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Economia

Campania tra le regioni più care d'Italia, Ciarambino: "Subito osservatorio sui prezzi"

Il Trentino e la Campania sono le regioni più care d'Italia e fra le città più costose svettano Bolzano e Napoli

“Nuova maglia nera per chi ha governato la nostra regione negli ultimi dieci anni. Apprendiamo che la Campania, oltre ad essere agli ultimi posti in tutti gli indici di vivibilità e sulla vetta d’Europa per tasso di disoccupazione, è seconda in Italia per aumento del costo della vita".

Lo annuncia la candidata del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Campania Valeria Ciarambino dopo la pubblicazione dei dati diffusi dall'Unione Nazionale Consumatori,i quali rilevano che non tutte le regioni sono in deflazione in questi mesi post lockdown. In testa alla classifica dei capoluoghi e delle città con più di 150 mila abitanti più care ci sono Bolzano, Napoli e Trento. 

"L’ultima fotografia scattata dall’Unione Consumatori ci rappresenta la Campania e il suo capoluogo seconde solo al Trentino e a Bolzano tra le regioni e le città più care del Paese. Tra i primi atti del mio mandato da presidente di Regione ci sarà quello di istituire un Osservatorio sui prezzi e i beni di consumo e di prima necessità, strumento che invano stiamo invocando da anni all’amministrazione uscente. Farò inoltre istituire un numero verde, così da consentire di segnalare immediatamente a un soggetto centralizzato eventuali aumenti ingiustificati dei prezzi. Non consentirò che si continui a lucrare a danno di chi oggi ha difficoltà anche a mettere un piatto a tavola. Abbiamo il dovere di stare accanto alle famiglie in difficoltà, ma anche dei tanti commercianti che stanno pagando a caro prezzo gli effetti della crisi”.

Poi aggiunge:

“Come principale rappresentante di questa terra – prosegue Ciarambino - De Luca aveva il dovere di contrastare qualunque forma di sciacallaggio contro i propri cittadini, in particolar modo delle fasce più deboli, soprattutto in una fase recessiva seguita a un’emergenza così grave, con un incremento significativo del tasso di povertà. Ma è evidente che il suo principale interesse è stato esclusivamente quello di bruciare soldi pubblici in ospedali prefabbricati mai entrati in funzione o di regalare alle cliniche private il denaro dei cittadini, in spregio al diritto alla salute”.

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