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Cronaca Monteforte Irpino

Mozzarella della camorra, Canonico si oppose a Santulli e Sepe: "Io non vendo questa schifezza"

Andrea Canonico, titolare del ristorante Quagliarella, si è tolto la vita impiccandosi il 7 gennaio 2022, proprio all’interno del suo locale

Emergono ulteriori dettagli relativamente all’inchiesta della Dia che ha decapitato il Clan Sangermamo e condotto a 25 arresti. L‘associazione camorristica aveva allungato i tentacoli anche sull’Irpinia. Dettagli terribili quelli concernenti il caso delle mozzarelle "imposte" a due ristoranti di Monteforte. Nella fattispecie, viene descritta dettagliatamente la violenza che ha dovuto subire Andrea Canonico, titolare del ristorante "Quagliarella". Il 53enne, ricordiamolo, si è tolto la vita impiccandosi il 7 gennaio 2022, proprio all’interno del suo locale. Il corpo fu ritrovato dai dipendenti.

“Sepe doveva lavorare in quanto amico suo”

Dall’ordinanza è emerso che – nel luglio del 2017 – Andrea Canonico si è recato presso il Comando dei Carabinieri per raccontare le imposizioni che subiva dal clan. Nello specifico, Sepe Salvatore e Santulli Roberto, in concorso tra loro, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, attraverso le minacce di Santulli alla vittima: “Sepe doveva lavorare in quanto amico suo” - evocando così implicitamente l'appartenenza di entrambi - nota alla vittima - alla criminalità organizzata - costringevano Canonico all'acquisto di trenta chili di mozzarella prodotta dal caseificio San Giacomo S.R.L. di Saviano. Un acquisto forzato nonostante la scarsa qualità del prodotto che, ovviamente, veniva cestinato; così procurandosi un ingiusto profitto con pari danno per la persona offesa. Un reato aggravato dalla minaccia posta in essere da Sepe che, avvalendosi della forza d'intimidazione derivante dall'appartenenza al Sistema e della condizione di assoggettamento che ne derivava, tentava di agevolare l'associazione camorristica denominata clan Sangermano operante in San Paolo Belsito, Liveri e comuni limitrofi. 

Dalle intercettazioni telefoniche emergeva che - a seguito dei tentativi di rifiuto da parte di Andrea Canonico finalizzate a temporeggiare sulla richiesta d'inserimento della mozzarella nel circuito di vendita del locale - Sepe si avvaleva dell'intervento di Santulli Roberto, pluripregiudicato del luogo già conosciuto dallo stesso Canonico Andrea, il quale si vedeva costretto ad accettare la mozzarella propostagli, nonostante la scarsa qualità del prodotto.

Dalle conversazioni trapela in modo evidente lo stato di assoggettamento e timore creato nei confronti di Canonico. Le circostanze indicate hanno, poi, trovato conferma nelle parole del 53enne proprietario del ristorante "Quagliarella", escusso a sommarie informazioni testimoniali nel 2017; quando ha spiegato nel dettaglio la dinamica degli eventi, nonché i rapporti intrattenuti con gli indagati, riferendo di essere stato contattato direttamente dal Sepe Salvatore e, dopo un primo rifornimento di mozzarella, di aver da subito cercato d'interrompere i rapporti commerciali, perché il prodotto non era di buona qualità.

Successivamente, a seguito delle pressioni esercitate da Roberto Santulli, il quale gli aveva imposto di continuare a prendere la mozzarella da Sepe, era stato costretto a effettuare un altro rifornimento di mozzarella. Nell'occasione, al fine di non pregiudicare il buon nome del locale, aveva dovuto disfarsi del prodotto a causa della scarsa qualità dello stesso. Infine, sospettando l'appartenenza di Sepe Salvatore alla criminalità organizzata e in considerazione del fatto che anche Roberto Santulli, nell'ultimo periodo "non stava marciando sulla retta strada", aveva deciso d'interrompere i rapporti con entrambi.

"Santulli è uno scumbinato, non marciava sulla retta strada"

Ecco quanto dichiarato da Andrea Canonico ai carabinieri: “Io conosco Roberto Santulli. Si è interessato alla mozzarella che mi consegnava Salvatore Sepe quando avevo già interrotto i rapporti con lo stesso. Infatti Roberto venne a impormi di continuare a prendere la mozzarella da Salvatore, in quanto diceva che doveva far lavorare il suo amico. Dopo l'intervento di Santulli, anche contro la mia volontà, visto che la mozzarella non era buona, chiamai nuovamente a Salvatore, al quale ordinavo 30 kg di mozzarella, che fui costretto a disfarmene visto che faceva "proprio schifo". A quel punto avendo sospettato che Salvatore era un delinquente ed appartenesse a qualche clan della criminalità organizzata, in considerazione del fatto che Santulli, nell'ultimo periodo, non stesse marciando sulla retta strada "lo definisco uno scumbinato", decidevo di interrompere nell'immediatezza i rapporti pagandogli il dovuto e questo anche per non averci più a che fare”.

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