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Cronaca Sant'Andrea di Conza

Pastore e stupratore, un orrore che stava per essere archiviato

Quanto scritto nell'Atto di opposizione porta alla luce un errore sventato in extremis

Una notizia che ha fatto avvertire un brivido lungo la schiena. Un orrore così grande da portare alla ribalta nazionale la piccola comunità di Sant'Andrea di Conza. Stiamo parlando del pastore evangelico che, per quasi vent'anni, ha violentato e ridotto in schiavitù le fedeli del movimento religioso. Eppure, nonostante i reati in questione siano di una gravità inconcepibile, il suddetto caso stava per essere archiviato. 

La ferma opposizione dell'avvocato Danilo Iacobacci, legale delle vittime, ha permesso che non venisse apposta la parola fine sulla vicenda e che le donne che hanno subito gli abusi del pastore, potessero continuare a sperare nella giustizia.  

Ma come si è riusciti ad arrivare a ottenere il rigetto? Semplice, basta leggere quanto scritto nell'Atto di opposizione: 

"La richiesta di archiviazione non va accolta, perché le dinamiche che emergono dal fascicolo delle indagini preliminari sono sconcertanti".  

E sconcertante è il termine certamente più adatto a descrivere la vicenda di Sant'Andrea di Conza. Nell'Atto di opposizione, infatti, si invita a "prendere atto della circostanza che l'indagato abbia utilizzato l'ambiente sociale e culturale arretrato e il suo ruolo di guida carismatica religiosa per porre in essere le minacce e le pressioni".  

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