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Economia

Unci Agroalimentare, Scognamiglio: "A Bruxelles aperta vertenza che riguarda anche i pescatori della Campania"

Quanto dichiara Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell'Unci Agroalimentare, organizzazione di rappresentanza del settore

“Da sempre uno dei nostri obiettivi, in Campania come nel resto del Paese, è ridurre l'impatto ambientale della pesca e rendere più sostenibile, sotto il profilo ecologico, sociale ed economico, per gli stessi operatori e per l'intera comunità, l'attività ittica”. Ad affermarlo è Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell'Unci Agroalimentare, organizzazione di rappresentanza del settore.

“La pesca a strascico – ha proseguito il dirigente di categoria del movimento cooperativistico -  oggi è regolamentata e limitata ad alcune zone di pesca storiche, ma rappresenta un segmento significativo per tanti lavoratori e imprese del comparto.

Attualmente le navi sono più selettive, utilizzano tecniche meno invasive e hanno un consumo di carburante ridotto. Da anni i pescatori si sforzano di introdurre sempre nuove tecniche ed accorgimenti per aumentare la compatibilità con gli equilibri ecologici, consapevoli dell'importanza degli stessi per il futuro dell'ambiente e delle risorse marine. Non riteniamo quindi possa essere una risposta definitiva e risolutiva l'eliminazione graduale degli strumenti a strascico, come da più parti si propone. Non è la pesca,  ma il riscaldamento degli oceani, l’acidificazione e l’innalzamento del livello del mare la principale minaccia per l’ambiente marino. Per questo motivo, l'Unci Agroalimentare ha deciso di aderire all'Alleanza europea per la pesca a strascico (EBFA), insieme a decine di altre associazioni  dell'UE, che rappresentano oltre 20.000 pescatori e 7.000 imbarcazioni, per porre la questione al centro dell'attenzione delle istituzioni di Bruxelles. Il rischio infatti è che sull'onda di scelte emotive, si assumano decisioni che creerebbero seri problemi al comparto della pesca e ai suoi addetti, senza apportare benefici determinanti all'ambiente, soprattutto se l'Ue è seriamente convinta della necessità di ridurre la dipendenza dai prodotti alimentari importati”.

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