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Cronaca

Tentato omicidio del boss Clemente, ecco la condanna per Di Matola

L'imputazione è di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione ma senza metodo mafioso

Tentato omicidio aggravato dalla premeditazione ma senza metodo mafioso. Nella giornata di oggi si è svolto il rito abbreviato per Salvatore Di Matola, accusato del ferimento del boss Fiore Clemente e di un suo nipote Giovanni Pacca. L’agguato avvenne l’11 febbraio 2022, davanti ad un supermercato di San Martino Valle Caudina. Il 17 febbraio prossimo - dinanzi al Gup del Tribunale di Avellino, Fabrizio Ciccone – è stato celebrato il rito abbreviato per Salvatore Di Matola difeso dall’avvocato Alessio Ruoppo. Il Pubblico Ministero, Fabio Massimo Del Mauro - che ha ricevuto il fascicolo da Napoli - ha chiesto la pena di anni dieci per Di Matola, sottoposto alla misura cautelare della detenzione in carcere dal febbraio dello scorso anno. La sentenza, infine, è stata di anni 8 e mesi 4 di reclusione. Esclusa la premeditazione. 

Accusato di duplice tentato omicidio

Salvatore Di Matola, 35enne fratello di Gianluca Di Matola, l’uomo che uccise il boss Orazio De Paola, è accusato di essere l'uomo che ha sparato fuori da un supermercato a San Martino Valle Caudina a Fiore Clemente, 35enne, elemento di primo piano del clan Pagnozzi. Le ricerche si sono concentrate in tutta la Campania e, dopo tre giorni di fuga, è stato fermato a Napoli dai carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Avellino.

La dinamica dell'agguato

L'agguato è avvenuto l'11 febbraio, in pieno giorno in Valle Caudina. È successo davanti a un supermercato pieno di gente a San Martino Valle Caudina: nel mirino zio e nipote che sono rimasti gravemente feriti. Ma l'obiettivo di chi ha fatto fuoco era Fiore Clemente, tornato da poco in libertà, ritenuto dagli investigatori uno degli uomini di punta del clan Pagnozzi che negli anni ha sempre controllato gli affari illeciti nella zona al confine tra Avellino e Benevento. Ferito anche il nipote, Giovanni Pacca, che lavora in quella zona e che stava accompagnando lo zio all'auto. I proiettili avrebbero potuto raggiungere anche i numerosi clienti che si trovavano nei pressi del supermercato di via San Martino Vescovo.

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