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Cronaca

Save the Children: in Campania oltre 1 minore su 5 in povertà relativa

Presentati in anteprima i dati del 7° Atlante dell'Infanzia (a rischio), quest'anno, per la prima volta, pubblicato da Treccani e disponibile nelle librerie italiane da inizio dicembre

Sin dalla nascita conoscono la povertà nella loro vita, crescono in condizioni di svantaggio e deprivazione rispetto ai loro coetanei e incontrano barriere e ostacoli che li separano da opportunità educative e formative. 
Sono le migliaia di bambini e ragazzi protagonisti del 7°Atlante dell’Infanzia (a rischio) “Bambini, Supereroi” di Save the Children - l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuoverne i diritti –, che quest’anno, per la prima volta, viene pubblicato da Treccani e sarà disponibile nelle librerie italiane da inizio dicembre 2016. 
Un viaggio nell’Italia dei bambini e con i bambini per portare alla luce la dura realtà dell’infanzia a rischio ma che, allo stesso tempo, valorizza le risorse e le capacità di resilienza dei minori, veri e propri “Superpoteri” per resistere a situazioni di precarietà e superare condizioni di vita difficili.
Nel Mezzogiorno, 1 bambino su 5 non dispone di spazi adeguati a casa per fare i compiti e non può permettersi di praticare sport o frequentare corsi extrascolastici, mentre 1 su 10 non possiede giochi a casa o da usare all’aria aperta. In Campania, la percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato precocemente gli studi, fermandosi alla licenza media, tocca il 18,8% (un dato superiore alla media nazionale del 14,7%), mentre circa 1 alunno di 15 anni su 3 non raggiunge le competenze minime in matematica e in lettura. Nel nostro Paese, 6 bambini e ragazzi su 10 i cui genitori hanno un titolo di studio basso sono a rischio di povertà ed esclusione sociale, un dato molto significativo considerando che in Campania la metà degli adulti tra 25 e 64 anni è ferma alla licenza media. 
Nella regione, inoltre, 1 bambino su 5 di 8-9 anni è obeso (19,2%) e 1 su 3 in sovrappeso (28,6%), livelli più elevati in tutto il Paese. Nella provincia di Napoli,1 minore su 3 tra 0 e 17 anni risiede in comuni sciolti per mafia tra il 1997 e il 2015 (36,2% sul totale dei minori nella provincia) , o in un comune in dissesto o riequilibrio finanziario (32,4%) .
Lo raccontano alcune delle 48 originali mappe comprese tra le 43 tavole e le 280 pagine di analisi e dati geolocalizzati di cui è composto quest’anno l’Atlante, a cura di Giulio Cederna, corredato dagli scatti di Riccardo Venturi e realizzato nell’ambito della campagna “Illuminiamo il futuro”, avviata da Save the Children con l’obiettivo di contribuire a debellare la povertà educativa in Italia entro il 2030.
“L’incontro tra Save the Children e Treccani, una delle istituzioni più prestigiose e autorevoli della cultura italiana, è la migliore dimostrazione delle tesi di fondo di questa pubblicazione: lotta alle povertà dei bambini e promozione culturale sono due facce della stessa medaglia. Dobbiamo considerare l’infanzia in Italia come un vero e proprio tesoro, che va difeso e protetto ad ogni costo: per far questo occorre conoscerlo, comprenderne i problemi e mappare in controluce ciò che si può e si deve fare per rimettere a posto le cose, come raccontano le pagine e le mappe del nostro Atlante. Solo così potremo sperare di dare un futuro diverso a migliaia di giovani svantaggiati di questo Paese”, afferma Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children. 
“La Treccani - afferma Massimo Bray, Direttore Generale della Enciclopedia Italiana - è da sempre molto attenta nell’affrontare e nel proporre strumenti di comprensione della complessa realtà sociale. In questo contesto la collaborazione con Save the Children aggiunge un ulteriore valore a questa scelta, un valore legato alla consapevolezza che le potenzialità espresse dai bambini e dai ragazzi del nostro Paese vanno preservate e coltivate con estrema cura e attenzione”.
