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Cronaca

Carceri, la situazione precipita: "Agenti picchiati e selfie dietro le sbarre"

La nota del Sappe

E' vero che i selfie hanno sdoganato anche gli ambienti più formali, ormai persino ministri e cardinali non si sottraggono alla pratica dell'autoscatto, ma che dei detenuti in regime di massima sicurezza usino i cellulari per immortalare la propria quotidianità, come la più innocente delle comitive di studenti in gita, beh, non può che stupire. L'episodio paradossale è accaduto nel carcere di Benevento. Prima che i carcerati potessero postare le foto su facebook e magari raccogliere anche una pioggia di like, come già accaduto con il caso dei baby boss della paranza napoletana, gli agenti sono intervenuti sequestrando i telefonini. A darne notizia è proprio il Sappe, sindacato autonomo delle guardie carcerarie, che in una nota riaccende l'attenzione sulla carenza di personale e sulle strutture fatiscenti.

Mentre a Benevento la polizia penitenziaria è alle prese con i cellulari, ad Avellino si è registra l'ennesima aggressione ai danni degli agenti penitenziari. Due carcerati hanno colpito e costretto alle cure mediche un assistente capo. Niente di nuovo, purtroppo, nel penitenziario irpino. Già nei mesi scorsi al centro delle polemiche. Quando nella struttura erano stati requisiti diversi telefonini e caricatori. Mentre ad Ariano Irpino gli agenti avevano intercettato della droga nascosta in una confezione del salame.

L'escalation di violenza dietro le sbarre non risparmia Napoli e Salerno. Nel penitenziario salernitano due gruppi di detenuti africani sono stati protagonisti di una feroce rissa. Durante gli scontri due agenti della Polizia Penitenziaria hanno riportato lesioni e sono stati ricoverati: uno ha una gamba rotta ed è  stato ingessato con 25 giorni di prognosi, l'altro se le è cavata con 3 giorni. Dall'inizio della settimana sono stati rinvenuti altri tre cellulari anche a Salerno.

Il segretario nazionale per la Campania del Sappe, Emilio Fattorello, è duro anche con gli organi inquirenti: «Abbiamo una Procura in Regione che ha disposto il dissequestro di tre cellulari in carcere sequestrati a diversi detenuti e la restituzione degli stessi ai legittimi proprietari. Eppure questi cellulari possono facilmente favorire le"imbasciate" dei malavitosi dall'interno all'esterno. Le celle sono diventate veri e propri Call Center della malavita s.p.a. In una Regione come quella Campana ad alto indice di criminalità organizzata. Sempre, non per creare allarmismi, ma per esclusive prerogative Sindacali riconosciute da conclamata Giurisprudenza, dobbiamo riportare tra l' altro l'aggressione ad un collega e un infortunio sul posto di lavoro».

Gli fa eco il segretario generale del Sappe, Donato Capece: «Ogni giorno succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade dietro le sbarre. Le carceri della Campania sono ad alta tensione per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. E non è certo con la censura che si vorrebbe imporre nelle carceri, che vorrebbero vietare di dare conto all’esterno di quel che avviene nei penitenziari campani, che le cose possono migliorare… Invito il Ministro della Giustizia Bonafede a mandare subito gli ispettori ministeriali in Campania».

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