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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Medico irpino condannato per un errato intervento chirurgico, la Corte di Appello conferma la sentenza

L'episodio di malasanità risale al maggio 2015: un intervento di rimozione di fili, successivo a un artroprotesi alla spalla, rischiò di rivelarsi fatale per un paziente dell'Ospedale "Landolfi" di Solofra, finito per ben 45 giorni in terapia intensiva

Era stato condannato, nell'ottobre dello scorso anno, a causa di un errore commesso nel corso di un intervento chirurgico alla spalla di un paziente, effettuato nel maggio 2015 all'Ospedale "Landolfi" di Solofra.

La Corte di Appello di Napoli, composta dal presidente relatore Maria Grassi e dai consiglieri Carmela Iorio e Corinna Forte, ha confermato la sentenza emanata in primo appello nei confronti del dott. Antonio La Verde, condannato dal Tribunale di Avellino a risarcire il suo paziente, F. V. le sue iniziali, ricoverato per 45 giorni in terapia intensiva e assistito dall'avv. Anna Maria Vittoria Vecchione.

"Ricostruzione dei fatti immune da vizi logici e lesioni colpose pienamente condivise"

Il medico irpino, infatti, aveva fatto ricorso avverso alla sentenza emanata dal Tribunale di Avellino nell'ottobre del 2021, allorquando il dott. La Verde veniva condannato alla "pena di € 500,00 di multa, oltre al pagamento delle spese processuali", nonché "a risarcire alla parte civile V. F. il danno da liquidare in separata sede e a rimborsare alla stessa le spese di costituzione assistenza e rappresentanza che si liquidano in complessivi € 1.800,00".

All'interno del dispositivo emesso dalla Corte di Appello si apprende che la ricostruzione dei fatti "è immune da vizi logici ed è pienamente conforme alle risultanze probatorie in atti" e che le critiche mosse nell'atto di appello "non appaiono tali da mettere in dubbio le motivazioni contenute nella sentenza impugnata". Inoltre: "Anche le valutazioni del primo Giudice in ordine al profilo della qualificazione giuridica dei fatti, ovvero delle lesioni colpose dovute all'imprudenza e all'imperizia nell'esercizio della professione medica da parte dell'imputato, sono pienamente condivise".

Intervento chirurgico errato: danni ai polmoni e all'esofago del paziente

Secondo la ricostruzione dei fatti, il paziente, dopo essere stato sottoposto a un primo intervento di artroprotesi alla spalla nel marzo 2015 presso l'Ospedale "Landolfi" di Solofra, fu richiamato nel maggio dello stesso anno per un secondo intervento, consistente nella rimozione dei fili di Kirschner. 

Il medico irpino, all'epoca dei fatti dirigente medico presso il reparto di ortopedia del plesso ospedaliero solofrano, compì un errore che rischiò di rivelarsi fatale: i fili, infatti, non furono rimossi − come successivamente dimostrato dalle due consulenze in cui veniva evidenziato il nesso causale − bensì recisi, arrivando a un centimetro dalla vena succlavia e provocando gravi danni ai polmoni e all'esofago.

Il paziente venne salvato soltanto grazie all'intervento in chirurgia di urgenza del dott. Francesco Maria Crafa (effettuato presso l'Ospedale "Moscati" di Avellino), pur rimanendo in costante lotta tra la vita e la morte per quei lunghi, soffertissimi 45 giorni in terapia intensiva.

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