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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Dopo la morte di Camilla Canepa nuove indicazioni per la campagna vaccinale

Oggi il Cts fornirà il parere su Vaxzevria raccomandandolo solo per gli anziani: l'immunità di gregge potrebbe slittare di qualche mese

Il vaccino Astrazeneca solo agli over 60 oppure al di sopra dei 50 anni. E i richiami, per chi ha ricevuto la prima dose, con Pfizer-BioNTech o Moderna. È questo lo scenario più probabile verso cui va il ministro della Salute Roberto Speranza dopo la morte di Camilla Canepa, deceduta a Genova per una trombosi al seno cavernoso in seguito alla somministrazione di Vaxzevria con conseguente emorragia cerebrale.

Verso AstraZeneca solo agli over 60: cambia la seconda dose per un milione di italiani dopo la morte di Camilla Canepa?

Una "soluzione" che arriva in grave ritardo, dopo vari tentennamenti e che già oggi vede sul piede di guerra le Regioni, che intanto sono finite sul banco degli imputati per gli Open Day in cui è stato somministrato il siero dell'azienda anglo-svedese per finire le scorte senza tenere conto dei rischi. E mentre un milione di persone dovrà a questo punto cambiare vaccino per la seconda dose, il pericolo più grande è quello del rallentamento della campagna vaccinale di massa che doveva portare l'Italia a raggiungere l'immunità di gregge da Covid-19 a settembre. 

Andiamo con ordine. Mentre ieri il ministro Speranza durante il Question Time del Senato ha deciso di non decidere, mantenendo la linea di questi mesi dopo i casi di trombosi segnalati a metà marzo e i pareri di Ema e Aifa, oggi il Comitato Tecnico Scientifico fornirà il suo parere sulle vaccinazioni con AstraZeneca e le classi di età. Un parere che secondo le indiscrezioni andrà verso l'indicazione più stringente per classi di età, chiedendo di somministrarlo soltanto agli over 60 come prima oppure arrivando agli over 50. In seguito il ministero si adeguerà ma è ancora in discussione la formula con cui adempirà al "consiglio" del Cts: ovvero una "forte" raccomandazione oppure un vero e proprio divieto. 

Il problema è squisitamente politico: il divieto rappresenterebbe una chiara marcia indietro rispetto a quanto deciso finora e metterebbe nei guai le Regioni e i loro Open Day. Che sono stati organizzati finora utilizzando quasi esclusivamente AstraZeneca perché le dosi erano in numero maggiore rispetto agli altri sieri acquistati e dovevano essere per forza smaltite. In ogni caso il divieto per gli under 60 porta con sé un'ulteriore complicazione. Ovvero che la seconda dose per gli under 60 dovrà necessariamente cambiare vaccino ed essere effettuato con Pfizer-BioNTech e Moderna. E questo nonostante sia l'Aifa che gli esperti come Massimo Galli dell'Ospedale Sacco di Milano abbiano invece spiegato che la seconda dose di Vaxzevria non era un rischio, visto che i (rari) effetti avversi gravi come la trombosi compaiono di solito dopo la prima. 

Vaccino AstraZeneca: cosa succede con gli Open day delle Regioni

Nella risposta al Question Time Speranza ha ricordato che lo scorso 7 aprile il ministero, con una circolare, "ha già raccomandato l'uso preferenziale del vaccino AZ agli over-60 e Aifa ha ribadito che il profilo beneficio-rischio è più favorevole all'aumento dell'età". Queste valutazioni, ha anticipato, "saranno sicuramente considerate nel prossimo parere del Cts". Tutti i vaccini sono però "sicuri ed efficaci", ha precisato il ministro. Ma c'è il problema delle Regioni che hanno già proceduto  nelle scorse settimane alla somministrazione del vaccino AZ agli under-60, come Toscana, Lazio, Calabria, Sicilia, Abruzzo.

