisti più attesi, che in tutta sincerità, non considero nemmeno musica. Questo è soltanto il solito letame spacciato per musica! La gente sembra aver perso la capacità di giudicare la musica. Oggi, se appaiono in televisione o partecipano a reality show, vengono considerati bravi anche se, probabilmente, dovrebbero solo andare a fare altro. È triste vedere come le nuove generazioni non abbiano una vera identità musicale e come tutto sia diventato un calderone senza distinzione di genere."
Pino Scotto è stato in tour con band come i Black Sabbath, gli AC/DC, i Pantera, i Deep Purple, solo per citarne alcune: "Per quanto riguarda Avellino e i concerti di questa estate, tranne Daniele Silvestri, hanno fatto scelte abbastanza convenzionali, portando artisti famosi, ma sicuramente non di alta qualità. Rosa Chemical, Coma Cose, ma per favore, questi non possono essere gusti musicali. Geolier, Rhove… ma chi sono? La musica di alta qualità sembra sempre più rara, e questa è una preoccupazione per il futuro. Le etichette discografiche non esistono più, e gli artisti devono gestire tutto da soli, il che non è facile. Questa situazione demoralizza i giovani talenti musicali, spingendoli ad abbandonare il sogno di una carriera musicale di qualità. È davvero triste vedere come l'industria musicale stia diventando puramente commerciale, con pochi nomi noti che continuano a dominare. Non so cosa riservi il futuro, ma spero che emergano artisti capaci di portare avanti la tradizione della buona musica".