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Cronaca

Diffamazione sulla pagina "Sostenitori delle Forze dell'Ordine", agente condannato al risarcimento

Aveva postato frasi ingiuriose sulla pagina Facebook "Sostenitori delle Forze dell'Ordine - Polizia di Stato Fan Site"

Anche in appello viene confermata la sentenza relativa a un episodio avvenuto circa sette anni fa. Simone Caiazzo otteneva il risarcimento di un danno scaturito da una serie di notizie diffamatorie inerenti la sua persona. Innocenzo Treviglio, fondatore e responsabile del sito Facebook "Sostenitori delle Forze dell'Ordine - Polizia di Stato Fan Site", avrebbe riportato notizie che riferivano come il medesimo, quale dipendente della Polizia di Stato, avrebbe svolto indagini patrimoniali sulle vittime di ricatti in cambio di favori sessuali e per tale motivo era in corso indagine penale che vedeva coinvolti anche personaggi di dubbia reputazione. Treviglio, oltre a condividere telematicamente tali notizie di stampa, pubblicava anche commenti come "un poliziotto del commissariato Viminale amico di alcuni loschi personaggi e di una escort complice di ricatti" e ancora "il collega non ho capito bene da che parte stare, il Dio denaro spesso vince" ciò costituendo evidente condotta diffamatoria. 

Non era autorizzato a formulare giudizio di natura giuridica se non morale

Nella fattispecie, oltre alla notizia sulla pagina del sito, apparvero anche commenti certamente di palese valenza accusatoria nei confronti di Caiazzo. Tale aggiunte, operate dal responsabile del sito, devono allora ritenersi indebite, non avendo costui alcun titolo per trarre giudizi definitivi in relazione a un soggetto senza avere preventivamente verificato non soltanto il contenuto della notizia ma anche della loro veridicità. La circostanza che fosse in corso un'indagine sul Caiazzo, anche per il suo ruolo di appartenente alle forze dell'ordine, non autorizzava certo il mero diffusore di quella notizia ad apostrofare come certamente responsabile colui che da quella notizia era attinta. Così come non era autorizzato a formulare giudizio di natura giuridica se non morale, tali da ingenerare volontariamente nei fruitori del sito una valutazione fortemente negativa sia sotto il profilo personale e professionale disancorata del tutto dalla approfondita valutazione della veridicità del fatto e non della notizia in esso riportato.

Diffamazione di tenue gravità; un danno liquidabile fino a 10mila euro

Sulla scorta di parametri adottati dai Giudici di merito e corroborati dai Giudici di legittimità, il Tribunale ha, correttamente, individuato per il caso la diffamazione di tenue gravità; un danno liquidabile fino a 10mila euro. La Corte ha rigettato l'appello e, confermando la sentenza, ha condannato Treviglio Innocenzo al pagamento delle spese di lite in favore di Caiazzo Simone, che liquida in 1.400 euro. 

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