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Economia

Decreto Sostegni: gli aiuti per le Partite Iva e l'autocertificazione per ricevere i soldi

Il provvedimento sarà varato entro venerdì 19 marzo

Il decreto Sostegni che il governo Draghi si appresta a varare entro 48 ore dopo il vertice di maggioranza di ieri che ha confermato lo stralcio delle vecchie cartelle inevase relative al periodo 2000-2015, con tetto fermo (per ora) a 5mila euro ma nessun accordo. Intanto i sussidi sono stati allargati alle Partite Iva con fatturati 2019 e 2020 tra i 5 e i dieci milioni di euro. Per gli aiuti ci saranno cinque fasce.

Decreto Sostegni: gli aiuti per le Partite Iva e l'autocertificazione per ricevere i soldi

Il nodo cartelle resta quindi sul tavolo. Il vertice di maggioranza con il premier Mario Draghi e il ministro dell'Economia Daniele Franco non lo avrebbe sciolto, ovvero non è passata, per ora, la linea di cancellare le cartelle inevase relative al periodo 2000-2015, fissando il tetto a 5mila euro, un'asticella che il Parlamento potrebbe tuttavia far salire a 10mila. Per questo, spiegano fonti di governo all'Adnkronos, non è escluso che la riunione, che pure da palazzo Chigi assicurano sia andata ''molto bene'', venga aggiornata a domani: "Non l'abbiamo fissata ma non è escluso che si tenga", spiega uno dei ministri presenti. Di certo ci sarà, oltre alla riunione del responsabile dell'Economia con i capigruppo delle forze di maggioranza e il ministro ai Rapporti col Parlamento Federico D'Incà, un incontro tecnico col ministro di via XX Settembre per superare l'impasse. Che riguarderebbe, raccontano altre fonti, non solo le cartelle, quello che una parte della maggioranza vede come un 'condono fiscale', ma anche l'estensione del blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno per tutti e per le piccole imprese fino a ottobre: ci sarebbero dubbi sui numeri.  Il Pd e Leu spingono per un meccanismo più selettivo, che spazzi via dal "magazzino della riscossione" solo i ruoli collegati a imprese fallite o soggetti defunti o nullatenenti: ipotesi che però si scontra con più di un problema tecnico.

Cinque fasce 

Il Sole 24 Ore fa sapere oggi che per le Partite Iva lo schema di aiuti è distribuito su cinque fasce in base ai livelli di fatturato 2019:fino a 100mila euro, fra 100mila e 400mila euro, fra 400mila euro e un milione, da 1 a 5 milioni, da 5 a 10 milioni. Il quotidiano spiega che per ottenere i nuovi aiuti si dovrà fare domanda all'Agenzia delle Entrate con autocertificazione dei diritti che danno diritto all'assegno o al credito d'imposta. 

A ogni fascia toccherà un aiuto parametrato alle perdite 2020, con una scala che riduce la percentuale al crescere del fatturato. La base di calcolo, secondo le bozze elaborate fin qui, sarà rappresentata dalla perdita mensile media moltiplicata per due; e ogni fascia dovrà applicare a questo valore una percentuale: 30% la prima e poi, di fascia in fascia, 25%, 20%,15% e 10%.

Sul tavolo, spiega sempre il quotidiano, c'è anche una piattaforma telematica sviluppata dalla Sogei e gestita dall'AdE che dovrà raccogliere le istanze dei 3 milioni di Partite Iva destinatarie degli aiuti che  autocertificheranno il possesso dei requisiti per l'aiuto: con l'obiettivo di avviare i pagamenti subito dopo Pasqua e completarli entro il 30 aprile. "Entro il 30 aprile tutti avranno i soldi sul conto corrente", ha confermato ieri il sottosegretario Claudio Durigon. 

Il blocco dei licenziamenti nel Decreto Sostegni

 Il compromesso raggiunto al momento sul condono punta a cancellare oltre 60 milioni di vecchie cartelle, tutte quelle fino a 5mila euro affidate dal 2000 al 2015. I leghisti però contano di alzare l'asticella in Parlamento portando la soglia a 10mila euro.  Nel pacchetto che il governo sta preparando resta anche il blocco dei licenziamenti, che sarà prorogato oltre la prima scadenza prevista per il 31 marzo. Si punta poi a rafforzare gli aiuti alle famiglie. Aumentano le richieste per estendere i congedi parentali per i genitori alle prese con le scuole chiuse e per concedere i bonus babysitter anche a chi è in smart working. 

I sindacati chiedono un incontro al premier e tornano a sollecitare il blocco dei licenziamenti fino alla fine dell'emergenza pandemica. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha ribadito che per i lavoratori delle grandi imprese che hanno la Cig ordinaria il blocco dei licenziamenti che scade a fine marzo verrà prorogato per altri tre mesi, ovvero fino a fine giugno. I lavoratori che hanno diritto alla Cig in deroga o alla Fis invece potranno stare tranquilli fino alla fine di ottobre, il tempo necessario per introdurre un sistema di ammortizzatori sociali in grado di garantire tutti. Anche la proroga della cassa integrazione seguirà un doppio binario: per i lavoratori con cig ordinaria sarà estesa di 13 settimane utilizzabili entro la fine di giugno mentre per i lavoratori coperti dalla cig in deroga o dal Fis saranno rifinanziate 28 settimane da usare fino all'autunno.

Bonus bebè 

Arriva anche il bonus bebè. Il bonus sarà erogato a partire dal 18 marzo 2021. Anche in questo caso, però, per conoscere la data esatta è possibile consultare il proprio fascicolo Inps, dove ci sono tutti i dettagli. A chi spetta? Il bonus bebè viene assegnato per ogni figlio nato, adottato o in affido preadottivo e ha durata di un anno dall'avvenimento in questione. L'importo di questo beneficio per la famiglia varia in base all’Isee e oscilla da un minimo di 80 a un massimo di 160 euro. Per quel che riguarda le pensioni, il calendario per il ritiro in ordine alfabetico dovrebbe partire il 26 marzo e si dovrebbe chiudere il 1° aprile. Come già accaduto nei mesi precedenti, per l’emergenza coronavirus, anche per il mese di marzo è previsto il ritiro anticipato delle pensioni alle Poste. L’obiettivo è sempre lo stesso: evitare assembramenti di soggetti fragili agli sportelli postali per ritirare la pensione.

Bonus IRPEF 

Infine, il bonus Irpef, che da luglio 2020 ha sostituito il bonus Renzi: sarà versato agli interessati a partire dal 23 marzo 2021. La somma sarà versata direttamente dai datori di lavoro nella busta paga dei propri dipendenti, mentre i titolari di Naspi lo avranno sul proprio conto corrente. Il cosiddetto ex bonus Renzi consiste in 100 euro mensili per i lavoratori dipendenti e assimilati con un reddito inferiore ai 28mila euro, i disoccupati titolari di Naspi e coloro che già ricevono altre prestazioni economiche a sostegno del reddito, come l'indennità di maternità, l'indennità di tirocini e la cassa integrazione.

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