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Cronaca

Arresto Vincenzo Schiavone, le intercettazioni: "Troppo oltre il limite e questo continua a fare lo spavaldo"

"Una serie di relazioni che gli hanno consentito di accedere ai vari livelli istituzionali per ottenere agevolazioni e per soddisfare i propri interessi personali"

Torniamo a parlare dell'arresto di Vincenzo Schiavone, imprenditore attivo nel campo della sanità privata. L'uomo, ricordiamolo, è finito in manette con l'accusa di corruzione, abuso e rivelazione di segreto d'ufficio. Il proprietario di due cliniche irpine, vale a dire Villa Esther ad Avellino e la Clinica Santa Rita ad Atripalda, è implicato nell'inchiesta concernente i lavori di ampliamento di Pineta Grande, una casa di cura localizzata a Castel Volturno, di cui lo stesso imprenditore è presidente e amministratore.

Secondo le indagini condotte da Maria Antonietta Troncone, Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, i fatti, risalenti al periodo febbraio-marzo 2018, avrebbero visto Schiavone protagonista di "una serie di relazioni che gli hanno consentito di accedere ai vari livelli istituzionali per ottenere agevolazioni e per soddisfare i propri interessi personali". L'imprenditore avrebbe perfino tentato di avvicinare un magistrato, subito dopo aver appurato di essere raggiunto dal procedimento cautelare. Al patron di Villa Esther e Santa Rita, infine, viene contestato il mancato rispetto di alcune importanti normative in ambito regionale ed edilizio, riguardanti la realizzazione e l'ampliamento delle strutture sanitarie.

Oltre a Schiavone, altri due imputati sono stati raggiunti dall'emissione dei domiciliari: Domenico Romano, tecnico di parte della Pineta Grande, al quale è stato imposto anche il divieto di dimora in Campania; e Giuseppe Schiavone, funzionario della Sovrintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Caserta, per il quale è scattata l'interdittiva della sospensione dell'esercizio all'interno dei pubblici uffici per un periodo pari a 12 mesi.

Le intecettazioni di Alfonso Savio

Tra le figure chiave dell'inchiesta, figura Alfonso Savio, il faccendiere di Pineta Grande. L'uomo, nel corso di alcune intercettazioni telefoniche riportate da Il Mattino, riferendosi a Schiavone, affermava quanto segue: "Ci sono tante cose che sono andate troppo oltre il limite e questo continua a fare lo spavaldo. Dice che si deve andare avanti. 

Il gip Alessandra Grammatica non ha dubbi: sono queste le dichiarazioni che testimoniano la colpevolezza di Schiavone e una crescente paura in Savio; consapevole che Schiavone è intenzionato a non fermarsi. Le preoccupazioni dell'intercettato sono dettate dal fatto che i funzionari pubblici stanno chiedendo con insistenza posti di lavoro, chiamandolo ripetutamente al cellulare per chiedere di sistemare conoscenti. 

Posti di lavoro in cambio di favori  

Nel corso dell'indagine, infatti, la magistratura ha individuato alcuni soggetti che avrebbero ottenuto posti di lavoro all'interno delle cliniche di Schiavone grazie alla "spinta" di alcuni funzionari pubblici, tra questi ci sarebbero il dirigente Antonio Postiglione, responsabile della Direzione Generale per la Tutela della salute e il Coordinamento del Sistema sanitario regionale, Antonio Podda, funzionario della giunta regionale, e Arturo Romano, consigliere delegato per i rapporti con il sistema sanitario regionale.

Stando a quanto si apprende, gli inquirenti ipotizzano che, quelle assunzioni, sarebbero servite per agevolare le concessioni per l'ampliamento di Pineta Grande.

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