Boccone amaro per l'imprenditore Moschillo, sequestrati 10milioni di euro di capi
Tra il negozio milanese e il centro di produzione di Forlì, sono stati sequestrati capi d'abbigliamento e macchinari utilizzati per fabbricarli
Producevano e vendevano abbigliamento e accessori di Richmond, o di altri marchi associati al gruppo, nel negozio di via Bigli 2, ma non ne avevano più titolo. Protagonisti Saverio e Alessandra Moschillo, imprenditori della moda di origine arianese che sono stati denunciati, mentre l'insegna del negozio, per ordine del pm, è stata rimossa. L'operazione è stata condotta dalla polizia locale di Milano, sotto la direzione del comandante Antonio Barbato, e rientra in una attività di polizia giudiziaria coordinata dalle procure di Milano e Forlì.
Tra il negozio milanese e il centro di produzione di Forlì, sono stati sequestrati migliaia di capi d'abbigliamento, nonché i macchinari utilizzati per fabbricarli: più di mille capi solo nella boutique milanese. Si tratta dell'ultimo capitolo di una querelle tra la società Fashioneast Sarl, titolare del marchio John Richmond e altri associati (tra cui Richmond Denim e Richmond London) e l'ex socio Saverio Moschillo, denunciato dalla società stessa e dal fondatore John Christopher Richmond per avere continuato a produrre i marchi della casa nonostante non fosse più né socio né rappresentante.
Il valore complessivo del sequestro è di decine di milioni di euro. Oltre a Saverio Moschillo è stata denunciata anche Alessandra, figlia dello stilista e imprenditore napoletano. La prima ordinanza contro la famiglia Moschillo risale a giugno 2016, poi ci sono stati ricorsi e altri pronunciamenti dei tribunali. A settembre 2016 Moschillo ribadì di ritenere lecito l'uso del marchio Richmondo ma partecipò alla settimana della moda di Milano con il marchio Rich per evitare possibili ripercussioni sulla kermesse. A gennaio 2017 sono intervenuti sempre nella boutique di via Bigli per oscurare l'insegna.