L’infanzia in Italia, un tesoro che va protetto, soprattutto se si considera che i bambini nel nostro Paese sono sempre meno. Il 2015 ha fatto registrare il record negativo di nati registrati all’anagrafe: 485.780 bambini, un livello di guardia mai oltrepassato dall’Unità d’Italia. In Campania, il tasso di natalità è pari a 8,7 nati ogni 1.000 residenti nel 2015, in linea con la media nazionale di 8 su 1.000, un dato in costante calo dal 2008, quando il tasso di natalità italiano era pari a 9,8 su 1.000. Anche i minorenni, in Italia, sono sempre meno. Il loro peso specifico sul totale della popolazione italiana è sceso dal 17% del 2009 al 16,5% attuale (poco più di 10 milioni di bambini e ragazzi da 0 a 17 anni). Nelle province di Avellino e Benevento il dato si abbassa ulteriormente (15,9% e 15,8%), mentre Napoli e Caserta sono le province italiane, dopo Bolzano, con la più alta presenza di bambini e ragazzi tra 0 e 17 anni sul totale della popolazione (19,7% e 19,3%) . 
Le conseguenze della povertà: i bambini senza
In Italia i bambini di 4 famiglie povere su 10 soffrono il freddo d’inverno perché i loro genitori non possono permettersi di riscaldare adeguatamente la casa, rischiando così di contrarre bronchiti o malattie cardiovascolari. Un dato di ben 15 punti superiore alla media europea (39% contro 24,7%). Nel nostro Paese, questo fenomeno della cosiddetta povertà energetica riguarda anche l’11% delle famiglie non povere con bambini, una percentuale che in Svezia e Norvegia si abbassa allo 0,3% . 
Dalla mappa dei “Bambini Senza” emerge che nel Mezzogiorno quasi 1 bambino su 10 (tra 1 e 15 anni) non riceve un pasto proteico al giorno e 1 su 5 non dispone di spazi adeguati a casa per fare i compiti e non può permettersi di praticare sport o frequentare corsi extrascolastici. Un bambino su 10 non possiede giochi a casa o da usare all’aria aperta e non può indossare abiti nuovi. Quasi 1 bambino su 2 non sa cosa voglia dire trascorrere una settimana di vacanza lontano da casa, mentre più di 1 su 10 non può partecipare alle gite scolastiche, non può permettersi di invitare a casa i suoi amici per giocare e non può festeggiare il suo compleanno .
In Campania, 3 bambini su 4 tra i 6 e i 17 anni non hanno visitato mostre o musei nel 2015 (70%), mentre più di 4 su 5 non sono andati a concerti musicali (81,9%) . 
Sono solo alcune delle conseguenze tangibili della povertà sulla vita dei bambini nel nostro Paese, dove, secondo dati Istat, oggi più di 1,1 milioni di minori, di cui 450.000 al Sud, vivono in povertà assoluta, una condizione che tra il 2005 e il 2015 ha visto triplicare la sua incidenza sulle famiglie con almeno un minore, passando dal 2,8% al 9,3%. La povertà assoluta è diffusa soprattutto nel Mezzogiorno, dove colpisce più di una famiglia con bambini su 10 (10,9% contro l’8,6% di famiglie in povertà assoluta al Nord). Più di 1 minore su 5 in Campania tra 0 e 17 anni (21,8%) risulta inoltre in povertà relativa (indicatore che rileva la presenza di famiglie che spendono poco, sotto la media nazionale) - una percentuale più alta della media nazionale (20,2%).
Il nostro Paese, del resto, presenta livelli di povertà minorili superiori alla media europea: quasi 1 minore di 17 anni su tre (32,1%) è a rischio di povertà ed esclusione sociale in Italia, ben 4 punti e mezzo sopra la media europea (27,7%)  (mappa del “Rischio di povertà in Europa”).
