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Cronaca

Ecco la mappa della camorra in Irpinia

Conosciamo le influenze camorristiche in Irpinia nella seconda metà del 2016

E’ giunta la relazione annuale della Direzione Investigativa Antimafia, consegnata oggi al Parlamento dal Ministero dell'Interno. Il dato in auge disegna la mappa delle influenze camorristiche in Irpinia nella seconda metà del 2016.

Il quadro più grave, senza ombra di dubbio, nel Vallo di Lauro, nella zona di Baiano, in Valle Caudina, in Alta Irpinia, nel comprensorio Montorese-Solofrano e nella zona di Ariano. Le “piaghe” più diffuse in tal senso sono il traffico di sostanze stupefacenti e l'attività estorsiva.

I carabinieri, nel mese di novembre, hanno portato alla luce l’attività criminale fiorente che caratterizzava i comuni di Gesualdo e Villamaina. Qui, infatti, venivano soddisfatte le imponenti richieste di stupefacenti provenienti dalle piazze di spaccio dell'Alta Irpinia e della Valle del Calore.

Nei comuni di Baiano, Avella e aree limitrofe, invece, avveniva l'operazione "Mandamento", conclusa nel mese di settembre e che ha portato alla luce il sodalizio criminale denominato "Nuovo Ordine di Zona".

L’attività investigativa dell’Arma ha rivelato quanto fosse facile per i clan condizionare l'operato della Pubblica Amministrazione locale, allo scopo di ottenere l'aggiudicazione di appalti pubblici con la complicità di funzionari comunali. Anche in questo caso, i reati contestati sono di estorsione e turbativa d'asta.

La Polizia di Stato, nel mese di dicembre, ha invece accertato l'infiltrazione camorristica nel comune di Pago del Vallo di Lauro da parte del clan Cava emessa il 28 novembre 2016, dal G.I.P. del Trib. di Napoli nei confronti di diversi soggetti amministratori comunali, funzionari municipali e vigili urbani, che si sarebbero prestati ad assecondare le richieste illecite di alcuni componenti di spicco del gruppo Cava. Tra gli arrestati spiccano ex amministratori comunali. Il Comune in questione è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche nel 1993 e nel 2009.

Sul territorio sono presenti quattro gruppi criminali già noti alle forze dell'ordine e che fanno riferimento ai già citati Cava, Graziano, Pagnozzi e Genovese operanti in zone ben delineate. A destare maggiore preoccupazione è la feroce faida tra i Cava ed i Graziano che operano nel Vallo Lauro con interessi anche nella zona del nolano. Droga, usura e racket le attività criminali. Il clan Cava è operativo anche ad Avellino e, nonostante ci siano stati numerosi arresti eccellenti, continua a controllare tutte le attività criminali. Il clan Pagnozzi estende la propria influenza nella Valle Caudina e su una parte del territorio della provincia di Benevento e Caserta oltre ad avere interessi anche nella capitale come stabilito da recenti inchieste antimafia. Resta ancora in auge anche il clan Genovese che in passato aveva legami proprio con i Cava, operante nelle zone del serinese, Solofra e Montoro, in città e nei comuni limitrofi. Del clan Genovese, il cui boss Modestino è stato condannato all'ergastolo, se ne è parlato nel mese di dicembre con una operazione della D.I.A. di Salerno, che ha eseguito la confisca di alcuni beni mobili nella disponibilità di un componente del sodalizio dove avrebbe gestito le estorsioni, lo spaccio di stupefacenti e la distribuzione delle slot machine nella zona di Cinecittà.

Infine, ci sono le infiltrazioni camorristiche che caratterizzano l'Irpinia d'oriente, dove si svolgono le attività criminali delle organizzazioni provenienti dalla Puglia. Per affrontare questo problema, infatti, viene realizzata una commissione d'inchiesta antimafia per discutere del racket delle pale eoliche dopo gli spari che, successivamente, hanno portato in carcere due persone provenienti dalla regione pugliese.

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