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Cronaca

"Madonna Nera", ascoltato carabiniere nel processo alla banda dei topi d'appartamento

Nella giornata di oggi, presso il Tribunale di Avellino, ha avuto luogo una nuova udienza relativa all’inchiesta “Madonna Nera”, un blitz dei carabinieri di Avellino che, nel 2017, ha interessato il capoluogo e comuni limitrofi, oggetto di numerosi furti perpetrati da abili topi d’appartamento

Nella giornata di oggi, presso il Tribunale di Avellino, ha avuto luogo una nuova udienza relativa all’inchiesta “Madonna Nera”, un blitz dei carabinieri di Avellino che, nel 2017, ha interessato il capoluogo e comuni limitrofi, oggetto di numerosi furti perpetrati da abili topi d’appartamento. In data odierna veniva effettuato il controesame al Brigadiere dei Carabinieri di Avellino, Gianluca Restieri da parte degli avvocati. Le domande di quest’ultimi sono state indirizzate principalmente alla dinamica di alcuni furti avvenuti in quel periodo. Stando a quanto si apprende, i presunti ladri, individuato l’obiettivo da colpire e valutato il momento propizio, decidevano di mettere a segno il furto; e mentre l’autista rimaneva all’esterno, fungendo quindi da “palo” al fine di avvisare in caso di eventuali imprevisti, dopo aver forzato porte o finestre penetravano all’interno delle abitazioni e le svaligiavano. L’informativa, ancora, era già stata acquisita nel corso della scorsa udienza, mediante le intercettazioni.

La prossima udienza, adesso, è attesa per 18 luglio 2022, quando avrà luogo il controesame dei restanti avvocati oggi non presenti.

L'operazione "Madonna Nera" 

Il 17 aprile 2017 Carabinieri della Compagnia di Avellino diedero esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura coercitiva, emessa dal GIP del locale Tribunale su richiesta della Procura, nei confronti di quattro avellinesi ritenuti responsabili del reato di furto aggravato. L’importante attività operativa denominata “Madonna Nera” (prende il nome dal noto dipinto recuperato nel 2016), sviluppata dai Carabinieri della Stazione di Avellino e coordinata dall’Autorità Giudiziaria, ha inferto un altro duro colpo alla criminalità predatoria in Irpinia. L’indagine trae origine da una denuncia sporta nel giugno del 2016 relativa ad un furto in appartamento: il sopralluogo effettuato da personale specializzato dell’Arma, metteva in luce varie tracce, correlate ad altri analoghi episodi successivamente denunciati, riconducibili agli stessi autori. La caparbietà e la determinazione dei Carabinieri, decisi a dare una risposta quelle denunce di furti che avevano creato non poco clamore nella comunità irpina, premiava alla fine gli sforzi. Lo sviluppo di fonti di intelligence, l’acquisizione di utili informazioni nonché di video dalle telecamere di tutta la zona e l’analisi degli elementi raccolti sia con sofisticate attrezzature tecniche che con metodi classici di appostamento, di osservazione, di pedinamento, permetteva di accertare la responsabilità di 17 persone, accusate a vario titolo, a seguito di vari furti perpetrati in abitazioni non solo dell’avellinese. Per eludere i controlli delle Forze dell’Ordine i malviventi erano soliti utilizzare veicoli di cortesia condotti da complici che di volta in volta venivano rimpiazzati. 

Tra la refurtiva recuperata anche l’antico dipinto della “Madonna con Bambino”

Per evitare di essere identificati, gli indagati erano soliti travisarsi ed indossare guanti. In alcuni casi, benché sorpresi dai proprietari, per nulla intimoriti portavano a termine la loro azione criminosa prima di darsi alla fuga. I ladri durante i loro raid non disdegnavano attrezzi agricoli e biciclette di valore, oltre a oggetti preziosi e tessere bancomat con annesso “pin” che, appena terminato il furto, utilizzavano nell’ATM più vicino per effettuare il massimo prelievo. I gioielli rubati venivano invece puntualmente fatti valutare presso delle gioiellerie per poi venderli a loro conoscenti che, identificati nel corso delle indagini, sono stati deferiti per ricettazione.

Tra la refurtiva recuperata e restituita agli aventi diritto, ricordiamo l’antico dipinto della “Madonna con Bambino”, di notevole valore, risalente al 1600 ed attribuibile verosimilmente all’artista partenopeo Salvator Rosa, rubato nel 2005 all’interno di una villa barocca dell’hinterland salernitano e recuperato lo scorso mese di agosto a seguito di perquisizione presso un’abitazione dove i Carabinieri avevano avuto contezza della presenza di quell’opera d’arte. L’opera, oggetto di accertamenti da parte del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, è attualmente in fase di restauro.

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