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Cronaca

Processo Nuovo Clan Partenio, Costantino Giordano indagato per estorsione aggravata dal metodo mafioso

Continua il processo che vede imputati gli affiliati al Nuovo Clan Partenio; accusati, a vario titolo, di associazione di stampo camorristico, tentata estorsione, usura e turbata libertà degli incanti

Continua il processo che vede imputati gli affiliati al Nuovo Clan Partenio; accusati, a vario titolo, di associazione di stampo camorristico, tentata estorsione, usura e turbata libertà degli incanti. Il dibattimento, però, prosegue all'interno dell'Aula di Assise del Tribunale di Avellino; dinanzi al giudice dott. Gian Piero Scarlato, con i giudici a latere dott. Giulio Argenio e dott. Lorenzo Corona. Nella giornata di oggi venivano ascoltati i testimoni voluti dall'avvocato Gaetano Aufiero e, in aula, è emersa l’iscrizione nel registro degli indagati del sindaco di Monteforte, Costantino Giordano; per estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di Gennaro Pascale. A dirlo in Assise, è stato proprio il Pubblico Ministero Dott.ssa Simona Rossi.

Una indagine, stando a quanto si apprende, partita dalle dichiarazioni rilasciate da Forte Livia nell'interrogatorio del 2 dicembre 2021 e che trovano ampio riscontro nel verbale di vendita degli immobili della società "Pagliarone". Dall'analisi del predetto verbale, infatti, non solo emerge il particolare che Forte Livia ha rinunciato inspiegabilmente ad effettuare il rilancio vedendosi sfumare un importante affare da circa 400.000 euro a causa di una differenza di soli 100 euro tra la sua offerta e quella della controparte, ma soprattutto si ha la conferma che Galdieri Nicola sia riuscito nel suo intento, ovvero che Giordano Costantino, insieme ai soci, si aggiudicasse l'asta in questione estromettendo la "leader" delle aste giudiziarie in Avellino e provincia.

L'interessamento di Galdieri Nicola nella vicenda dell'asta "Pagliarone", emerge con forza dalle dichiarazioni rilasciate da Gennaro Pascale, marito di una donna, all'epoca, socio di Costantino Giordano nella gestione del ristorante "Pagliarone". Infatti, Gennaro, nel corso della sua escussione, dichiarava di aver subito una vera e propria estorsione da parte di Nicola Galdieri, il quale gli aveva chiesto la somma di 120.000 euro e in cambio avrebbe fatto "desistere" Livia Forte dalla partecipazione all'asta in questione.

Dopo le varie insistenze di Costantino Giordano, che era favorevole a pagare questa tangente, Pascale Gennaro si recava presso l'abitazione del Galdieri e consegnava la somma di 70.000 euro in contanti nelle mani di Galdieri Nicola, come anticipo sui 120.000 euro. Quest'ultimo stabiliva che i restanti 50.000 euro, dovevano essere rateizzati pagando una somma di 2.000 euro mensili, che Pascale Gennaro avrebbe dovuto consegnare nelle mani di Costantino Giordano, il quale, a sua volta, li avrebbe recapitati nelle mani di Galdieri Nicola. Dopo aver pagato sei mensilità secondo questa modalità, Pascale Gennaro, per lasciare traccia di questa estorsione chiedeva a Galdieri Nicola una modalità di pagamento tracciabile. Sempre secondo quanto riferito da Pascale Gennaro, Galdieri Nicola diceva che avrebbe fatto emettere delle fatture nei confronti della società Monteforte S.r.l.s. e che le stesse sarebbero state emesse da una impresa di costruzioni.

Lente d'ingrandimento sulla fiera delle bancarelle a Monteforte

La prima testimonianza in aula è stata quella dell’avvocato Edoardo Volino, che ha raccontato il suo incontro con Nicola Galdieri e Livia Forte. Nello specifico, i due, si recarono presso il suo studio per una consulenza concernente alcune vicende processuali. Incalzato dal Pubblico Ministero Dott.ssa Simona Rossi, l’avvocato Volino ha ribadito di non avere rapporti con Nicola Galdieri e di averlo visto sporadicamente e, nel corso del colloquio avvenuto presso lo studio del professionista, l’interesse di Galdieri era marginale. Livia Forte, invece, ha manifestato le sue perplessità relative a un’asta giudiziaria e, al legale, chiedeva principalmente di essere tranquillizzata.

Approfondita la questione concernente la fiera delle bancarelle a Monteforte. Nella fattispecie, fu proprio Livia Forte ad affermare: “Mi hanno tolto anche la fiera che io e mio marito abbiamo gestito per 30 anni, andavamo a vendere le salsicce, tenevamo il bar... poi venne Costantino Giordano con Nicola Galdieri e mi dissero che non dovevamo fare la domanda. Costantino Giordano disse a mio marito di non fare la fiera perchè questo l'avrebbe messo in difficoltà".

