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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Sant'Andrea di Conza

Inchiesta diplomi falsi all’Istituto Italo Calvino: “Solo adesso mi rendo conto che era fasullo"

L’Istituto avrebbe sfornato diplomi falsi a delle persone che non avrebbero mai potuto raggiungere la scuola per l’eccessiva distanza tra la stessa e il loro domicilio

Ricordiamo tutti l’inchiesta che travolse l’Istituto Italo Calvino di Conza della Campania a causa della presenza di circa un centinaio di studenti “inesistenti”. Tutta la questione risale al lontano 2008 e si è prolungata fino al 2012. In questo arco di tempo l’istituto avrebbe sfornato diplomi falsi a delle persone che non avrebbero mai potuto raggiungere la scuola per l’eccessiva distanza tra la stessa ed il loro domicilio. I soggetti si presentavano presso la struttura due o tre volte al mese ma risultavano presenti tutti i giorni. Bastava semplicemente sborsare dai 3.500 ai 5 mila euro. I docenti, all’epoca, dichiararono agli inquirenti che, per fare punteggio, firmavano una busta paga senza percepire compenso. Ad oggi la Procura di Avellino non ha aperto nessun procedimento nei confronti degli alunni della scuola, molti dei quali già maggiorenni e – quindi – pienamente consapevoli dell’illiceità della vicenda.

“Adesso mi rendo conto che il diploma era falso”

Dinanzi al collegio presieduto dal giudice Lucio Galeota, venivano ascoltati i testimoni voluti dal Pubblico Ministero. Nel dettaglio, una dipendente addetta alla segreteria, affermava che i docenti non si presentavano neanche durante l’orario previsto per le lezioni.  Raffaele Vito Farese, all’epoca dei fatti sindaco di Conza della Campania, non nasconde che, quella proposta, gli sembrasse assolutamente valida: “Per me era una buona idea che poteva essere funzionale al contrasto allo spopolamento del paese. Ogni nuova proposta che andasse in questo senso la accoglievo con entusiasmo. Di certo non mi sarei mai immaginato un risvolto così tragico”.

Ultimo a parlare è stato proprio uno studente dell’Istituto Italo Calvino, che ha dichiarato: “Adesso mi rendo conto che il diploma era falso. Immaginavo che non fosse normale la situazione, ma non pensavo che ci fosse qualcosa d'irregolare. In quel momento non ci ho pensato, ho pagato 3.500 euro e non mi sono fatto domande”.

La prossima udienza, adesso, è prevista per il 14 luglio. In quell’occasione saranno ascoltati altri quattro studenti.

L’inchiesta sui diplomi falsi

Un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro, su cui la magistratura ha messo gli occhi tra il 2010 e il 2012. Due anni scolastici in cui sarebbero stati venduti diplomi di maturità a studenti provenienti da mezza Italia. La procura di Avellino contestò alla Pompeiscuole Srl di aver convalidato esami di idoneità, per l’ammissione alla frequentazione degli anni scolastici, che in realtà non si sono mai svolti. Come falsi erano anche gli attestati di frequentazione delle lezioni, i registri di classe, gli scrutini di ammissione alle classi superiori e di diploma di maturità: tutti atti che venivano poi regolarmente inviati al provveditorato agli studi. Reati commessi in concorso con decine di professori e commissari didattici, che avrebbero contribuito a falsificare i registri di classe e le valutazioni apponendo la propria firma, anche se in realtà, sempre secondo la procura, non si era tenuto nessun corso di studi e non c’erano state interrogazioni. Accuse che sarebbero state confermate ai magistrati dagli stessi alunni beneficiari dei falsi attestati e da alcuni degli ex dipendenti in servizio presso l’istituto paritario di Conza. Tutti i diplomi dei due anni scolastici presi in considerazione sono stati sequestrati a titolo di prova. 

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