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Cronaca

Inchiesta diplomi falsi all’Istituto Italo Calvino: "Mio padre pagò più 2mila euro"

L’Istituto avrebbe sfornato diplomi falsi a delle persone che non avrebbero mai potuto raggiungere la scuola per l’eccessiva distanza tra la stessa e il loro domicilio

Ricordiamo tutti l’inchiesta che travolse l’Istituto Italo Calvino  di Conza della Campania a causa della presenza di circa un centinaio di studenti “inesistenti”. Tutta la questione risale al lontano 2008 e si è prolungata fino al 2012. In questo arco di tempo l’istituto avrebbe sfornato diplomi falsi a delle persone che non avrebbero mai potuto raggiungere la scuola per l’eccessiva distanza tra la stessa ed il loro domicilio. I soggetti si presentavano presso la struttura due o tre volte al mese ma risultavano presenti tutti i giorni. Bastava semplicemente sborsare dai 3.500 ai 5 mila euro. I docenti, all’epoca, dichiararono agli inquirenti che, per fare punteggio, firmavano una busta paga senza percepire compenso. Ad oggi la  Procura di Avellino  non ha aperto nessun procedimento nei confronti degli alunni della scuola, molti dei quali già maggiorenni e – quindi – pienamente consapevoli dell’illiceità della vicenda.

"Avevo conseguito il diploma presso l'Istituto Calvino ma mi è stato strappato davanti", inizia così la prima escussione del giorno, uno degli studenti privatisti che ha sostenuto l'esame di maturità. "Sono stato quattro o cinque volte in questa scuola. Io venivo da Brescia. Ho sostenuto l'esame di maturità a Conza della Campania. Mio padre, per l'esame, ha pagato più di 2mila euro a Umberto Amendola. Non ho mai seguito corsi a scuola, ho studiato a casa il materiale didattico che mi era stato fornito".

La prossima udienza è attesa per il 19 gennaio 2023.

L’inchiesta sui diplomi falsi

Un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro, su cui la magistratura ha messo gli occhi tra il 2010 e il 2012. Due anni scolastici in cui sarebbero stati venduti diplomi di maturità a studenti provenienti da mezza Italia. La procura di Avellino contestò alla Pompeiscuole Srl di aver convalidato esami di idoneità, per l’ammissione alla frequentazione degli anni scolastici, che in realtà non si sono mai svolti. Come falsi erano anche gli attestati di frequentazione delle lezioni, i registri di classe, gli scrutini di ammissione alle classi superiori e di diploma di maturità: tutti atti che venivano poi regolarmente inviati al provveditorato agli studi. Reati commessi in concorso con decine di professori e commissari didattici, che avrebbero contribuito a falsificare i registri di classe e le valutazioni apponendo la propria firma, anche se in realtà, sempre secondo la procura, non si era tenuto nessun corso di studi e non c’erano state interrogazioni. Accuse che sarebbero state confermate ai magistrati dagli stessi alunni beneficiari dei falsi attestati e da alcuni degli ex dipendenti in servizio presso l’istituto paritario di Conza. Tutti i diplomi dei due anni scolastici presi in considerazione sono stati sequestrati a titolo di prova. 

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