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Cronaca

Processo a Don Livio, il 13enne ha raccontato in aula il rapporto con il prete

Il ragazzino, con grande serenità e tranquillità, ha ripercorso in aula la vicenda; fornendo tutte le delucidazioni sull’enorme messaggistica intercorsa con Don Livio Graziano

Nuova udienza nel processo che vede imputato Don Livio Graziano, 50 anni, fondatore di una cooperativa sociale per l’assistenza alle persone, con problemi di depressione e disturbi dell’alimentazione. L'uomo è accusato di aver abusato di un minore di 13 anni. 

Ascoltato il ragazzino vittima delle presunte molestie 

Nella giornata di oggi, dinanzi al Collegio giudicante presieduto dal giudice Lucio Galeota, veniva ascoltato proprio il 13enne protagonista di questa terribile vicenda. Il 13enne, con grande serenità e tranquillità, ha ripercorso in aula la vicenda; fornendo tutte le delucidazioni sull’enorme messaggistica intercorsa con Don Livio Graziano. Le chat tra i due hanno fornito un quadro pressoché chiaro della storia. Stando a quanto si apprende, le conversazioni erano assolutamente esplicite e non lasciavano spazio a nessun’altra possibile interpretazione. L’avvocato del 13enne, Giovanni Falci, dichiara che, all’interno delle oltre quaranta pagine di chat WhatsApp intercorsa tra il ragazzino e Don Livio, sia contenuta una spiegazione assolutamente genuina e lampante di quanto accaduto. Un racconto tormentato ma, senza ombra di dubbio, assolutamente coerente. Ascoltata - infine - anche la dottoressa Perrella, psicologa incaricata dalla Procura di Avellino di valutare l’attendibilità delle dichiarazioni del giovane.

La prossima udienza, adesso, è attesa per il 9 giugno, quando dovrebbe essere ascoltato lo stesso Livio Graziano. Una presenza, quella di Don Livio, ovviamente subordinata alla sua volontà di esserci. La prossima volta, infine, dovranno essere presenti anche due testimoni di parte civile. 

L'arresto del fondatore della cooperativa sociale “Effatà, Apriti”

Le manette per Don Livio scattarono il 26 ottobre 2021, dopo che le indagini coordinate dal procuratore Domenico Airoma partirono a seguito della denuncia presentata dal padre del ragazzino. Quest’ultimo, stando a quanto si apprende, è stato ospite della cooperativa dallo scorso giugno fino al mese di settembre 2021. Gli inquirenti ritennero di avere tutte le prove dei presunti abusi subiti dal 13enne.

Don Livio Graziano non fa parte della Diocesi di Avellino ma è incardinato in quella di Aversa, nel Casertano. Dopo aver vissuto diverso tempo in ritiro spirituale presso il Santuario di Montevergine, il sacerdote ha realizzato, proprio nel capoluogo irpino, un ufficio di consulenza nutrizionista e successivamente ha fondato la cooperativa sociale “Effatà, Apriti” con sedi in due comuni a pochi chilometri da Avellino.

La sua permanenza nella Diocesi irpina, come ricordano le cronache, è stata “contestata” a più riprese dall’allora Vescovo di Avellino, monsignor Francesco Marino, originario di Caserta come il sacerdote arrestato. Per la sua “intensa attività sociale e umanitaria” a don Livio è stato assegnato nel 2014 a Benevento il premio “Padre Pio da Pietrelcina”.

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