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Cronaca Monteforte Irpino

Monteforte lancia l'idea della sartoria sociale per immigrati

Vista l'alta presenza di profughi nel comune, il sindaco sta cercando di individuare soluzioni utili per l'integrazione

Una sartoria sociale che sia un'occasione lavorativa e di integrazione sociale per gli immigrati di Monteforte Irpino: è il progetto al quale stanno lavorando i responsabili dell'azienda Petrilli, l'associazione Youthink e l'Amministrazione comunale di Monteforte Irpino.

"Non è un'idea, ma un progetto concreto e solido che sarà realizzato nel brevissimo periodo - commenta l'assessore alle politiche sociali, Giulia Valentino - gli immigrati che sono ospitati nella struttura di accoglienza di Monteforte, hanno seguito una serie di corsi di formazione, tra cui quello di sartoria, raggiungendo livelli di manualità e creatività davvero sorprendenti». L'amministrazione Giordano continua, quindi, la strada dell'integrazione e dell'inclusione: «Da parte nostra c'è ovviamente tutto l'interesse a coinvolgere gli immigrati nel nostro tessuto sociale, ma tutto è complicato dal numero elevato delle persone attualmente ospitato - continua la Valentino - ma ciò non ci ha scoraggiato. Nelle prossime settimane, infatti, definiremo il protocollo d'intesa con la Prefettura di Avellino che ci consentirà di offrire un'occasione di lavoro e coinvolgimento sociale degli immigrati in attività di pubblica utilità".

Anche questo sarà un passaggio di fondamentale importanza da vagliare attentamente, tenuto conto della necessità di assicurare e formare gli immigrati e acquistare attrezzature e abbigliamento necessario per il tipo di attività che dovranno svolgere. Tutto a carico delle casse comunali.

"Resto ancora cautamente favorevole alla possibilità di impiegare gli immigrati in lavori socialmente utili, a causa di una serie di difficoltà legati alla formazione del profugo, alla responsabilità civile verso terzi e, soprattutto, all'assicurazione contro eventuali possibili infortuni - spiega il sindaco Costantino Giordano - difficoltà che si legano a una situazione di convivenza sociale molto tesa, dovuta a un numero troppo elevato di presenze, a strutture quasi al collasso, a episodi di violenza, vandalismo e denudamento in pubblico. Da sindaco devo preoccuparmi di garantire livelli accettabili di sicurezza e decoro per i montefortesi e condizioni di vita degna ai migranti. E in questo senso la mia amministrazione sta lavorando con determinazione e tenacia. Abbiamo incontrato più volte i dirigenti della Prefettura, lo stesso Prefetto, S.E. dott. Carlo Sessa, scontando ritardi e assenze della passata amministrazione che hanno fortemente limitato la stesura e l'adesione del nostro comune a un protocollo provinciale. Siamo in contatto costante con i responsabili della struttura Petrilli e, ovviamente, con gli oltre trecento immigrati del nostro comune alla ricerca di soluzioni condivise".

Nonostante l'impegno non mancano le critiche al lavoro messo in campo: "Meraviglia, poi, leggere dichiarazioni di personaggi politici nostrani che cavalcano un argomento caldo e di grande sensibilità e impatto sociale come l'immigrazione a Monteforte, per ottenere pubblicità politica a basso costo intellettuale. Questa è una pratica scorretta, sconveniente e deprecabile persino in clima di campagna elettorale (che ricordo a tutti è finita da tempo), figuriamoci in una fase così delicata come quella attuale. E' molto probabile che i nostri "paladini mediatici della poltrona di casa o della domenica a Monteforte" non abbiano visitato neanche solo una volta queste strutture. Di sicuro, né io né i miei assessori e consiglieri abbiamo mai ricevuto contributi di idee o di collaborazione. Continuerò quindi lungo la strada tracciata: quella dell'inclusione, della collaborazione e del dialogo per restituire serenità ai miei concittadini, senza penalizzare gli immigrati da una parte e i nostri giovani dall'altra".

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