La prima dose di AZ è stata somministrata agli over-18 in alcune Regioni anche organizzando open day )Liguria, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia), mentre altre (come il Veneto) non ne hanno organizzati. Uno che era previsto per oggi è stato revocato a Napoli mentre la Sicilia ha sospeso il vaccino anglo-svedese in via cautelativa sotto i 60 anni. Resta invece confermata la open week fino a domenica prossima - sempre con il vaccino AZ - organizzata nel Lazio. E questo perché bisogna smaltire le dosi. vari esperti si dicono favorevoli a completare comunque il ciclo vaccinale con AZ.

"In questo momento chi ha fatto la prima dose con un vaccino è bene che faccia la seconda dose con lo stesso vaccino. Ciò perchè le prove sperimentali che hanno portato all'approvazione di questi vaccini sono state fatte sulla somministrazione di due dosi per lo stesso vaccino e hanno dimostrato adeguate condizioni di sicurezza e di protezione", ha ricordato ieri Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute. Sulla stessa linea anche il virologo Fabrizio Pregliasco e l'infettivologo Massimo Andreoni, secondo i quali gli eventi avversi rari si sono verificati essenzialmente dopo la prima dose ed il rischio è bassissimo.

Una conferma arriva dal quinto Rapporto Aifa di Farmacovigilanza sui Vaccini Covid: i casi di trombosi venose intracraniche e in sede atipica in soggetti vaccinati con AZ sono in linea con quanto osservato a livello europeo, ovvero 1 caso ogni 100.000 prime dosi somministrate e prevalentemente in persone con meno di 60 anni. Nessun caso è stato segnalato dopo la seconda dose.

AstraZeneca: lo stop ai giovani e il rebus seconda dose 

Il possibile cambio di vaccino nella somministrazione della seconda dose, che a questo punto avverrà soltanto a scopo precauzionale (sempre che alla fine il ministero non cambi idea di nuovo: è già successo spesso durante la campagna di vaccinazione), interesserà un milione di persone. Repubblica spiega oggi che nel nostro Paese ci sono 2 milioni e 80 mila persone sotto i 60 anni che hanno avuto una dose del vaccino AstraZeneca. Di questi, 1 milione e 20 mila aspettano di fare il richiamo. Per loro andrebbero trovate dosi dell’altro vaccino, quello a Rna messaggero. L’idea del ministero in teoria è quella di non spostare la data dell’appuntamento per la seconda iniezione. Ma questo avrà comunque un impatto sull'organizzazione delle somministrazioni: anche se un milione non sono tantissime, molte Regioni viaggiano con i magazzini sempre vuoti e quindi dovranno fare un po’ di scorta per assicurare le seconde dosi con Pfizer o Moderna. Inoltre verranno a mancare le vaccinazioni ai giovani, che quasi tutte le Regioni, magari senza adottare la modalità dell’open day, facevano in parte con AstraZeneca.

Ma anche sul richiamo con un vaccino diverso ci sono pareri discordi.  "Si pone ora il problema del richiamo per i ragazzi che hanno ricevuto la prima dose di vaccino AstraZeneca. Io aspetterei", afferma all'Adnkronos Salute il virologo Andrea Crisanti. "Per quanto riguarda la seconda dose con un vaccino diverso - sottolinea - continuo a ripetere che senza dati non si vaccina. Da un punto di vista immunologico non ci sarebbero controindicazioni a fare la seconda dose con un vaccino diverso, ma visto che non ci sono dati rimango dell'idea che dobbiamo averli in mano prima di procedere. Anche se personalmente non credo si correrebbe un rischio di alcun tipo, è questione di non fare gli apprendisti stregoni. Questa non è la repubblica delle banane. Chi si prende la responsabilità di fare il richiamo con un vaccino diverso senza abbastanza dati? Bisogna essere coerenti col metodo". "Adesso quindi per i ragazzi vaccinati con la prima dose AstraZeneca aspetterei col richiamo e li richiamerei verso ottobre-novembre. Aspetterei di avere il dato che conferma che non ci sono pericoli nel fare una seconda dose con vaccino diverso. Dobbiamo sincerarci di questo".

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