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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Covid-19, reddito di emergenza, la strada è segnata: a chi dovrebbe spettare e per quanti mesi

Dovrebbe andare a circa un milione di famiglie e dovrebbe essere uno strumento temporaneo, "per 2-3 mesi", per dare sostegno "ai poveri aggiuntivi da coronavirus"

Come sarà il reddito di emergenza? Per ora comunicazioni ufficiali non ce ne sono, ma dai vertici dell'Inps arriva qualche indicazione molto chiara che, ovviamente, riguarda anche le famiglie irpine. 

"Forse non ci si rende conto dello sforzo che sta facendo l'Istituto. Io non ci dormo la notte per far in modo di pagare subito tutte le prestazioni - dice il presidente dell'Inps Pasquale Tridico in un'intervista al quotidiano 'Il Corriere della Sera' - Abbiamo già liquidato 3,5 milioni di bonus da 600 euro per autonomi, professionisti, cococo, agricoli e spettacolo, e istruito buona parte delle domande di cassa integrazione. Parliamo di oltre 4,5 milioni di lavoratori cui la cassa è stata anticipata dalle aziende e che stiamo conguagliando, e di oltre 200 mila cui l'abbiamo già pagata noi. L'Inps sta accelerando al massimo, tenuto conto che ci sono 4 passaggi obbligati: richiesta di cassa, autorizzazione, trasmissione dei nominativi dei lavoratori, pagamento della prestazione. Prestazioni per 11 milioni di individui, che l'Inps di solito gestisce in 5-7 anni, e che stiamo gestendo in 1 mese".

"Abbiamo gestito quello di cittadinanza, che oggi va a 1,1 milioni di famiglie per 2,5 milioni di persone. Non ci credeva nessuno. Gestiremo anche il Reddito di emergenza. - aggiunge Tridico - Io credo si possa pensare a uno strumento temporaneo, per 2-3 mesi, per dare sostegno a quelle famiglie che non hanno accesso al Reddito di cittadinanza perché con Isee superiore a 9.360 euro. Per esempio fino a 15 mila euro, a patto però che non siano beneficiarie di alcuna prestazione pensionistica, né abbiano redditi da lavoro o sussidi (ammortizzatori eindennità). Insomma, i poveri aggiuntivi da coronavirus. Si tratta di circa un milione di famiglie". Gli interventi vanno nella giusta direzione: sostenere reddito e liquidità, con la salute come priorità. Nella fase 2 sarà necessario anche il sostegno alle imprese. Questa crisi ci ha insegnato l'importanza dell'innovazione, i vantaggi dello smart working anche sull'ambiente, la necessità di ripensare alla riduzione dei tempi e orari di lavoro. - conclude Tridico - Nella fase 2, l'Inps, che non ha mai smesso di lavorare, anzi ha aumentato la sua produttività, aprirà, in tutta sicurezza e gradualmente le sedi al pubblico. Ma continueremo a praticare lo smart working in modo diffuso".

Reddito di emergenza, come sarà secondo Castelli e Catalfo

L'altroieri Laura Castelli, viceministro dell'Economia, aveva spiegato che il reddito di emergenza "dovrà essere una cifra congrua ed io credo che dovrà essere circa una media di quello che oggi è il reddito di cittadinanza. Vicina, dunque, ai 500 euro? Sarebbe intelligente una cifra molto vicina a quella". Secondo quanto detto dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, si lavora per un reddito di emergenza (rem) "con un meccanismo a salire in base al numero dei componenti del nucleo familiare". In base ad altre indiscrezioni, ci dovrebbe essere una base di partenza intorno ai 400 euro e potrebbe risalire in base ai componenti del nucleo fino ad un tetto massimo di 800 euro circa. 

Sul reddito di emergenza il nodo della platea resta però ancora insoluto: il M5s preme per estendere più possibile il nuovo strumento che si sovrapporrebbe però alla serie di interventi mirati per le singole categorie mentre l'obiettivo dovrebbe essere quello di dare un sostegno a chi dovesse rimanere escluso da ogni tipo di aiuto. Il confronto proseguirà da lunedì, ma il tempo stringe.

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