Gli investimenti per l’infanzia: pochi e inefficaci 
Per affrontare la questione della povertà, l’Italia, secondo gli ultimi dati Eurostat sulla spesa sociale in Europa per il 2013, destina una quota di spesa sociale destinata a infanzia e famiglie pari alla metà della media europea (4,1% rispetto all’8,5%), mentre i fondi destinati a superare l’esclusione sociale sono pari appena allo 0,7%, contro una media europea dell’1,9%. La mappa “Efficacia del welfare” mette inoltre in evidenza che gli interventi di welfare messi in campo dal nostro Paese per il 2014 sono riusciti a ridurre il rischio di povertà per i minori di 18 anni di soli 10 punti percentuali (dal 35% al 25%). Un risultato che ci pone tra gli ultimi nel Vecchio Continente, davanti solo a Romania e Grecia, considerando che mediamente in Europa gli interventi sociali in favore di famiglie e minori riescono a ridurre il rischio di povertà del 15,7% .  
“Perché gli investimenti pubblici e privati si rivelino efficaci e facciano realmente la differenza è fondamentale che il loro utilizzo venga inserito in un quadro strategico, senza sovrapposizioni, interventi spot, sprechi e compartimenti stagni con una reale attenzione alla valutazione di impatto – spiega Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children -. Speriamo che il fondo per il contrasto alla povertà educativa, recentemente attivato dalle fondazioni di origine bancaria, dal governo, con il coinvolgimento del terzo settore e delle scuole, possa essere una occasione concreta per ripensare e dare slancio a tutte le politiche per l’infanzia e l’adolescenza”.
L’impatto della povertà sulla riuscita scolastica e sulla salute dei bambini 
L’assenza di opportunità e stimoli ha forti ripercussioni anche sulla riuscita scolastica di bambini e ragazzi. In Campania il 35,8% degli alunni di 15 anni non raggiunge le competenze minime in matematica e il 28,2% in lettura, risultati peggiori rispetto alla media in Italia (24,7% in matematica e 19,5%) . La percentuale di giovani campani tra i 18 e i 24 anni che abbandonano precocemente gli studi, fermandosi alla licenza media, tocca il 18,8% - nonostante una diminuzione dell’8,7% in meno dal 2005 -, un dato superiore alla media nazionale del 14,7%. Solo Sicilia e Sardegna fanno registrare percentuali più elevate (24,3% e 22,9%) . 
D’altro canto, anche il livello di istruzione basso dei genitori rappresenta un forte fattore di rischio per la vita e il futuro dei bambini. Dalla mappa della “Scolarizzazione e povertà” salta all’occhio che in Italia quasi 6 bambini su 10 (58,3%) - tra 0 e 17 anni - i cui genitori hanno un titolo di studio che non supera la licenza media inferiore sono a rischio di povertà ed esclusione sociale, contro il 13% dei figli di genitori laureati. Un dato molto significativo considerando che in Campania quasi 1 adulto su 2 tra 25 e 64 anni (49,1%) è fermo alla licenza media inferiore . Sulle famiglie economicamente più fragili si è fatto sentire anche l’effetto della crisi: tra il 2008 e il 2014, la percentuale di minorenni figli di genitori con bassi titoli di studio a rischio povertà è cresciuta del 10,2% a livello nazionale, contro una media del 7,9% a livello europeo  (mappa “Crisi e titoli di studio”).
Le povertà economiche ed educative dei genitori possono lasciare il segno sulla vita dei bambini anche al momento della nascita. In Italia, tra le donne senza alcun titolo di studio o con solo la scuola elementare, la quota di chi non effettua visite di controllo durante la gravidanza (5,4%) o di chi lo fa solo dopo la dodicesima settimana (11,2%) è 3-4 volte superiore rispetto a quella delle madri con livelli di istruzione elevati (1,8% e 2,6%) . 
