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Cronaca

Processo Don Livio: "Il ragazzo non avrà mai più un rapporto naturale tra sesso e amore"

Nuova udienza nel processo che vede il fondatore di una cooperativa sociale per l’assistenza alle persone, con problemi di depressione e disturbi dell’alimentazione

Nuova udienza nel processo che vede imputato Don Livio Graziano, 50 anni, fondatore di una cooperativa sociale per l’assistenza alle persone, con problemi di depressione e disturbi dell’alimentazione. L'uomo è accusato di aver abusato di un minore di 13 anni. 

"Non ho mai sentito rumori strani provenire dalla stanza di Don Livio" 

Udienza movimentata quella che ha avuto luogo oggi presso l’Aula d’Assise del Tribunale di Avellino. Nella giornata di oggi avrebbe dovuto essere ascoltato proprio Don Livio, ma il prete ha rinunciato a comparire a causa di un ascesso addominale. Venivano ascoltati, invece, Egidio Errico, psicanalista e psichiatra di Salerno e Mariangela Izzo, psicologa di Napoli che, per la parte civile, hanno redatto una consulenza utile per valutare il danno psicologico riportato a seguito della vicenda sia dalla giovane vittima che dalla sua famiglia. Ciò che è emerso dalla consulenza psicologica sul minore, è un gravissimo danno psicologico da stress post-traumatico destinato a perdurare per sempre. Stando a quanto affermano i consulenti, dunque, il ragazzo non avrà mai più un rapporto naturale tra sesso e amore. Quest’ultimi sono concetti che – ormai – per il ragazzo appaiono irrimediabilmente confusi.

Ascoltato, infine, un giovanissimo testimone voluto dal difensore di Don Livio, Gaetano Aufiero. Il ragazzo vive ancora all’interno della comunità e, invece, ha parlato benissimo dell’attività svolta da Don Livio. Proprio quest’ultima testimonianza ha fornito dettagli approfonditi sui comportamenti tenuti dal minore all'interno della comunità “I figli di Emmaus”, a Prata di Principato Ultra: “Era un tipo molto violento e volgare. Spesso si comportava in maniera inutilmente aggressiva. Una volta avemmo anche una discussione in cui mi rivolse orribili parole”. Il ragazzo, poi, nel corso dell’escussione, ha raccontato di avere la stanza praticamente accanto a quella di Don Livio e, nel corso delle notti trascorse presso la comunità, non gli è mai capitato di sentire alcun tipo di rumore particolare provenire dalla stanza del prete; e ha aggiunto: “Don Livio mi ha comprato i libri per studiare, mi ha comprato i vestiti e anche un cellulare. Mi faceva giocare con la Playstation. Avevamo un rapporto assolutamente normale”.

La prossima udienza, adesso, è attesa per il 21 luglio, quando avrà luogo la conclusione dell’istruttoria dibattimentale e saranno citati tutti i testi che rimangono.   

L'arresto del fondatore della cooperativa sociale “Effatà, Apriti”

Le manette per Don Livio scattarono il 26 ottobre 2021, dopo che le indagini coordinate dal procuratore Domenico Airoma partirono a seguito della denuncia presentata dal padre del ragazzino. Quest’ultimo, stando a quanto si apprende, è stato ospite della cooperativa dallo scorso giugno fino al mese di settembre 2021. Gli inquirenti ritennero di avere tutte le prove dei presunti abusi subiti dal 13enne.

Don Livio Graziano non fa parte della Diocesi di Avellino ma è incardinato in quella di Aversa, nel Casertano. Dopo aver vissuto diverso tempo in ritiro spirituale presso il Santuario di Montevergine, il sacerdote ha realizzato, proprio nel capoluogo irpino, un ufficio di consulenza nutrizionista e successivamente ha fondato la cooperativa sociale “Effatà, Apriti” con sedi in due comuni a pochi chilometri da Avellino.

La sua permanenza nella Diocesi irpina, come ricordano le cronache, è stata “contestata” a più riprese dall’allora Vescovo di Avellino, monsignor Francesco Marino, originario di Caserta come il sacerdote arrestato. Per la sua “intensa attività sociale e umanitaria” a don Livio è stato assegnato nel 2014 a Benevento il premio “Padre Pio da Pietrelcina”.

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