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Cronaca

Omicidio Gioia, Elena e Giovanni a processo: sarà l'istruttoria dibattimentale a chiarire eventuali incapacità

Nella mattinata di oggi, nell'Aula d'Assise del Tribunale di Avellino, si è svolto il processo che vede imputati i due fidanzatini

Si è conclusa da poco la prima udienza del processo per l'efferato delitto di Aldo Gioia, il 53enne ucciso a colpi di coltello nella sua abitazione, mentre stava dormendo, il 23 aprile scorso. A rispondere, davanti al giudice, dell'accusa di omicidio Elena Gioia, figlia della vittima, e Giovanni Limata, findanzato di quest'ultima. Un giudizio immediato, come richiesto dal Pm Vincenzo Russo e deciso dal gip Paolo Cassano.

Nell'aula del Tribunale di Avellino, i due imputati erano affiancati dai rispettivi avvocati difensori. Elena Gioia è assistita dal legale Livia Rossi del foro di Roma; mentre Giovanni Limata è difeso dagli avvocati Kalpana Marro e Fabio Russo. 

L'udienza è iniziata con la richiesta dei fratelli di Aldo, Giancarlo e Gaetano, rappresentati dal  Brigida Cesta, di costituirsi parte civile nei confronti di entrambi gli imputati. Livia Rossi, legale di Elena, ha annunciato di voler chiedere la testimonianza della madre e della sorella, oltre che di alcune amiche dell’imputata e di due professori. Annunciata, infine, una consulenza psichiatrica per Elena Gioia: dopo aver depositato un certificato medico riportante alcune patologie della giovane. 

"Entrambi gli imputati rispondono del medesimo reato in concorso. Sarà l'istruttoria dibattimentale a chiarire responsabilità ed eventuali incapacità. Da parte nostra non ci sarà alcuna opposizione, eventualmente a fare anche un passo indietro rispetto alla costituzione, oggi depositata anche nei confronti di Elena. Questa costituzione nei confronti di entrambi è un atto dovuto alla memoria di Aldo Gioia".

Come era prevedibile, dunque, i difensori puntano tutto sull’attenuante dello stato psicologico dei due ragazzi. Si andrà al dibattimento il 24 novembre. 

Il delitto

Aldo Gioia è stato assassinato la sera di venerdì 23 aprile da Giovanni Limata, 23 anni di Cervinara, entrato in casa della vittima grazie alla complicità della figlia 18enne, Elena Gioia.

Le urla di Gioia, colpito mentre dormiva, avevano richiamato l'attenzione della moglie e dell'altra figlia e l'aggressore era scappato. Poco dopo era rincasata Elena, che aveva chiamato i soccorsi: alle Forze dell'Ordine aveva parlato di un'irruzione da parte di ladri.

In realtà a colpire a morte Aldo è stato Giovanni Limata, fidanzato della ragazza: il giovane, rintracciato dagli agenti della Squadra mobile a Cervinara, dove abitano il padre e il fratello, ha confessato l'omicidio. Anche la 18enne Elena Gioia, quella sera stessa, ha confessato agli inquirenti di aver pianificato con il fidanzato la morte del padre ma anche della sorella maggiore e della madre. E' stata proprio Elena, infatti, a farlo entrare in casa uscendo col pretesto di andare a gettare la spazzatura e lasciando la porta aperta. 

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