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Cronaca Solofra

La RSA "Fabrizio Guarino" è stata commissariata ma in tanti avevano segnalato problemi

La nipote di una anziana assistita si rivolse a Don Mario, del CDA: "Faccia sentire la sua voce, lei ha il dovere e l'obbligo, come lo abbiamo noi familiari, di vigilare su queste povere persone indifese!"

Come abbiamo riferito il 3 marzo scorso, la RSA "Fabrizio Guarino" di Solofra è stata commissariata dalla Regione Campania.  In una missiva inviata della Direzione generale per le politiche sociali della Regione, al presidente e ai componenti del cda della Residenza Anziani, al Consorzio A5, al sindaco di Solofra e all’arcivescovo di Salerno, è stato comunicato l’avvio del procedimento di attuazione dei poteri sostitutivi: “A seguito di ulteriori segnalazioni anche anonime pervenute con riguardo alle assunte criticità ed irregolarità nella gestione della RSA, veniva richiesto all’Ambito dei Servizi Sociali A5 di riferimento in indirizzo di conoscere lo stato del procedimento avviato dal medesimo nei confronti della ASP Casa di Risposo” Fabrizio Guarino” per la revoca delle autorizzazioni al funzionamento dei servizi residenziali quale casa Albergo per persone anziane”.

La Regione, nel dettaglio, specificava che la revoca dei provvedimenti di autorizzazione e di accreditamento per la “Fabrizio Guarino” è dovuta “a delle criticità ed irregolarità rilevate dall’Ambito A5 nell’esercizio delle funzioni di controllo e di vigilanza sulle attività e sui servizi erogati dall’Azienda e avvia il procedimento di scioglimento dell’organo di Amministrazione ordinario”. Decorsi i 30 giorni dalla comunicazione di avvio del procedimento di scioglimento del Consiglio di amministrazione si procederà alla nomina, con decreto del Presidente della Giunta regionale della Campania, di un Commissario per la reggenza temporanea dell’Azienda in sostituzione del disciolto ordinario organo amministrativo.

La nipote di un'anziana ospitata inviò una lettera a Don Mario: "Queste persone valgono più di 1200 euro al mese"

Le problematiche insorte alla “Fabrizio Guarino” di Solofra sarebbero il frutto di una vera e propria guerra nel merito della gestione assistenziale. Alcune criticità sono state segnalate alla Procura della Repubblica, perché, secondo le accuse, fosse fatta piena luce su alcune carenze che fanno capo al Consiglio di amministrazione. Del cda dell’ente assistenziale fanno parte monsignor Mario Pierro, Antonio Aufiero e Vincenzo Famiglietti ai quali dalla coordinatrice del servizio era stata notificata in una lunga relazione, alcuni mesi fa, il disagio a cui sono costrette le operatrici. Nello specifico, però, siamo entrati in possesso dell'accorata lettera di una donna, nipote di una delle anziane assistite, indirizzata l'anno scorso proprio a Don Mario e che riportiamo integralmente: "La casa albergo Guarino di Solofra, a mio avviso, è paragonabile a come entrare in una libreria per comprare un libro, ti fai colpire da una meravigliosa copertina, ti fai coinvolgere dal titolo, lo compri, senza leggere però l'introduzione, vai a casa non vedi l'ora di aprire la prima pagina, ma ecco che inizi a piangere, si PIANGI, perché, quando si entra dal cancello, troviamo un giardino bellissimo, molto curato ed una grande scala che precede una vetrata dove ti accoglie, quasi sempre, una voce che ti dice: CHI CERCATE? Oltrepassata quella porta, improvvisamente, ci si ritrova in mezzo a tante statue di sale, su una sedia a rotelle, signorile in piedi che ti guardano con lo sguardo smarrito, impaurito, sorpresi. Non sono statue sono persone. Allora tu, un po' stordita, ti fai coraggio, continui la tua entrata perché lì dentro, due figli ingrati, hanno messo tua zia. Si, mia zia, con un bacino rotto e frattura dell'anca, praticamente allettata, bisognosa di cura, si trova in questo posto a pagamento (1.200 euro mensili), in una struttura che manca di assistenza medica periodica, di personale qualificato e specializzato. Una struttura che non è supportato da assistenza medica e paramedica continua, con 30 ospiti di cui 6 allettati con patologie di monitoraggio continuo, come mia zia, non può essere organizzata con 2 operatrici a turno e senza infermiere H24 Non esiste un responsabile supervisore, non esiste un riferimento e coordinamento del personale, Il dentro tutti fanno tutto, dal lavare il pavimento, a cambiare un allettato, a somministrare medicine, cosa gravissima a mio avviso, perché i farmaci vanno tenuti chiusi e non alla portata di tutti e somministrati da chiunque! Nei 10 giorni di permanenza, mia zia è finita in ospedale, in stato di coma. Non posso accusare, purtroppo, a chi era là, di averle somministrate molte più gocce per farla dormire, il doppio di quanto doveva, ma come funziona sempre in questi casi, si scopre senza poter far niente. Miracolosamente uscita dal coma e ritornata in struttura, mia zia, ad oggi, ha bisogno di ossigeno continuo, ha una polmonite in evoluzione con una grave cardiopatia e insufficienza renale: probabilmente non è la struttura adatta per lei, ma chi lo stabilisce? Una commissione che valuta il singolo problema e se ne prende la responsabilità, secondo le loro possibilità? No! Non c'è un sistema di telecamere e non c'è chi supervisiona, non esiste un direttivo! Abbiamo solo persone lasciate allo sfascio, alla confusione e all'alienazione più totale. E allora carissimo don Mario, io mi rivolgo a lei con grande stima e rispetto, tutti noi vorremmo un giorno poter vivere la nostra vecchiaia con tranquillità e serenità, si spera; poter dire ai nostri nipoti o persone che ci porgono una carezza sul viso, che finalmente si è trovato un posto accogliente e degno della vita che si è vissuta. Allora, mi chiedo, perché non possiamo fare in modo che questa struttura migliori il suo funzionamento, facendo qualcosa di più. So che lei è una figura importante all'interno del consiglio di amministrazione di questo posto, le chiedo di far sentire la sua voce, lei ha il dovere e l'obbligo, come lo abbiamo noi familiari, a vigilare su queste povere persone indifese. Bisogna capire che queste povere anime, che valgono purtroppo solo 1.200 euro al mese sia per chi non ha rispetto nei loro confronti sia per una struttura, ma valgono una vita per un nipote, una storia per un paese. Un giorno anche noi potremmo essere quei 1.200 euro al mese, e onestamente questo non è il libro che vorrei leggere e chiudere in un cartone. Questo è stato ed è ancora il mese di Luglio 2022, con mia zia a casa Guarino", conclude. 

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