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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Processo Omicidio Gioia: dalla perizia lo spettro dell'ergastolo per Elena e Giovanni

Questa mattina, presso il Tribunale di Avellino, dinanzi al Giudice Dott. Gian Piero Scarlato, è ripreso il processo che vede imputati Elena Gioia e Giovanni Limata

Questa mattina, presso il Tribunale di Avellino, dinanzi al Giudice Dott. Gian Piero Scarlato, è ripreso il processo che vede imputati Elena Gioia (assistita dai legali Livia Rossi e Francesca Sartori del foro di Roma) e Giovanni Limata (difeso dall'avv. Rolando Iorio, nominato l'agosto scorso) per l'omicidio di Aldo Gioia, 53enne di Avellino ucciso a coltellate il 23 aprile 2021.  Il 10 gennaio 2023, il dottore Giuseppe Sciaudone ha acquisito ulteriori atti presso il Tribunale di Avellino. A suo dire, necessari al fine di completare la relazione. Nella giornata del 14 febbraio, invece, ha avuto luogo il deposito della perizia sui due giovani imputati - Elena Gioia e Giovanni Limata – al fine di valutare la loro capacità d'intendere e volere al momento del delitto. Il dottore nominato dal tribunale di Avellino non ha avuto dubbi e - oggi in aula - ha presentato la sua relazione: i due imputati sono capaci d'intendere e volere.  

I due imputati erano presenti in aula, accompagnati dai rispettivi difensori. Il dottor Sciaudone, in sede di escussione, ha esposto i contenuti della sua perizia. Due sono stati gli incontri avvenuti presso la casa circondariale di Avellino. Con Giovanni Limata, l’incontro fu breve. Più approfondito quello con Elena Gioia. La volta successiva, Giovanni si è maggiormente aperto, parlando di più e riuscendo ad avere un colloquio valido. L’incontro con Elena, invece, si è interrotto nel momento in cui si è parlato del momento della tragedia. In quell’occasione, Elena si commosse e non fu possibile proseguire.

Il perito non ha dubbi: la "follia a due" non ha avuto luogo

Le conclusioni del medico sono eloquenti: nonostante l’immane tragedia, l’omicidio è stato realizzato da Giovanni con il contributo di Elena. Sciaudone, infatti, ha affermato che, per Giovanni, la volontà di commettere l’omicidio fosse piena. Per Elena non sono emersi elementi che potessero dimostrare la presenza del disturbo borderline. È una ragazza intelligente e, nonostante tutti i gravi problemi, nonostante la fibromialgia che l’ha costretta a prendere farmaci, il medico ha concluso che, soffre di stress emotivo e non ha malattie psicotiche. Il medico, ancora, nel corso dei colloqui, ha riscontrato in Giovanni Limata il disturbo antisociale della personalità. Incalzato dal presidente Scarlato, il dottor Sciaudone si è soffermato sul contenuto delle chat intercorse tra i due imputati, affermando che – quest’ultime – non facessero intravedere un disturbo psicotico condiviso. Nessuno dei due aveva un disturbo psicotico e, quindi, la cosiddetta “follia a due” – stando alla relazione del consulente – non avrebbe avuto luogo.

Limata: “Mi sentivo un mostro, più colpivo e più mi piaceva”

La difesa di Elena Gioia ha chiesto al dottor Sciaudone se le dichiarazioni di Giovanni Limata - avvenute nel corso delle chat con l'amica Selina Nanni - “Mi sentivo un mostro, più colpivo e più mi piaceva”, potessero in qualche modo confermare la presenza di un disturbo psicotico nell’imputato. Il consulente, invece, ha ritenuto che suddette affermazioni fossero dovute all’esaltazione del momento. Sciaudone, ancora, conclude descrivendo il rapporto tra i ragazzi, in base all’analisi delle chat intercorse tra i due, segnato da momenti particolarmente significativi che poi hanno condotto alla sera in cui veniva concordata la realizzazione del delitto.

La prossima udienza, adesso, è attesa per il 29 marzo 2023 e, in quell'occasione, saranno ascoltati i restanti consulenti nominati dalle parti e sarà completata la fase istruttoria. 

La dinamica del delitto di Aldo Gioia 

Aldo Gioia è stato assassinato la sera di venerdì 23 aprile 2021 da Giovanni Limata, 23 anni di Cervinara, entrato in casa della vittima grazie alla complicità della figlia 18enne, Elena Gioia, sua fidanzata all'epoca del delitto. Le urla di Gioia, colpito mentre dormiva, avevano richiamato l'attenzione della moglie e dell'altra figlia e l'aggressore era scappato. Poco dopo era rincasata Elena, che aveva chiamato i soccorsi: alle Forze dell'Ordine aveva parlato di un'irruzione da parte di ladri. 

Giovanni Limata, rintracciato dagli agenti della Squadra mobile a Cervinara, dove abitano il padre e il fratello, ha confessato l'omicidio. Anche la 18enne Elena Gioia, quella sera stessa, ha confessato agli inquirenti di aver pianificato con il fidanzato la morte del padre. È stata proprio Elena, infatti, a farlo entrare in casa uscendo col pretesto di andare a gettare la spazzatura e lasciando la porta aperta. 

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