Nonostante la mortalità infantile in Italia si sia drasticamente ridotta nel corso tempo, raggiungendo oggi un tasso medio nazionale di 3,2 decessi entro il primo anno di vita per 1.000 nati vivi, permangono importanti differenze territoriali. In Campania, ad esempio, il tasso di mortalità infantile raggiunge quota 4,2 su 1.000 . 
Nella regione si registra inoltre il livello più elevato di bambini obesi o in sovrappeso in tutto il Paese: 1 bambino campano su 5 di 8-9 anni risulta infatti obeso (19,2%), mentre quasi 1 su 3 è in sovrappeso (28,6%) .
Minori nelle aree ad alta pericolosità sismica
Tra le altre mappe presenti nell’Atlante, vi è infine quella del “Pericolo sismico”, elaborata per Save the Children dall’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), che associa i dati demografici relativi alla popolazione di 0-14 anni per provincia alle aree considerate ad alta pericolosità. Emerge che in Italia 5,5 milioni di bambini e ragazzi sotto i 15 anni vivono in aree ad alta e medio-alta pericolosità sismica. Si tratta di un territorio che copre circa il 70% delle province italiane che comprende 45 città sopra i 50.000 abitanti che ospitano 900.000 minorenni sotto i 15 anni, tra cui Benevento, Afragola, Casoria, Giugliano in Campania, Napoli, Portici, Pozzuoli, Ercolano, San Giorgio a Cremano, Torre del Greco e Avellino.
Bambini SuperEroi 
“I minori dei quali parliamo nell’Atlante sono quelli che incontriamo ogni giorno nei nostri programmi: nei Punti Luce o negli Spazi Mamme nei quartieri più difficili, da Nord a Sud, per contrastare la povertà educativa; nelle scuole, per prevenire la dispersione e favorire un uso creativo e responsabile delle nuove tecnologie; nei reparti di ostetricia degli ospedali, per accompagnare i neo genitori nelle fasi più delicate dell’arrivo di un figlio; nelle tendopoli, quando per una calamità si è costretti ad abbandonare tutto; nelle aree di sbarco e nelle grandi città, per garantire protezione e sostegno ai minori migranti che arrivano in Italia da soli e sono facile preda di circuiti di sfruttamento”, afferma Raffaela Milano.
“Cerchiamo di essere accanto ai bambini e agli adolescenti nei luoghi che segnano la loro crescita. E di ascoltarli. Perché da loro possiamo comprendere quali sono le reali priorità da affrontare. Come dimostrano, del resto, i laboratori sui superpoteri che abbiamo realizzato con 130 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 22 anni impegnati nel Movimento Sottosopra, anche in Campania, a Napoli, che raccoglie i giovani per Save the Children”, prosegue Raffaela Milano.
Dai laboratori emerge che se i ragazzi potessero vestire i panni di veri e propri Supereroi, utilizzerebbero i loro SuperPoteri per dar voce ai propri bisogni inespressi, per risolvere i problemi e il disagio che affliggono l’infanzia e per rendere il mondo un posto più giusto e senza discriminazioni. 
Tra i SuperEroi, c’è infatti chi propone di “clonare il materiale scolastico cosicché gli studenti non abbandonino la scuola” - sottolineando la scarsa dotazione didattica delle scuole -, chi vorrebbe il potere di “trasformare le materie a scuola e utilizzare metodi più concreti” per imparare e chi vorrebbe avere il potere di “manipolare la mente per rendere i prof più divertenti e fare in modo che capiscano cosa vogliamo”. E, ancora, chi vorrebbe “manipolare il pensiero e la mentalità della gente per sconfiggere la camorra”, chi vorrebbe il teletrasporto “per viaggiare senza problemi economici”, chi vorrebbe poter vedere nel futuro “per combattere bulimia e ogni disturbo alimentare”.

Un estratto dell’Atlante, con alcune delle mappe, è disponibile al link: https://media.savethechildren.it/?c=1362&k=6349d5f0d9

Le foto dell’Atlante sono disponibili al link: https://media.savethechildren.it/?c=1357&k=a6d2641927

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