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Cronaca

Processo Nuovo Clan Partenio, il Pm Rossi: "Il testimone è stato avvicinato per dire menzogne"

Continua il processo che vede imputati gli affiliati al Nuovo Clan Partenio; accusati, a vario titolo, di associazione di stampo camorristico, tentata estorsione, usura e turbata libertà degli incanti

Continua il processo che vede imputati gli affiliati al Nuovo Clan Partenio; accusati, a vario titolo, di associazione di stampo camorristico, tentata estorsione, usura e turbata libertà degli incanti. Nella giornata di oggi, all'interno dell'Aula di Assise del Tribunale di Avellino - dinanzi al giudice dott. Gian Piero Scarlato, con i giudici a latere dott. Giulio Argenio e dott. Lorenzo Corona - sono stati ascoltati altri testimoni citati dall’avvocato Gaetano Aufiero. L’udienza si apre con la dichiarazione del Pm Simona Rossi dove, relativamente all’escussione del 13 febbraio 2023 di Giuseppe Cutillo, ipotizza che il testimone sarebbe stato avvicinato da persone che, in qualche modo, avrebbe alterato le dichiarazioni del Cutillo. Una richiesta contestata dalla difesa poiché, a loro dire, in questo frangente mancherebbero elementi per desumere che il testimone sia stato effettivamente minacciato per affermare menzogne in sede di escussione.

Ascoltati altri testimoni citati dall'avvocato Aufiero 

La prima escussione del giorno è stata quella di un carabiniere in pensione, che ha risposto a tutte le domande dell’avvocato Gaetano Aufiero e del Pm Simona Rossi, descrivendo alcuni episodi avvenuti nel comune di Monteforte Irpino; condotte “da guappo” da parte di Antonio Scognamiglio. Il secondo testimone, invece, ha dichiarato anch'egli di conoscere Scognamiglio e, in un'occasione, di essere stato anche aggredito dallo stesso, ricevendo - nella fattispecie - una testata in volto. Circostanza, quest'ultima, che non è mai stata denunciata alle forze dell'ordine. La terza testimonianza poneva l’accento sulla sua conoscenza con Raffaele Argenziano. Una conoscenza dovuta al fatto che, il teste, aveva svolto per lo stesso alcuni lavori di pitturazione. Il testimone ha dichiarato di aver corrisposto, in due tranche, 2mila euro al Argenziano poiché, quest’ultimo, gli aveva promesso di trovare un lavoro alla figlia. A questa somma, ancora, si aggiunsero circa 1.500 euro per il lavoro di pitturazione svolto e che non sono stati saldati. Una cifra complessiva di 3.500 euro richiesta più volta ma andata completamente perduta e che, anche in questo caso, non è mai stata denunciata. Il quarto testimone, un istruttore di guida, ha dichiarato di conoscere Carlo Dello Russo e Pasquale Dattolo. Il teste ha dichiarato di aver conosciuto Dello Russo in merito a degli acquisti di autovetture usate; transazioni avvenute tra il 2017 e il 2018. Dattolo, invece, è stato conosciuto a seguito di alcune pratiche burocratiche. L'ultimo testimone, ancora, ha affermato di conoscere Carlo Dello Russo e Pasquale Dattolo. Nello specifico, il teste, ha affermato che – il Dattolo – gli aveva promesso che, previo compenso, avrebbe potuto fargli conseguire la patente di guida. Nello specifico, l’escusso, corrispose la cifra di circa mille euro per ottenere la patente. La pratica non è mai iniziata e i soldi sono andati perduti. Il testimone, ancora, ha dichiarato che, a più riprese, ha tentato di rientrare in possesso della somma, ma tutti i tentativi non hanno sortito effetto. Il testimone, inoltre, ha aggiunto di essere stato proprio lui - in quel periodo - a presentare Dattolo a Dello Russo, sempre relativamente al conseguimento di una patente di guida. 

La prossima udienza, adesso, è attesa per il 13 marzo 2023. 

Processo al Nuovo Clan Partenio, il filone dell'estorsione e dell'usura

Questo filone processuale è relativo all’inchiesta condotta dalla Dda di Napoli sul clan Partenio che vede alla sbarra i fratelli Pasquale e Nicola Galdieri, ritenuti a capo dell’organizzazione malavitosa irpina, insieme ad altre persone. Nelle oltre mille pagine di ordinanza cautelare è evidenziato lo spessore criminale del clan diretto dai fratelli Galdieri che si occupavano di usura ed estorsioni. Per gli inquirenti, infatti, il gruppo criminale è nato dalle ceneri del vecchio clan Partenio che a fine anni ’90 ha insanguinato la provincia di Avellino. Un’organizzazione che faceva capo ai Genovese e che gestiva un grosso traffico di cocaina. 

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