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Bollette, brutta sorpresa in arrivo

Previsti nuovi rincari energetici per l'inizio del 2019, dopo che quest'anno Arera ha congelato gli oneri elettrici per limitare gli aumenti in bolletta. Tornano a salire le voci relative agli oneri di sistema: cosa significa e perché pagheremo (molto probabilmente) di più“

Bollette di luce e gas: ve ne sarete accorti, dal primo ottobre sono aumentate le tariffe. L'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) ha stabilito che la spesa per l'energia per la famiglia tipo in tutela registrerà un incremento del 7,6% per l'energia elettrica (+1,5 cent di euro/kWh) e del 6,1% per il gas naturale (+4,78 cent di euro/Smc) rispetto alla spesa del terzo trimestre. Per quanto riguarda l'elettricità, la spesa (al lordo tasse) per la famiglia-tipo nell'anno scorrevole (compreso tra il 1° gennaio 2018 e il 31 dicembre 2018) sarà di 552 euro, con una variazione del +6,1% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell'anno precedente (1° gennaio 2017 - 31 dicembre 2017), corrispondente a un aumento di circa 32 euro/anno. Nello stesso periodo la spesa della famiglia tipo per la bolletta del gas sarà di circa 1.096 euro, con una variazione del +5,9% rispetto ai dodici mesi equivalenti dell'anno precedente (1° gennaio 2017 - 31 dicembre 2017), corrispondente a circa 61 euro/anno.

Bollette, gli aumenti in vista nel 2019: perché pagheremo di più

La decisione di Arera arriva per far fronte ai forti aumenti dei prezzi delle materie prime energetiche che hanno raggiunto in Italia e in Europa livelli record. L'Authority ha deciso di rinnovare il blocco degli oneri generali di sistema. Situazioni analoghe di tensioni sui prezzi si riscontrano in altri Paesi europei, come in Francia e Spagna, in cui le Autorità di regolazione stanno attentamente monitorando le dinamiche di mercato per assicurarne il buon funzionamento, a tutela dei consumatori. Già in occasione dell’aggiornamento di fine giugno, gli oneri generali erano stati notevolmente diminuiti per attutire l'impatto dell'aumento del prezzo dell’energia. Ciò avrebbe dovuto comportare un aumento per recuperare il gettito perduto. Con questa manovra l’Autorità utilizza nella misura massima possibile la sua azione di scudo rinviando di un ulteriore trimestre il rialzo necessario degli oneri. L’effetto complessivo di questa manovra è il contenimento della spesa per i consumatori elettrici, domestici e non domestici, di circa due miliardi di euro (per tutto il 2018), a beneficio sia del mercato libero che di quello tutelato.

Durante l’arco di quest’ultimo anno, dunque, l’Arera ha provato a contenere i costi relativi alla luce e al gas, ma a breve si vedranno le conseguenze di questo rinvio. Nella fattispecie, il gettito perso a fine 2018 dovrà essere recuperato a inizio 2019. Il che presuppone un aumento dei costi legati all’energia e di riflesso la previsione di bollette più care per le famiglie italiane. Così, se da un lato rimarranno invariati i costi della materia prima, dall’altro torneranno a salire le voci relative agli oneri di sistema. Il già citato gettito mancante andrà recuperato nel prossimo anno. Gli aumenti, dunque, verranno applicati non agli oneri generali ma a quelli di sistema: dunque non si tratta di aumenti che verranno applicati alle tariffe vere e proprie. Arera precisa che l'aumento degli oneri di sistema "potrebbe essere modulato sulla base dell’andamento del prezzo dell’energia, con la possibilità di utilizzare eventuali congiunture positive nel corso del 2019 per accorciarne la durata, senza nel contempo gravare in maniera eccessiva sull’andamento della spesa per il servizio elettrico di famiglie e imprese". E questo cosa significa? Che se il prezzo delle materie prime dovesse scendere sensibilmente, gli aumenti potrebbero essere spalmati su un arco temporale più breve.

Cosa sono gli oneri di sistema e perché fanno aumentare le bollette

Ma cosa sono gli "oneri di sistema"? Facciamo chiarezza. Si tratta di voci che non hanno nulla a che vedere con i consumi elettrici e che contengono balzelli vari quali “oneri nucleari”, “agevolazioni per il settore ferroviario”, “enti locali che ospitano impianti nucleari”, “agevolazioni alle industrie energivore”, eccetera. Il loro peso in bolletta passa in 10 anni dall’8,2% al 22,44%. L'incremento di tasse e oneri, tradotto in euro, evidenzia come questi fattori abbiano contribuito all'aumento della spesa per le famiglie italiane. Secondo l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, la componente più consistente tra gli oneri di sistema è rappresentata dalla componente A3: si tratta di un onere che va a finanziare gli incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate. La componente A2 invece "è destinata alla copertura dei costi per lo smantellamento delle centrali nucleari dismesse (Latina, Caorso, Trino Vercellese, Garigliano)". Ma attenzione, come spiega la stessa Autorità per l’Energia, "secondo quanto previsto dalle leggi finanziarie 2005 e 2006, una parte del gettito della componente A2, pari a circa 100 milioni l'anno, viene destinato al bilancio dello Stato".

Un’altra voce degli oneri di sistema viene destinata alle agevolazioni per la fornitura di energia elettrica al sistema ferroviario. La componente A5 finanzia "la ricerca svolta nell'interesse del sistema elettrico nazionale". Un’altra componente degli oneri di sistema viene destinata a finanziare il bonus elettrico (desinato ai consumatori in stato di particolare disagio economico), la componente Ae viene destinata alle agevolazioni alle imprese manifatturiere con elevati consumi. E ancora: la componente UC4 serve per coprire i maggiori costi di piccole aziende elettriche che operano  sulle isole minori delle aziende elettriche con meno di 5mila clienti. La componente MCT, invece, "finanzia le misure di compensazione territoriale a favore dei siti che ospitano centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare" e lo smaltimento delle scorie nucleari. Ma di nuovo attenzione: dal 2005, circa il 70% del gettito di questa voce è destinato al bilancio dello Stato.

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