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Cronaca Altavilla Irpina

Vittima di transfobia, l'incubo di Alessia continua: "Ora sono accusata di aver ucciso mio padre"

Avellino Today ha raccolto le dichiarazioni della giovane di Altavilla Irpina, balzata agli onori della cronaca a causa dei reiterati e sempre più violenti attacchi omotransfobici subiti da una vicina di casa

Non c’è pace per Alessia, transgender 18enne di Altavilla Irpina. La giovane è balzata agli onori della cronaca a causa dei reiterati e sempre più violenti attacchi omotransfobici  - subiti sui social - da parte di una vicina di casa 53enne.  Successivamente a una violenta lite con i familiari della ragazza, anche Nicolò De Devitiis de Le Iene - accompagnato da Vladimir Luxuria – ha incontrato questa donna per cercare di comprendere i motivi del suo folle accanimento e tentare, per quanto possibile, di risolvere la situazione. Purtroppo, però, così non è stato e l’attività persecutoria continua tuttora.  

Avellino Today ha raccolto le dichiarazioni di Alessia. La 18enne continua disperatamente a coltivare la speranza che questo terribile incubo finisca: 

“Io, dall’inizio di questa storia, ho fatto 35 denunce e soltanto adesso la legge ha cominciato a muoversi. La prima ordinanza imposta alla mia vicina di casa è stato il divieto di avvicinamento di almeno 500 metri. A questo si aggiunge il divieto assoluto di comunicare con me. Lei si trova attualmente in regime di detenzione domiciliare perché un pomeriggio, proprio davanti la caserma dei carabinieri, cercò d’investirmi. Nonostante le mie numerose denunce, anche televisive, non si è mai arresa e ha continuato questa attività persecutoria nei miei confronti”.  

Quali sono state le ultime minacce che hai ricevuto dalla tua vicina di casa? 

“Oltre alle ormai consuete minacce e ai tantissimi insulti, adesso afferma che io abbia ucciso mio padre. Sui social, ancora, scrive che io e mio padre avevamo una relazione sessuale. In realtà mio padre è morto tra le mie braccia quando io avevo solo 9 anni. Lei mi accusa anche di essere la sua assassina”.  

Quando hai ricevuto le ultime aggressioni verbali da parte della tua vicina di casa?  

“L’ultimo attacco che ho ricevuto è stato quattro giorni fa (il 18 febbraio 2021 N.d.R) e, in quell’occasione, lei mi scrisse che, appena sarebbe uscita, mi avrebbe dato fuoco. Dammi il tempo e ti riempirò di coltellate  - mi scrisse - e, ancora, che avrei dovuto essere bruciata viva con l’acido muriatico”.  

Una simile e spropositata violenza non può essere dettata soltanto dall’omofobia. Hai mai tentato di comprendere cosa spinga questa persona a provare un odio così violento, aggressivo e profondo nei tuoi confronti? 

“C’ho provato tante volte a capire ma, davvero, non sono mai riuscita a comprendere cosa volesse da me. Al di là dell’omofobia, penso che questa donna vada curata. Da quando si trova in stato di detenzione domiciliare è evasa tre volte e, in una di queste, si è anche incatenata a un monumento”.  

Ci risulta che la 53enne sia stata anche in cura presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Solofra, è vero? 

“Sì e ne è uscita poiché aggrediva i medici e gli infermieri. È una persona che ha sicuramente bisogno di un aiuto psicologico”.  

Adesso, per te, come è cambiata la vita ad Altavilla? 

“Ho paura. Ho paura di uscire di casa. Vivo nel terrore d’incontrarla per strada. Lei, una settimana fa, è evasa dai domiciliari ed è passata sotto casa mia. Se fossi scesa 10 minuti prima me la sarei trovata davanti. Non capisco perché non vengano presi provvedimenti”.  

Tu hai ricevuto da più parti una profonda solidarietà ma, senza ombra di dubbio, il problema rimane. Cosa vorresti chiedere, in questo momento, alle autorità? 

“Vorrei che qualcuno mi spiegasse come sia possibile che questa donna, nonostante tutte le mie denunce, nonostante le restrizioni che le sono state imposte, ha ancora la facoltà di torturarmi. Sono due anni che vivo questo inferno ma, certamente, più degli sputi per strada, più di qualsiasi minaccia o insulto, è stato sentirmi accusata su Facebook di aver ucciso mio padre a gettarmi nel più profondo sconforto. Come si fa ad avere il coraggio di dire queste cose a una persona che ha perso il padre all’età di 9 anni? Vorrei che qualcuno riuscisse a darmi una spiegazione del perché mi sta accadendo tutto questo!”.  

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