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Cronaca

Interrogatorio di garanzia per De Simone, l'ex patron del Trapani respinge le accuse

Al termine dell'interrogatorio, convalidava la misura cautelare in carcere

L'avellinese Maurizio De Simone, ex patron del Trapani calcio, arrestato dalla Guardia di Finanza di Trapani con l'accusa di autoriciclaggio, appropriazione indebita, infedeltà patrimoniale e per evasione dell’Iva per circa 9 milioni di euro. De Simone è stato ascoltato per rogatoria, dal gip del tribunale di Avellino, Paolo Cassano, che, al termine dell'interrogatorio, convalidava la misura cautelare in carcere. Adesso, bisognerà attendere la decisione del gip per valutare il ricorso al tribunale del riesame avverso la misura cautelare ed eventuale appello al rigetto della revoca.

L'arresto da parte della Guardia di Finanza

Nel giorno del 6 agosto, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trapani hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Trapani, Dott.ssa Caterina Brignone, in pregiudizio di Maurizio De Simone, ex proprietario del “Trapani Calcio ” nel perodo da marzo a giugno del 2019, vale a dire in corrispondenza della promozione della squadra nella serie cadetta. Al provvedimento si aggiuge il sequestro preventivo delle quote sociali della FM Service S.r.l., società che nel marzo del 2019 aveva rilevato quelle del Trapani Calcio S.r.l.. Anche tale provvedimento è stato emesso dalla medesima Autorità Giudiziaria che ha recepito in toto le richieste avanzate all’esito delle attività di polizia giudiziaria coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, Dott.ssa Rossana Penna.

Le indagini condotte dal Nucleo sul conto dell’amministratore protempore della Trapani Calcio S.r.l. avevano preso le mosse lo scorso mese di dicembre ed hanno consentito di ricostruire prima le condotte illecite più evidenti, consistenti essenzialmente nella sottrazione dalle casse della predetta società sportiva di denaro per oltre 200 mila euro, e poi di disvelare un meccanismo di false fatturazioni per servizi mai resi, per lo più di natura informatica, posto in essere da aziende prive di eettiva sostanza economica facenti capo direttamente od indirettamente al De Simone ancorché intestate a soggetti cd. “prestanome”, per un’evasione IVA stimabile in oltre 9 milioni di euro; Proprio esaminando l’operatività di tali strutture societarie, la maggior parte delle quali ubicate nella città di Avellino, città di origine del De Simone, è stato infatti possibile verificare come quest’ultimo avesse utilizzato parte dei proventi illeciti provenienti dalle false fatturazioni non solo per rilevare la proprietà della società Trapani Calcio S.r.l., ma anche di immettere nella società calcistica, attraverso la Fm Service, una somma pari ad euro 149.000, quota necessaria per far fronte agli impegni di natura organizzativa imposti dai regolamenti della F.I.G.C. senza incorrere a penalizzazioni, rendendosi così responsabile del reato di autoriciclaggio. In tal modo veniva pertanto consentito il regolare svolgimento delle attività sportive relative al campionato di serie “C” della società Trapani Calcio, il quale si concludeva, tra l'altro, con la promozione di quest'ultima alla categoria superiore. 

Successivamente, nel periodo in cui il De Simone è stato alla presidenza della società Trapani Calcio non ha posto in essere alcuna operazione, sotto il profilo economico e patrimoniale, volta a rafforzare e rendere maggiormente competitiva la società, a comprova del fatto che l’unico suo intento era quello di svuotarne le casse, come accertato
nel corso delle indagini.

Allo stato, tra l’altro, il citato è risultato essere percettore del reddito di cittadinanza, circostanza che ha portato gli investigatori a denunciarlo per truffa aggravata ai danni dello Stato.

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