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Cronaca

Stanotte lancette indietro: si dorme un'ora in più

Tra sabato 24 e domenica 25 ottobre, alle 3.00 di notte (domenica) dovremo spostare gli orologi un’ora indietro, portando le lancette sulle 2.00

Tra sabato 24 e domenica 25 ottobre, alle 3.00 di notte (domenica) dovremo spostare gli orologi un’ora indietro, portando le lancette sulle 2.00. Dunque, dormiremo un’ora in più e domenica mattina potremo svegliarci più riposati. Cambio dell'ora che non comporterà solamente l'anticipazione del tramonto del sole, e quindi più ore di "buio", ma anche qualche effetto collaterale sul nostro organismo e sul nostro umore. Insonnia, inappetenza, spossatezza, fatica nella concentrazione e flessione del tono dell'umore. Non solo un'ora di sonno in più quindi, il cambio dell'ora porterà oltre 12 milioni di italiani a soffrire notevoli disagi dal punto di vista del benessere fisico ed emotivo. 
I sessanta minuti di sonno in più saranno quindi deleteri per la salute degli italiani e gli effetti negativi colpiranno i “gufi”, le persone che prediligono coricarsi alle ore piccole, e soprattutto le “allodole”, che amano godersi le prime ore di luce del giorno. 
 
Ecco qualche consiglio per facilitare il nostro organismo nel passaggio dall'ora legale all'ora solare: 1. Risincronizzarsi lentamente: E’ importante poi aiutare a risincronizzare i ritmi circadiani provando ad andare a letto più tardi nei gironi immediatamente prima del cambio dell’ora e alzandoci un po’ dopo nello stesso weekend, sfruttando effettivamente l'ora in più e allenarci così gradualmente al cambiamento, che altrimenti patiremo con più forza il lunedì successivo. 2. Fare attività fisica: Gli effetti ormonali di questi cambiamenti vengono attenuati dall’attività fisica aerobica, consigliabile in questo periodo a chi non soffre di pericolosi fattori di rischio cardiocircolatori. 3. Mangiare leggero: Non dimentichiamoci di mantenere uno stile alimentare fatto di pasti leggeri e non di cedere alla naturale iperfagia che si può presentare come elemento a corollario di questa sindrome, indotta da un meccanismo di compenso neurobiologico.

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