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Cronaca

Intervista all'ex senatore Enzo De Luca: "La politica non è in crisi. La politica non c’è"

"Gli episodi delittuosi avvenuti negli ultimi tempi nella provincia di Avellino sono riconducibili a una debolezza istituzionale"

“Tutto ciò che mi viene attribuito non sta né in cielo, né in terra". Afferma l'ex senatore Enzo De Luca ai microfoni di Avellino Today, facendo riferimento a un comizio elettorale avvenuto nel periodo relativo all'elezione della Giunta regionale Campania. Il comizio in questione si tenne all'interno dell'auditorium Giovanni Paolo II di Pratola Serra (ex-ECA). Il senatore fu accusato di aver affermato che Pratola Serra era assimilabile a Casal di Principe, lasciando intendere l'insorgere del male-affare in quel comune. "Se fossero avvenute cose clamorose - continua De Luca - per il ruolo che avevo, si sarebbe scatenato un putiferio. Qualsiasi valutazione di giudizio e attribuzione che io avrei fatto nei confronti di amministratori e persone, non sono mai state dette. E, ancora, mai avrei potuto fare riferimento a qualsiasi episodio specifico. Ovviamente, se io avessi detto qualsiasi frase di quel tipo – nel corso di un comizio o altro – sarebbe stata immediatamente oggetto d’inchiesta. Non dimentichiamo che, in quel momento, quando io mi spostavo per l’Italia, avevo una collaborazione continua da parte delle forze dell’ordine. Non a caso, da quella vicenda, con la collaborazione dell’allora procuratore distrettuale antimafia, Pietro Grasso, presentai una legge sul ciclo integrato dei rifiuti che aveva come punto centrale l’inasprimento delle pene per i reati di mafia. In pratica, volevo che il reato ambientale fosse equiparato al 416 bis”.

Perché, allora, è stato fatto il suo nome?

“Qualcuno, giocando una partita politica, ha detto delle affermazioni che, come dimostrato anche dalle vicende istruttorie, non ho mai proferito. Il vicepresidente della commissione bicamerale ecomafie non può fare simili esternazioni in pubblico. Sarebbe assurdo. Io posso affermare che, una cosa di questo tipo, anche se l'avessi pensata, l’avrei tenuto per me. Come ho già fatto in altre audizioni con altri pentiti in tutta Italia”.

Perchè le persone si stanno allontanando dalla politica?

“Ci troviamo senza una adeguata azione preventiva da parte delle componenti sociali, economiche, politiche e culturali. Io penso che il governo Draghi abbia fatto un grande sforzo. Ovviamente non si è mai soddisfatti al 100%. In questo scenario occorre un’azione di protagonismo; non è possibile vedere tanti progetti indipendenti. Questa situazione c'impone in primo luogo una reazione istituzionale improntata alla massima responsabilità. L’azione dei partiti può essere un’arma di difesa. Sicuramente episodi delittuosi avvenuti nella provincia di Avellino negli ultimi tempi – a mio avviso – sono riconducibili a una debolezza istituzionale. La politica non è in crisi. La politica non c’è”.  

Pochi giorni fa è stata resa nota la relazione semestrale della DIA e, ovviamente, è stata sottolineata una massiccia presenza di criminalità organizzata anche nella provincia di Avellino. Perché, in Irpinia, c’è ancora tutta questa gente convinta che la camorra non esista?

“Sono due i motivi principali: c’è una notevole ignoranza per quanto riguarda le problematiche più diffuse. C’è una rappresentanza, soprattutto negli enti locali, non all’altezza. Il crimine organizzato ha l’opportunità di essere facilmente protagonista. Anzi, le forze politiche devono comprendere che, in proporzione, la provincia di Avellino – per quanto riguarda i clan - fa segnare una crescita anche maggiore rispetto alle altre”.

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