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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Processo morte Filomena D'Argenio, i familiari in aula: "Era denutrita, disidratata e con le piaghe da decubito"

Nuova udienza nel processo relativo alla morte di Filomena D’Argenio. Questa mattina, dinanzi alla Corte di Assise del tribunale di Avellino, sono stati ascoltati i familiari della vittima

Nuova udienza nel processo relativo alla morte di Filomena D’Argenio. Questa mattina, dinanzi alla Corte di Assise del tribunale di Avellino, sono stati ascoltati i familiari della vittima, costituitisi parte civile e rappresentati dall’avvocato Rosaria Vietri. Confermato quanto dichiarato in querela ma con domande integrative. Nello specifico, nel corso delle escussioni, veniva affermato che la signora Filomena è stata collocata presso Villa Troisi perché, essendo paziente psichiatrica, arrivava da Villa dei Pini. Il personale della casa di riposo “Villa Troisi”, aveva dichiarato di essere in grado di poter gestire i problemi di natura psichiatrica della donna. I familiari, però – dopo essere andati a trovarla più volte - avevano riscontrato numerose anomalie nella donna. Era deperita e troppo spesso addormentata. Una volta, addirittura, con un occhio nero. Alle lecite richieste di spiegazioni dei familiari sul perché, la donna, avesse quei segni, il personale rispondeva sempre “è l’età”. Successivamente, al nipote della donna, giunse la comunicazione che – l’anziana – aveva la bronchite. La sorella di Filomena, giunta presso la struttura, troverà la D’Argenio in stato semicomatoso. La struttura cercò di evitare che l’ambulanza fosse chiamata, i familiari insistettero e Filomena fu ricoverata. Successivamente, emerse che era denutrita, disidratata, con un quadro clinico compromesso e piaghe da decubito da allettamento. Il medico legale che sarà ascoltato nella prossima udienza del 24 maggio, aveva già definito, quest’ultime, il frutto di una lunga degenza a letto.

La tragedia della morte di Filomena D’Argenio

Il procedimento vede imputati con le accuse di omicidio colposo e abbandono d'incapaci - Walter Vassallo in qualità di amministratore e direttore della Casa di riposo "Villa Troisi", Simona Puzo e Angela De Angelis in qualità di infermiere, Rossella Baldassarre in quanto medico curante che visitò l’anziana Filomena D’Argenio, poco prima del ricovero in ospedale. I familiari dell’anziana deceduta presentarono una serie di denunce dopo il ricovero urgente e il successivo decesso della donna, avvenuto all’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Avellino il 29 maggio 2018, proprio a causa delle critiche condizioni di salute riscontrate dai sanitari del presidio ospedaliero. Stando all’ipotesi accusatoria, all’anziana, ospite della struttura di Montefalcione, nel momento in cui fu visitata dalla dottoressa Baldassarre, difesa dall’avvocato Alessandro Del Grosso, non fu diagnosticato lo stato di malnutrizione calorico proteica, la sindrome da allettamento con piaghe di decubito di III grado e lo stato di disidratazione ipertonica. Il medico avrebbe riscontrato esclusivamente lo stato febbrile e le difficoltà respiratorie dovute alla tosse. Mentre era visibile – stando a quanto accertato al momento del ricovero presso la struttura ospedaliera – lo stato di secchezza della pelle e l’anelasticità della cute e successivamente ribadito nel corso dell’esame autoptico effettuato dal medico legale Lamberto Pianese, nominato dalla procura di Avellino. Le predette condizioni cliniche derivavano da un’inadeguata e negligente gestione e cura della D’Argenio da parte del personale della Casa di Riposo “Villa Troisi” atteso che non venne presa in adeguata considerazione la condizione di allettamento, denutrizione e disidratazione. Dunque, ad avviso degli inquirenti, gli imputati in concorso tra di loro e a cagione delle condotte e delle omissioni nella diagnosi delle patologie da cui era affetta l’anziana avrebbero causato la morte della stessa, avvenuta successivamente presso il nosocomio di Contrada Amoretta, per arresto cardiocircolatorio.   

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