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Cronaca

Truffe agli anziani: ordinanza di misura coercitiva per 3 persone

Ben 14 gli episodi accertati dai militari operanti durante l’attività, riguardanti truffe consumate o tentate nei confronti di soggetti vulnerabili dimoranti nelle Province di Caserta, Napoli e Avellino

I carabinieri della Compagnia di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura coercitiva disposta dal Tribunale di Napoli, sezione Riesame, nei confronti di 3 persone (due destinatarie di custodia cautelare in carcere, allo stato irreperibili, e una agli arresti domiciliari) residenti a Napoli.

Dalle complesse attività di indagini svolte è emersa l’operatività di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di anziani. Sono stati ben 14 gli episodi accertati dai militari operanti durante l’attività, riguardanti truffe consumate o tentate nei confronti di soggetti vulnerabili dimoranti nelle Province di Caserta, Napoli e Avellino per un danno complessivo ammontante a circa 50mila euro fra denaro e preziosi.

L’ordinanza di custodia cautelare costituisce l’epilogo di una complessa attività investigativa avviata nel 2018, diretta da questa Procura e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Caserta, sia con attività d’intercettazione telefoniche sia con mirati servizi di osservazione e pedinamento, grazie alla quale sono state acquisite preziose informazioni che, anche per merito del raccordo informativo tra i vari comandi dell’Arma dei Carabinieri presenti in maniera capillare sul territorio, hanno consentito di scongiurare che numerosi tentativi di truffa venissero portati a termine nonché di procedere anche all’arresto in flagranza di due dei tre componenti del sodalizio nel Comune di Avellino, subito dopo aver consumato una truffa in danno di un’anziana donna di 92 anni dalla quale si erano fatti consegnare, con l’inganno, la somma in contanti di 3.800 euro.

Le investigazioni, in particolare, hanno consentito di disvelare la stabile ed articolata struttura organizzativa del gruppo criminale che aveva un preciso modus operandi. Due si occupavano d’individuare il Comune dove operare, selezionare le vittime, fornire gli apparecchi telefonici ed i veicoli utilizzati per commettere le truffe. Il terzo complice era invece l’esecutore materiale delle truffe. Egli grazie al suo aspetto ben curato e per il tratto elegante, era colui che si presentava presso le abitazioni delle vittime simulando di essere un collaboratore di uno studio legale.

L’ingegnoso sistema di raggiro utilizzato dal sodalizio criminale consisteva infatti nel contattare telefonicamente le vittime fingendo di essere un parente (solitamente il figlio o il nipote), con la finalità di convincere la persona anziana della necessità di dover corrispondere urgentemente ad un avvocato una somma di denaro, a titolo di onorario legale, al fine di consentire al parente di poter incassare un assegno emesso in suo favore all’esito di una pratica risarcitoria. Una volta che la vittima aveva abboccato al raggiro, entrava in azione l’esecutore materiale, il quale si presentava a casa ben vestito, simulando di essere un collaboratore dello studio legale e prelevava la somma richiesta, o, in caso di assenza di contanti, gioielli e monili in oro.

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