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Eolico, Leitwind investe in Irpinia: nuove assunzioni a Lacedonia

Dopo l’emergenza sanitaria da Covid-19 che per settimane ha bloccato l’economia del Paese, Leitwind, azienda del gruppo High Technology Industries investe in Irpinia

Un piano di sviluppo con decine di assunzioni previste per i prossimi mesi e un nuovo polo da tre milioni di euro. Dopo l’emergenza sanitaria da Covid-19 che per settimane ha bloccato l’economia del Paese, Leitwind, azienda del gruppo High Technology Industries (che riunisce aziende leader sul fronte delle tecnologie invernali come Leitner, Prinoth e Demaclenko), e unico produttore italiano di impianti eolici classe Megawatt, prosegue l'attività nel Sud Italia. E più precisamente a Lacedonia, centro in provincia di Avellino in cui dallo scorso gennaio, alla vigilia dello scoppio dell’epidemia da Coronavirus, è attiva la nuova sede di Leitwind Service che si occupa della manutenzione degli aerogeneratori Leitwind installati in Puglia, Basilicata, Campania, Molise e Abruzzo.

La società oggi ha in gestione oltre 120 impianti eolici, per una potenza complessiva di oltre 120 MW. Con l’aumento delle attività e un fatturato in crescita è stato acquistato a Lacedonia, nell’area industriale di Calaggio, un complesso industriale di 2.500 metri quadrati, con una superficie complessiva di circa 18mila mq. Nel nuovo stabilimento, completamente ristrutturato, sono ora confluiti, oltre ai settori già operativi, anche nuove attività, come l’officina, la rigenerazione dei generatori, l’assemblaggio di alcuni componenti, nonché tutti i processi di logistica collegati. Da alcune settimane è stato inoltre avviato un piano di sviluppo per l’area campana che ruota attorno a Lacedonia, piano che assicurerà un’ulteriore, graduale e significativa crescita delle attività e dell’organico fino ad arrivare a circa 50 collaboratori.

«Il nostro Gruppo continua a guardare con grande attenzione al settore dell’eolico e i recenti investimenti, che attualmente superano i tre milioni di euro, sono lì a testimoniarlo, nel fermo convincimento di fornire anche un concreto contributo verso un futuro sostenibile sia sul fronte ambientale che economico creando occupazione in Italia» commenta Anton Seeber, presidente di HTI, sottolineando l’importante lavoro di ricerca e sviluppo portato avanti in questi ultimi anni dal team Leitwind, costituito in buona parte da giovani tecnici italiani.

Ricerca e sviluppo per crescere ancora

Gli investimenti, in Leitwind dunque non si fermano qui. Forti infatti continuano ad essere quelli in ricerca e sviluppo che stanno permettendo all’azienda di realizzare prodotti sempre più efficienti e affidabili, in grado di rispondere in modo ottimale e puntuale alle esigenze dei clienti e dei mercati. In quest’ottica recentemente è stato sviluppato un nuovo aerogeneratore che, disponibile in diverse potenze (da 850 kW a 2 MW), offre rispetto al modello precedente, una resa superiore del 17% con una velocità media del vento di 6 m/s, valore che cresce fino al 23% in caso di ventosità media di 5 m/s. Disponibile con torri di diverse altezze – da 65 a 105 metri – per adattarsi in maniera ottimale sia alle condizioni morfologiche del sito di installazione sia a eventuali requisiti imposti dall’iter autorizzativo, il nuovo modello è stato pensato per proseguire lungo la strada di avvicinamento dell’eolico al concetto di grid parity, ossia il punto in cui l'energia elettrica prodotta per mezzo di impianti alimentati a fonti energetiche rinnovabili ha lo stesso prezzo dell'energia prodotta tramite fonti energetiche convenzionali.

Dal Sud Italia all’Europa

Se il Sud Italia rimane strategico nella politica di sviluppo di Leitwind, non mancano però le attenzioni per il mercato europeo: commenta Davide Albani, head of Business Unit di Leitwind. Lo scorso anno è stato installato il primo prototipo, ma, entro la fine del 2020, sono previste ulteriori installazioni. Un progetto innovativo che non ha eguali: una turbina con diametro del rotore di 42 metri, con una produzione annua di circa 500 MWh, riduzioni di emissioni pari a 170 tonnellate di CO² e altezza torre pari a soli 28 metri».  

«La strategia è comunque ben delineata – conclude Albani - puntiamo su piccoli impianti e sul consumo locale in maniera che non serva una grande infrastruttura per il trasporto dell'elettricità ma bensì un sistema capillare ben integrato con altre fonti rinnovabili, come il fotovoltaico o l’idroelettrico».

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