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Cronaca Forino

Minacce ad Alfonso Gnerre, due persone a processo con rito immediato

La Procura Antimafia di Napoli ha ottenuto il processo immediato per i due indagati che avrebbero minacciato Alfonso Gnerre il quale, ad agosto del 2021, avrebbe simulato la sua scomparsa per divincolarsi dalle minacce dei due soggetti, attualmente agli arresti domiciliari

Minacce a un testimone contro il Nuovo Clan Partenio: a processo con rito immediato due irpini, Massimo Evangelista e Renato Freda.

La Procura Antimafia di Napoli ha ottenuto il processo immediato per i due indagati che avrebbero minacciato Alfonso Gnerre il quale, ad agosto del 2021, avrebbe simulato la sua scomparsa per divincolarsi dalle minacce dei due soggetti, attualmente agli arresti domiciliari.

La data del processo è fissata al prossimo 27 gennaio, davanti al tribunale collegiale presieduto dal Giudice Lucio Galeota.

Scomparso da un anno, fuggiva dal Nuovo Clan Partenio

Per quasi un anno, a Santa Paolina, si erano completamente perse le tracce di Alfonso Gnerre, fuggito volontariamente perché vittima di usura. Nello scorso luglio, la Procura Distrettuale antimafia lo ha ascoltato e, in seguito alla sua testimonianza, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Avellino hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Napoli, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di due avellinesi indagati per “intralcio alla giustizia aggravato dal metodo mafioso”: Renato Freda, difeso dall’avvocato Patrizio Dello Russo, e Massimo Evangelista, difeso dall’avvocato Gaetano Aufiero.

Risultano acquisiti gravi indizi di colpevolezza a carico dei due soggetti, ritenuti vicini all’organizzazione malavitosa denominata “Nuovo Clan Partenio”, che in due distinte occasioni e in piena fase di istruttoria dibattimentale in cui si trova tuttora il processo contro quella stessa associazione criminale, avevano avvicinato Gnerre, teste/vittima di usura, minacciandolo e imponendogli di non presentarsi in udienza qualora citato o comunque di testimoniare il falso a favore degli imputati.

Le indagini, avviate dopo la scomparsa del testimone, hanno permesso di rintracciarlo e appurare il reale motivo del suo allontanamento, consentendo, quindi, attraverso accertamenti e svariate attività, l’identificazione degli indagati, nonché al testimone di partecipare regolarmente al processo contro il clan.

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