rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Spaccio di droga a volti noti e professionisti di Avellino: tremano i clienti

Tra gli acquirenti anche professionisti e personaggi legati al mondo delle istituzioni. I luoghi in cui avveniva l'attività di spaccio, poi, erano la zona adiacente il cimitero, oppure nei pressi del palazzetto dello Sport o anche all'interno del parcheggio di un noto locale di Avellino

Nella mattinata del 9 giugno, la Squadra Mobile della Questura di Avellino ha dato esecuzione a un'ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di dieci persone, delle quali quattro destinatarie della misura coercitiva carceraria e sei della misura degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Avellino, su richiesta della Procura della Repubblica, in quanto gravemente indiziati, allo stato delle indagini, del reato di detenzione e cessione di sostanza stupefacenti del tipo cocaina.

Questa attività di spaccio ha riguardato volti "notissimi" del capoluogo irpino. Tra gli acquirenti, infatti, vi erano anche professionisti e personaggi strettamente legati al mondo delle istituzioni. I luoghi in cui avveniva l'attività di spaccio, poi, erano la zona adiacente al cimitero, oppure nei pressi del palazzetto dello Sport o anche all'interno del parcheggio di un noto locale di Avellino. Non solo volti noti, però. Perché i pusher avevano messo in piedi un'ottima rete di spaccio nel centro città. Alcuni recenti casi di cronaca hanno poi riportato l’attenzione sul fenomeno, in particolare per la giovanissima età anagrafica dei protagonisti. Cocaina e minore età sembra essere il nuovo binomio. 

Il blitz che ha portato alla luce il lato "tossico" di Avellino

Non c'è da sorprendersi che l'operazione compiuta dalla Squadra Mobile di Avellino abbia visto, tra gli acquirenti più assidui, anche volti notissimi del capoluogo. Sotterrata da una montagna d'ipocrisia, Avellino - esattamente come moltissime altre città - lotta spasmodicamente per non far venire a galla i propri vizi, nascondere sotto al tappeto i propri mali e quel lato profondamente oscuro che, da sempre, si cerca di bollare con la frase: "Siamo una realtà troppo piccola per queste cose. Mica siamo a Napoli o Milano?". In realtà, è proprio nelle realtà più piccole che, spesso e volentieri, vanno ricercate le situazioni più torbide e moralmente discutibili. 

Una “piccola storia ignobile” che vede Avellino ancora una volta protagonista. Vogliamo veramente credere che Avellino sia un'isola felice dove il male non esiste? Vogliamo veramente continuare a raccontarci la favoletta che la camorra è un problema che riguarda solo Napoli e Caserta? 

Continuando a prenderci in giro in questo modo, a nulla serviranno le operazioni antidroga di polizia e carabinieri. E, per affiliati o anche semplici spacciatori, le attività criminali continueranno a trovare terreno fertile. D'altronde, ad Avellino, le menzogne vengono spacciate con ancora maggiore facilità rispetto alla cocaina. 

L'operazione della Squadra Mobile di Avellino 

La mattina del 9 giugno, la squadra Mobile della Questura di Avellino ha dato il via ad un'operazione antidroga nel capoluogo irpino. In esecuzione di un'ordinanza del gip del Tribunale di Avellino, eseguendo diverse misure cautelari nei confronti di persone accusate di spaccio di sostanze stupefacenti.

L'attività d'indagine prendeva le mosse dal sequestro di sostanza stupefacente operato nei confronti di alcuni tossicodipendenti, i quali avevano acquistato lo stupefacente dall'attuale principale indagato, il quale, grazie a un'attenta attività di pedinamento e osservazione degli agenti della Squadra Mobile, veniva successivamente tratto in arresto, in quanto trovato in possesso di 63 bustine di cocaina. Quest'ultimo, nonostante fosse stato sottoposto agli arresti domiciliari, continuava a gestire una florida attività di spaccio di cocaina, avvalendosi dei membri della propria famiglia e degli altri indagati, utilizzati soprattutto per le consegne. Sempre la stessa persona, nel mese di settembre dello scorso anno, veniva nuovamente arrestata, in quanto trovata in possesso di altre 72 bustine di cocaina e, questa volta, veniva applicata nei suoi confronti la misura coercitiva della custodia in carcere.

Tale circostanza non determinava, tuttavia, la cessazione delle attività di spaccio gestite dal gruppo. Ed infatti, nella gestione di tale illecito commercio, subentrava la sorella e il fidanzato di quest'ultima, che venivano a loro volta tratti in arresto, poiché sorpresi nella flagranza del reato di detenzione e cessione di sostanza stupefacente, essendo stati trovati in possesso di 33 bustine di cocaina, confezionate e pronte per essere immesse sul mercato.

L'attività di indagine proseguiva assai utilmente anche mediante operazioni tecniche che consentivano di ricostruire le modalità operative del gruppo. In particolare, si accertava che gli indagati utilizzavano un linguaggio in codice per differenziare la cocaina dal crack, identificate rispettivamente con il temine di "prosciutto crudo" e di "prosciutto cotto".

Sulla base di tali investigazioni, venivano effettuati numerosi sequestri di dosi di sostanza stupefacente, di danaro e materiale per il confezionamento.

L'indagine in questione si inserisce in un più articolato programma investigativo, elaborato da questo Ufficio in collaborazione con le Forze di Polizia, diretto a contrastare il dilagare dello smercio di sostanze stupefacenti nel capoluogo irpino, con effetti pregiudizievoli soprattutto nei confronti dei più giovani.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Spaccio di droga a volti noti e professionisti di Avellino: tremano i clienti

AvellinoToday è in caricamento