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Banca di Credito Cooperativo Irpina ripescata dal crac: pronta ad essere acquistata

Alessandro Ruggeri, nominato commissario ha avuto il difficile compito di salvare il salvabile contenendo costi di fitti, utenze e personale. Una strada piena di ostacoli. Ma oggi a distanza di tempo tutti tirano un sospiro di sollievo i 4mila soci, i correntisti e parte dei dipendenti

La Banca di Credito Cooperativo Irpina figurava nell’elenco di quelle a rischio. E’ stata commissariata dalla Banca d’Italia all’inizio del 2014 a causa di un livello elevato di sofferenze che ha minato il patrimonio e ad una cattiva gestione da parte del consiglio di amministrazione di quei tempi (è scattata l’azione di responsabilità).

Per la vigilanza si trattava di affidamenti facili. Nel 2013 secondo indiscrezioni il livello di crediti deteriorati raggiungeva la somma di 50 milioni. Le maggiori criticità erano i prestiti non riscossi perché senza garanzie. Aumentati nell’anno successivo per la crisi economica.

Alessandro Ruggeri, nominato commissario ha avuto il difficile compito di salvare il salvabile contenendo costi di fitti, utenze e personale. Una strada piena di ostacoli. Ma oggi a distanza di tempo tutti tirano un sospiro di sollievo i 4mila soci, i correntisti e parte dei dipendenti. Perché a giorni la banca verrà venduta alla Bcc di Battipaglia oppure a quella di Flumeri. Uniche ad aver presentato una manifestazione di interesse.

Intanto l’accordo per i dipendenti è stato già raggiunto con i sindacati: dei 68 addetti ne resteranno 53 perché i restanti 15 saranno redistribuiti tra le 19 bcc campane. I dipendenti si sono regolati: la riduzione di un livello contrattuale e la diminuzione del reddito annuo lordo secondo la formula “chi guadagna di più paga di più”, compresa tra il 10% e il 35%. Ma per i correntisti non sono stati giorni tranquilli.

E da fonti del credito cooperativo si conferma: “i risparmi sono al sicuro, il sistema ha messo in sicurezza la Bcc Irpina: è solido e ha gli anticorpi per risolvere le crisi al proprio interno. Il cet 1 ratio, che misura il livello di solidità  patrimoniale  in Campania sfiora il 20%, quasi il doppio della media nazionale. Inoltre ci sono quote frazionabili di bond subordinati in circolazione solo di due Bcc su 19: gli altri sono stati tutti rimborsati. Senza dimenticare che gli strumenti di categoria hanno permesso ai clienti e anche ai possessori di bond subordinati di non subire alcun danno, anche perché la nostra rete è la terza in Italia per patrimoni aggregati”.

Unica negatività preoccupante i ricorsi per anatocismo dei clienti. Le cause pendenti sono molte. Un imprenditore ha avuto ragione ed è stato risarcito dopo  10 anni. La Banca pretendeva da un cliente oltre 150mila euro derivanti da interessi passivi su operazioni bancarie. L’imprenditore si è rivolto al legale Adusbef, Edoardo Gimigliano, ed ha intentato causa all’istituto di credito. “Il tribunale di Avellino ha condannato la BCC per anatocismo (la produzione di interessi da altri interessi) sullo scoperto bancario e per usura sui tassi d’interessi di un mutuo. – spiega l’avvocato – L’imprenditore non solo non ha dovuto versare i 150mila euro richiesti dalla Banca, ma gli sono stati riconosciuti 46mila euro a credito oltre alle spese legali che sono di 11mila euro circa”.

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