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Scognamillo vede la luce per l'edilizia: "2016 l'anno della svolta"

“Questi ultimi anni – ha detto Giuseppe Scognamillo – sono sicuramente i più critici mai vissuti dalla categoria dei Costruttori edili, attanagliata da una crisi, che soltanto ora lascia intravedere spiragli di ripresa"

Alla presenza del Consiglio Direttivo, il numero uno dell’Ance Giuseppe Scognamillo, nel corso della sua relazione ha riferito che il 2016 “… sarà l’anno della svolta”.

“Questi ultimi anni – ha detto Giuseppe Scognamillo – sono sicuramente i più critici mai vissuti dalla categoria dei Costruttori edili, attanagliata da una crisi, che soltanto ora lascia intravedere spiragli di ripresa.

Nelle difficoltà, ancor più, ho avuto modo di conoscere la grandezza del nostro mestiere e ho potuto comprendere il valore di tanti “Signori Imprenditori” che con professionalità, rettitudine e sacrifici hanno lottato e lottano ancora oggi per salvare la propria impresa.

La crisi è stata drammatica, però allo stesso tempo ha fatto emergere molte aziende che sono state capaci di resistere, dimostrando il loro valore e rimettendosi in gioco ogni giorno.

In quest’ultimo anno la nostra Associazione ha fronteggiato con ogni sforzo le criticità dello scenario economico e politico attraverso la collegialità e la partecipazione.

La mia analisi, basata su dati recentissimi, riguarda sia il mercato abitativo che quello delle opere pubbliche.

Per l’economia italiana si conferma l’uscita dalla recessione.

Gli ultimi dati Istat evidenziano che il prodotto interno lordo è aumentato dello 0.7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dopo il +0.2% già rilevato nei primi tre mesi dell’anno. Sono aumentati i consumi e anche le esportazioni.

Complessivamente nei primi sei mesi del 2015 il Pil è cresciuto dello 0.4% su base annua.

La ripresa economica in atto, però, non coinvolge ancora il settore delle costruzioni, che continua ad evidenziare cali dei livelli produttivi. Gli investimenti in costruzioni si riducono ulteriormente dell’1.9%. Il consuntivo dei primi due trimestri del 2015 conferma un allentamento della crisi settoriale.

In questo contesto si intravedono, tuttavia, alcuni segnali positivi nel mercato immobiliare residenziale, nei mutui erogati alle famiglie per l’acquisto di un’abitazione.

Un primo segnale positivo emerge anche dai dati occupazionali: nel secondo trimestre 2015 gli occupati nelle costruzioni crescono di +2.3% in uno scenario complessivo che dal 2009 registra una perdita occupazionale di circa 450.000 addetti.

In Campania nel 2014 gli investimenti in costruzioni diminuiscono rispetto ai livelli dell’anno precedente del 5.9% in termini reali. Per quest’anno dopo molti anni si registra un’aspettativa di allentamento della crisi.

La flessione dei livelli produttivi negli investimenti in nuove abitazioni è legata al proseguimento del significativo calo dei permessi di costruire. In Campania nel 2013 sono stati ritirati solo il 7.7% del totale nazionale.

Complessivamente dal picco raggiunto nel 2007 la riduzione dei permessi di costruire nella regione si è attesta al 64.2%, sintesi di una contrazione più pronunciata per le nuove abitazioni (-69%) e di un calo del 30.8% degli ampliamenti.

Il mercato immobiliare residenziale in Campania dopo la lunga crisi mostra i primi segnali positivi.

Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate nel 2014 in Campania sono state compravendute 26mila abitazioni, con un incremento del 2.4% rispetto al 2013.

Su questi primi segnali positivi incide il diverso atteggiamento delle banche che sembrano aver ridotto la diffidenza verso il settore immobiliare residenziale.

Il 2014 è stato l’anno del cambiamento: i mutui per l’acquisto di abitazioni sono aumentati. In Campania nel 2014 le erogazioni sono aumentate del 23% rispetto al 2013, crescita confermata anche nel periodo gennaio-giugno 2015, durante il quale i mutui alle famiglie sono aumentati del 50.9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Dal disegno di Legge di Stabilità per il 2016 emerge la volontà del governo di basare la ripresa dell’economia italiana su tre interventi di grande interesse per il settore delle costruzioni: il rilancio degli investimenti pubblici, l’eliminazione dell’imposizione patrimoniale sulla prima casa, la conferma delle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie e interventi di efficientamento energetico degli edifici.

Per quanto attiene alle opere pubbliche, il forte aumento dei bandi di gara pubblicati nella nostra provincia nell’anno 2014, grazie essenzialmente ai provvedimenti di accelerazione della spesa della Regione Campania, è continuato nel primo trimestre dell’anno 2015.

Invece, il dato complessivo fino al mese di novembre 2015, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, evidenzia un calo sia come numero ( 182 bandi rispetto ai 304 del 2014), che come importo (poco più di 162 milioni di euro rispetto ai 310 milioni al 30 novembre 2014).

Tralasciando l’anno 2014 per il quale la crescita esponenziale dei bandi è connessa essenzialmente ad un fatto eccezionale e cioè la necessita di spendere i fondi comunitari, l’anno 2015, rispetto agli anni 2012 e 2013, fa comunque registrare una crescita apprezzabile, sia per numero che per importo, delle commesse pubbliche.

Resta ancora irrisolta la questione dei ritardati pagamenti.

Nel nostro settore, secondo l’ANCE, in Italia, nel 1° semestre 2015, il 78% delle imprese registra ritardi nei pagamenti. In Campania il fenomeno è ancora più diffuso in quanto interessa quasi la totalità delle imprese.

Un recente documento della Banca d’Italia stima in 125 giorni i tempi di pagamento delle amministrazioni pubbliche.

In Italia, le imprese che realizzano lavori pubblici sono pagate mediamente 177 giorni dopo l’emissione del SAL, in Campania dopo 220 giorni.

Nell’anno 2016 cambierà significativamente l’assetto normativo in materia di lavori pubblici per effetto del recepimento delle direttive comunitarie.

I dati Istat sulla produzione delle costruzioni segnalano per la prima volta a settembre un’inversione di tendenza con un +0,4% su base annua. Certo non è molto ma, come ha affermato il Presidente Ance Claudio De Albertis “vanno letti con entusiasmo e speranza” perché preannunciano “un 2016 come anno di svolta”.

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