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Cronaca Montella

Stato vs Chiesa a Montella: il plesso di San Francesco a Folloni diventerà un presidio socio sanitario?

L’amministrazione comunale ha già deciso ma i Frati non mollano

Ormai non ci sono più dubbi in merito: il Covid Residence di San Francesco a Folloni a Montella sta per diventare una struttura socio sanitaria accreditata al servizio al territorio. Una trasformazione che si concretizzerà quando l’emergenza sanitaria sarà completamente finita. A stabilirlo è l’amministrazione comunale di Montella che, nei giorni scorsi, ha fatto pervenire senza possibilità d’appello un avviso ai Frati Conventuali Minori che, di fatto, vivono all’interno della struttura. 

I Francescani hanno contattato avvocati e storici

Ricordiamo che il complesso monastico di Folloni è di proprietà comunale ed è già stato stabilito che i frati continueranno ad avere l’uso perpetuo della chiesa, dell’area museale e del convento ma, per quanto riguarda l’area adibita a Covid Residence, il destino sarà ben diverso. Una decisione che, ovviamente, ha tagliato le gambe ai Frati. Il Convento di San Francesco, oltre alla Chiesa, dispone di una Biblioteca e 40 stanze destinate a uso perpetuo da parte dei Francescani. Quest’ultime non sono utilizzate soltanto a fine ludico, ma anche spirituale. Il valore storico e religioso di questa struttura è notevole. Con l'avvento della pandemia, è successo che questi spazi sono stati adibiti a Covid Residence: è stato fatto un accordo con l'Asl e con il Comune e i Francescani hanno donato la struttura per consentire questo tipo di utilizzo. 

Si rischia una battaglia Stato/Chiesa

La decisione dell’amministrazione di renderla una struttura socio sanitaria accreditata va a cozzare violentemente contro le funzionalità spirituali della struttura stessa. I Francescani hanno le loro stanze, ma c'è un gruppo di giovani Francescani che utilizza questi spazi per organizzare riunioni o ritiri spirituali.  Un’idea, quella dell’amministrazione, che ha colto alla sprovvista la comunità, perché in pochi ne erano a conoscenza, se non i Francescani stessi. Adesso, se non si troverà una soluzione alternativa, si rischia davvero una battaglia Stato/Chiesa e l’amministrazione comunale montellese, senza ombra di dubbio, non ha la minima intenzione di dare vita a questi “patti lateranensi 2.0”. Dalla sua fondazione, infatti, questo “locus” è la memoria viva di san Francesco nel territorio dell’Alta Valle del Calore per la presenza ininterrotta dei frati minori conventuali della Provincia religiosa di Napoli.

Il volto serafico di Francesco, senza pretese libero semplice e povero è il volto di quei primi due frati rimasti anonimi e, dopo ottocento anni, il volto dei frati che oggi abitano il convento. 

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