Violenze fisiche e psicologiche nei confronti dell'ex compagna: “Chiedo solo di poter fare il padre”

Vi abbiamo raccontato la vicenda che i carabinieri di Altavilla Irpina si sono sentiti riferire da una donna. Quest’ultima ha accusato l’ex convivente di avergli trasformato la vita in un vero incubo; schiacciandola sotto il peso delle minacce, del disprezzo e delle accuse di dubbia moralità. Una escalation di aggressività divenuta ancora più intensa nel momento in cui, la coppia, veniva a conoscenza del fatto che - lei - stesse aspettando un bambino. Ciò l'aveva indotta a interrompere la relazione nell'aprile 2022. Tuttavia, anche dopo essersi allontanata dall'abitazione, il compagno aveva continuato con i suoi comportamenti aggressivi e minacciosi, tanto da costringerla a cambiare le sue abitudini di vita. Un’infinità di messaggi in cui minacciava di mandarle i servizi sociali per toglierle il bambino, in quanto incapace di crescerlo perché anoressica.  

Le accuse di violenza nei confronti dell’uomo sono molto gravi. La giovane ha dichiarato di essere stata presa a schiaffi, di aver ricevuto pugni e tirate di capelli. Stando a quanto si apprende dai verbali, infine, l’episodio che ha condotto alla definitiva rottura sarebbe stato il rifiuto del compagno, nel corso della gravidanza, di accompagnarla presso una struttura sanitaria nonostante accusasse malori e avesse perdite ematiche. Proprio su questo punto Nicola, il protagonista di questa vicenda, ha voluto dire la sua; rivendicando – al di là dell’esito del procedimento – la volontà di volersi prendere cura del bambino.

“Non mi sta facendo sapere nulla della gravidanza”

“Io l’ho fatta visitare, grazie ad alcune amicizie, anche nel corso della pandemia, con tutte le difficoltà oggettive che ne conseguivano", dichiara. "La sera in cui lei ha avuto quelle perdite ematiche io mi ero già addormentato. Nel corso della notte mi sono svegliato per andare in bagno e, all’interno del water, ho visto del sangue. L’ho svegliata per chiederle cosa fosse successo e, in quel momento, ho appreso che lei non se ne era neanche accorta. Ho contattato il ginecologo all’una di notte ma non l’ho trovato, poiché era il periodo di Pasqua. La mattina successiva ci siamo recati alla Clinica Malzoni e abbiamo appurato che non si trattasse di nulla di grave. Mi sono mobilitato con il ginecologo per ottenere una visita più approfondita. Purtroppo, dato che lei era raffreddata ed eravamo in piana emergenza Covid, abbiamo deciso di farla visitare presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Moscati. Quando ha fatto il tampone è risultata positiva e solo successivamente, con estrema difficoltà, siamo riusciti a farla visitare”.

Nicola ha voluto chiarire che, qualunque sia l'esito del processo, vuole essere un padre per questo bambino: “Io le sto già mandando del denaro per portare avanti questa gravidanza. Lei non mi sta facendo sapere nulla. Il giudice mi ha imposto di non avvicinarmi, d’accordo, ma io – tramite il mio avvocato – continuo a interessarmi. Lei è tenuta ad aggiornarmi sulla gravidanza ma, al momento, questo non sta avvenendo. Io voglio soltanto essere un padre per il bambino", conclude.  

Adesso, per l'ex compagno, è stato disposto il giudizio immediato 

Adesso la vicenda è destinata a continuare nelle aule del Tribunale di Avellino poiché, per l'uomo, è stato disposto il giudizio immediato, che avrà luogo il 2 febbraio 2023. L’avvocato Danilo Iacobacci difenderà la giovane vittima. Il compagno, invece, sarà difeso dagli avvocati Alberico Villani e Michele Scibelli. Proprio quest’ultimo, ha aggiunto: “Noi ci difenderemo. Abbiamo fiducia nella magistratura. Abbiamo raccolto prove importanti e cercheremo, in aula, di smontare il reato più grave: quello relativo ai maltrattamenti”.