Nella fattispecie, veniva escussa la dott.ssa Landolfi Lucilla, Comandante della Polizia Municipale di Monteforte Irpino. Quest’ultima ha chiarito la valutazione del rilascio di un’autorizzazione per l’attività fieristica all’interno del comune di Monteforte Irpino. L’avvento del Covid ha impedito lo svolgimento della stessa. Il sindaco di Monteforte, nel 2019, era Costantino Giordano. 

Dopo è stato il turno di Flammia Patrizia, nipote di Livia Forte e cognata di Damiano Genovese. La donna ha raccontato anch’essa dell’organizzazione della fiera delle bancarelle a Monteforte Irpino nel 2018, soffermandosi soprattutto sul suo ruolo all’interno della suddetta fiera e ribadendo che Livia Forte sapesse che, lei, lavorava all’interno della fiera. Flammia Patrizia, ha dichiarato di non sapere se Livia Forte avesse ricevuto pressioni per non realizzare la fiera. Infine, ha affermato di conoscere Nicola Galdieri e il sindaco di Monteforte Costantino Giordano, ma di non sapere se Livia Forte avesse ricevuto pressioni da Galdieri Nicola e Costantino Giordano per far organizzare la fiera da altre persone.  

Carullo Francesco, quarta testimonianza, si è soffermato su un’asta giudiziaria in cui perse la proprietà di un immobile. S’incontrò con Armando Aprile presso il ristorante “It’s OK”. Quest’ultimo gli disse che, per non partecipare all’asta, avrebbe dovuto riconoscergli 15mila euro. Livia Forte, in quell’occasione, gli presentò Armando Aprile e poi andò via. Alla fine, stando a quanto si è appreso in aula, la somma concordata è stata di 7.500 euro.  

Per quanto concerne, invece, l’escussione di Di Cecilia Maria, il Tribunale acquisiva gli elementi al fine di decidere se ascoltarla come testimone o come Art.210 (La norma in commento prevede un'apposita regolamentazione per quanto riguarda l'esame dibattimentale delle persone indagate in un procedimento connesso nei confronti dei quali si proceda (o si sia già proceduto) separatamente, che comunque non possono ricoprire l'ufficio di testimone N.d.R) e, in data odierna, ha deciso di ascoltarla come semplice testimone.  Di Cecilia ha affermato di conoscere Gnerre Alfonso e di averlo contattato per effettuare lavori come giardiniere. In aula, ancora, ha aggiunto di aver prestato denaro a Gnerre Alfonso in due circostanze:

Mille euro in contanti (poi restituiti nel giro di pochi giorni). Gnerre, però, affermò di aver corrisposto 100 euro in più come interessi per il suddetto prestito. Affermazione, questa, smentita dalla teste.  Il secondo prestito, avvenuto dopo diversi mesi, è stato di euro 3mila. Una somma richiesta a seguito di un lutto familiare. La somma prestata, a suo dire, non è stata più restituita. La donna, infine, ha affermato di non aver mai prestato denaro chiedendo interessi.

Le successive escussioni sono state quelle di Giovanni Evangelista e Romano Modestino. Giovanni Evangelista, ex dipendente della pizzeria "It's OK", ha dichiarato di conoscere Nicola Galdieri, avendo consegnato, in diverse occasioni, la pizza presso la sua abitazione. Romano Modestino, invece, ha affermato di conoscere Nicola Galdieri ma di conoscere soltanto “di vista” Livia Forte. Romano Modestino si era interessato all’acquisto di una villetta sita a Mercogliano e, per realizzare l’acquisto, avrebbe dovuto rivolgersi a Livia Forte. Livia Forte, nonostante il Modestino si fosse presentato affermando di essere stato mandato da Nicola Galdieri, non gli aveva concesso nessuno “sconto” sul prezzo dell’immobile.

La prossima udienza è stata calendarizzata per il 30 gennaio; successivamente le udienze avranno luogo il 13 febbraio e il 27 febbraio 2023. 

Processo al Nuovo Clan Partenio, il filone dell'estorsione e dell'usura

Questo filone processuale è relativo all’inchiesta condotta dalla Dda di Napoli sul clan Partenio che vede alla sbarra i fratelli Pasquale e Nicola Galdieri, ritenuti a capo dell’organizzazione malavitosa irpina, insieme ad altre persone. Nelle oltre mille pagine di ordinanza cautelare è evidenziato lo spessore criminale del clan diretto dai fratelli Galdieri che si occupavano di usura ed estorsioni. Per gli inquirenti, infatti, il gruppo criminale è nato dalle ceneri del vecchio clan Partenio che a fine anni ’90 ha insanguinato la provincia di Avellino. Un’organizzazione che faceva capo ai Genovese che gestiva un grosso traffico di cocaina. 

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