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Cronaca

Per dare un nome all'assassino di Gianna mancano solo le impronte

Nella giornata di ieri, nel più stretto riserbo, si è tenuto un summit importante nell'ufficio del procuratore di Bergamo, Walter Mapelli

Stiamo per dare un nome all’assassino di Gianna Del Gaudio. Sul coltello ritrovato in un sacchetto gettato sotto una siepe situata ad alcune centinaia di metri dalla villetta di piazza Madonna della Neve, teatro dell’omicidio avvenuto nella notte tra il 26 e il 27 agosto, è presente il sangue dell’ex professoressa irpina.

Nel sacchetto c'è l'arma del delitto

Il caso è vicino alla svolta. Nella giornata di ieri, infatti, nel più stretto riserbo, si è tenuto un summit importante nell’ufficio del procuratore di Bergamo, Walter Mapelli. Erano presenti, oltre al procuratore, il pm che si occupa del caso, Laura Cocucci, il comandante dei Ris di Parma, colonnello Giampietro Lago, il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Biagio Storniolo, assieme ai colleghi del Nucleo operativo. Il confronto è servito per fare luce sul ritrovamento dell’arma usata per uccidere l’insegnante di lettere. Stiamo parlando di un taglierino cutter con una lama di 20 centimetri e impugnatura di plastica infilato in un sacchetto di platica del caseificio del Sud, lo stesso in cui è stata acquista la merce trovata a casa Tizzani.

Si complica la situazione di Tizzani e la nuora va via di casa

I due coniugi erano tornati da una vacanza nella terra di Padre Pio, in Puglia. I carabinieri, inoltre, hanno sequestrato anche le mozzarelle del caseificio. Adesso sarà fondamentale l’esame del Dna sulle impronte. Se all’interno dei guanti di lattice emergessero tracce di Antonio Tizzani, la posizione dell’ex capostazione si aggraverebbe in maniera notevole.

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